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martedì 31 dicembre 2019

Film preferiti 2019; sono 5 e qualcosa, che faccio, lascio?

Film-preferiti-2019-locandine
Quest'anno ho superato il "traguardo" dei 2000 film visti e sarebbe una buona occasione per rinnovare la ormai decennale lista dei 100 film preferiti.
La verità è che non ne ho voglia, invece mi è più facile guardare solo a questa annata e selezionare i film che mi sono piaciuti di più, quelli che mi vengono in mente senza pensarci troppo, sono questi cinque (in disordine di espressione):

Parasite
Parasite di Bong Joon-ho, trailer


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La casa di Jack di Lars Von Trier, trailer


I am mother di Grant Sputore
I am mother di Grant Sputore, trailer (SPOILER)


Midsommar - Il villaggio dei dannati di Ari Aster
Midsommar - Il villaggio dei dannati di Ari Aster, trailer


Climax
Climax di Gaspar Noè, trailer


Mentre sondavo i ricordi per comporre questa selezione è balzato fuori qualche altro titolo degno di nota, un qualche tipo di nota, che qui sotto aggiungo:
  • Bravo lui, ma pensavo meglio il film: Joker di T. Phillips
  • Gran vecchio cinema: The Irishman di M. Scorsese
  • Riuscito ancora bene l'horror politico: Noi di J. Peele
  • Feticismo noioso: C'era una volta a... Hollywood di Q. Tarantino
  • Delusione dell'anno: I morti non muoiono di J. Jarmush
Ho notato che ho inserito come film preferiti del 2019 anche titoli che avevo annotato fra quelli che avrei voluto vedere nel 2018, è un classico problema. Dovrei definire meglio quale parametro seguire per l'annata di un film, ma dato che non è rilevante per i miei intenti e non nuoce ad alcuno, soprassiedo a questa seccatura e rilancio, ancora una volta, un elenchino di 10 film che vorrei aver già visto:
  • An elephant sitting still
  • Buñuel in the labyrinth of the turtles   (recuperato: Gradito)
  • Dolor y gloria
  • Joan of Arc
  • L'albero dei frutti selvatici
  • La vita nascosta - Hidden Life
  • Peterloo
  • Sull'infinito   (recuperato: Deliziato)
  • Tre volti
  • Under the silver lake   (recuperato: Gradito)

domenica 1 dicembre 2019

Un (non) film di Enrico Ghezzi

enrico-ghezzi-archivio
Quasi tre mesi fa avevo ricevuto un'email di presentazione di un progetto per un film che si basa sulle numerose videoriprese fatte da Enrico Ghezzi nell'arco di trentacinque anni della sua vita, lo scopo era pubblicizzarlo e promuovere la raccolta fondi per la sua realizzazione.
Solitamente non dedico post a questo tipo di iniziative, ma Enrico Ghezzi è una figura mitica che ogni tanto è saltata fuori (orario) anche da queste parti inoltre molti curiosi giungono qui proprio cercando informazioni sui suoi film preferiti.
Mi sono quindi deciso a contribuire, nel mio piccolo, divulgando questa idea prodotta da Zomia insieme a Malastradafilm e H12. In archivio hanno raccolto centinaia di ore digitalizzate, quello che potranno ottenere dalla selezione e montaggio non mi è chiaro, forse un mega blob tributo alla visione-riflessione contorta ma stimolante di Ghezzi?
Per ora di più preciso c'è il titolo del film che sarà: 


Gli ultimi giorni dell'umanità
ghezzi-film-trailer

Per maggiori informazioni sull'idea e sulla documentazione del progetto rimando al sito Eccedance.
Se invece volete subito contribuire alla raccolta fondi, che terminerà il 31 gennaio 2020, potete andare direttamente qui.

domenica 10 novembre 2019

C'è un coniglio ma non si vede bene - Harvey

Ho recuperato un vecchio film che vorrei consigliare.
Da queste parti più volte ho riportato la mia vecchia passione per Alice nel paese delle meraviglie, Harvey me lo ero annotato nella lista di quelli da recuperare perchè fra i personaggi c'è un coniglio. In realtà questo coniglio, è lui l'Harvey del titolo, si vede molto molto poco e non c'entra a nulla con il capolavoro di Lewis Carrol, si rifà invece a degli spiriti ingannatori della mitologia nordica, ma il film mi ha deliziato lo stesso e secondo me vale la pena vederlo: è divertente e lo consiglio per una delle prossime giornate fredde e uggiose.

Trailer di Harvey (1950, Henry Koster):

mercoledì 30 ottobre 2019

Film per Halloween - Una ricetta con la Nebbia

film-per-halloween-nebbia
Questa volta non sapevo cosa inventarmi per non mancare il consueto appuntamento con i film consigliati per la notte di Halloween, sono già ben dodici le liste di film che ho proposto per accompagnare la festa di origine celtica divenuta un altro evento commerciale redditizio. Una carenza di idee era comprensibile eppure come un "dolcetto o scherzetto" è comparso davanti ai miei occhi, nelle bozze del blog, un "Halloween con la nebbia".
Non ricordo qual era stato lo spunto che mi aveva spinto a fare quell'annotazione però anche quest'anno una ricetta di film per passare la notte di Halloween è servita, ma solo dopo un riepilogo dei menù proposti negli anni precedenti:

La nebbia crea inquietudine perché blocca il senso da noi maggiormente usato, ossia la vista, impedisce il nostro sguardo sulle cose che ci circondano e cela minacce e paure, per di più le rende pronte a palesarsi quando ormai e troppo tardi per reagire o darsi ad una salutare fuga. 
Foschia, bruma, caligine, le declinazioni della nebbia sono state usate per molteplici finalità in vari generi di film, in prima linea l'horror e il thriller, ma compare anche nelle animazioni per bambini. Io ho scelto una cinquina di film dove la nebbia ha un qualche ruolo, sono da sistemare ai vertici di un pentacolo, poi bisogna posizionarsi al centro, oscurare la vista come se si fosse improvvisamente avvolti dall'oscurità e girare su sé stessi contando veloce fino a 666, quindi fermarsi. Vomitare, aprire gli occhi e tornati alla luce, guardare il film più vicino al nostro naso.

» Ricetta per un Halloween nella Nebbia

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Il pensionante (The Lodger: A Story of the London Fog), 
(1927, Alfred Hitchcock, guarda su YouTube - film muto)
A Londra gira un Vendicatore assassino con preferenze per le donne bionde. I sospetti cadono sul classico "ultimo arrivato": un misterioso pensionante.

La città dei morti
(1960, John Moxey, guarda su YouTube - in inglese)
Studentessa va in vacanza in una cittadina del New England per fare delle ricerche sulla stregoneria, arrivata sul posto scoprirà che non è solo un fenomeno del passato.

Fog 
(1980, John Carpenter, trailer)
La città di San Antonio Bay sta per celebrare il centenario dalla fondazione, una fondazione che nasconde un atto vergognoso. Per la commemorazione tornano i fantasmi che subirono quel misfatto, ovviamente non è per festeggiare.

Ombre e nebbia 
(1991, Woody Allen, scena)
C'è uno strangolatore in città a cui dare la caccia, anche un impiegato è coinvolto nell'impresa, intanto arriva il circo. Più da sorridere che da tremare, ma l'ambientazione è da cinema espressionista tedesco.

Mist
(2007, Frank Darabont, trailer)
Film già proposto nella lista ispirata a Stephen King, qui la mia visione, forse mi era piaciuto più di quanto mi ero reso conto se mi torna buono per una seconda lista.

giovedì 24 ottobre 2019

Film recenti su Intelligenza Artificiale - [Linux Day 2019]

linux-day-2019-locandina
Questo Linux Day 2019, che si festeggerà sabato 26 ottobre, avrà come tema di riferimento “Artificial Intelligence, Machine Learning, Big Data... Utili strumenti che ci semplificano la vita, ma anche minacce per la privacy e l'individualità”.
Un argomentone, uno di quelli che mi stanno a cuore da tempo (a proposito di privacy ricordo il post 10 film sulla privacy), ne avrei da scrivere molto e avevo cominciato a farlo, poi mi sono reso conto che diventava complicato e dispersivo per un post di questo blog.
Non tornerò a scrivere nemmeno delle mie preferenze per l'open source e per Linux, l'ho già fatto nelle precedenti giornate dedicate al mondo Linux. Passerò direttamente a presentare quello che ho pensato adatto a coniugare il tema della giornata con il mondo del cinema, ossia una classica listina di film che hanno a che fare con l'intelligenza artificiale.

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I primi film che mi vengono in mente se si parla di intelligenza artificiale sono 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick con HAL 9000 e il suo occhio rosso “obiettivo”, Blade Runner di Ridley Scott con i suoi androidi che vedono raggi B balenare alle porte di Tannhäuser e ovviamente Matrix dove la macchine si alimentano degli uomini. Se ci penso un altro po’ altri titoli arrivano alla mente, ma quella che voglio proporre non è una lista completa di film a tema intelligenza artificiale (per quella potete guardare la relativa voce su wikipedia italiana oppure quella inglese che precisa pure se l'intelligenza è solo un computer o anche robotica). 
Prendendo come area temporale solo gli ultimi cinque anni ho scelto cinque film, non tutti riusciti benissimo, dove l’intelligenza della macchina si confronta con quella dell’uomo. Tratta solo una parte del macro argomento del Linux Day, chiaramente è il lato più fantascientifico e meno attuale. Pochi film hanno affrontato eventualità più prossime a noi (mi viene in mente Lei di Spike Jonze), meglio ha fatto una serie come Black Mirror con più episodi che ci starebbero a pennello.
Concludo con una piccola curiosità, ci sarebbe già stato un contatto diretto tra film e una forma di intelligenza artificiale, si tratta del corto Sunspring che è stato girato basandosi su una sceneggiatura scritta da una rete neurale LSTM chiamata Benjamin. Il discutibile risultato si può vedere qui, dura 9 minuti.


5 Film con Intelligenza Artificiale


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Ex Machina 
(2015, Alex Garland, trailer)
Un giovane programmatore vince un week end nella casa in montagna del proprietario dell'azienda per cui lavora. La iper-tecnologica casa è un laboratorio dove il giovane si troverà a collaborare ad un test di Turing avanzato su un'avvenente androide. Uno dei miei film preferiti del 2015.

Infinity Chamber 
(2016, Travis Milloy, trailer)
Un uomo entra in un bar e... viene intrappolato in una prigione tecnologica, per evadere deve riuscire a battere l'intelligenza artificiale.

Alien: Covenant 
(2017, Ridley Scott, trailer)
La navicella spaziale Covenant vaga nell'universo alla ricerca di un pianeta da colonizzare, forse hanno trovato il posto adatto, ma atterrati scopriranno che c'era già stata la spedizione Prometheus, l'unico umanoide superstite è David, poi ci sono gli altri alieni. Chi è il più pericoloso?

Upgrade
(2018, Leigh Whannell, trailer)
Lui odia la tecnologia, ma dopo una rapina che lo rende paralitico accetta l'offerta di un miliardario tecnologo e si fa impiantare un microchip che gli restituisce un corpo funzionante e qualche aggiornamento in più.

I Am Mother 
(2019, Grant Sputore, trailer)
L'umanità si è estinta, in un bunker una bambina è cresciuta grazie alle cure di un droide madre che ha il compito di progettare una nuova generazione. Un'intrusione metterà in discussione il rapporto con "madre" e non solo.

martedì 15 ottobre 2019

2000 film visti

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Ho superato i 2000 film visti certificati, da un po' ormai, e ho deciso di prendere dello spazio per una piccola celebrazione con qualche riflessione.
La prima domanda che mi verrebbe in mente se uno mi dicesse di aver visto cotanti film è se ne è valsa la pena. Propendo senza dubbi per il sì, non tutte le visioni sono state gradevoli, deliziose o estasianti, per riprendere il lato positivo del gradimento personale che utilizzo per definire il mio gusto sulla visione del film, ma non riesco a pensare nemmeno per un momento che il tempo che ho dedicato ai film sia stato tempo sprecato.

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Il mio rapporto con i film è cambiato negli anni, c'è stata un'età dell'oro, un tempo che collego alle riviste Film TV, Cineforum e Segno Cinema, alle VHS, ad una fantastica rassegna estiva di film gratis quasi ogni giorno (tre film di seguito in sala, ore e ore davanti il grande schermo a giocarsi la schiena e le diottrie) e ai cicli di Film Studio. A quei tempi ero rapito dal cinema, per me era un nuovo mondo da esplorare, un territorio abbondante di riflessioni, alterità, immaginazioni, divagazioni, sogni e incubi.
Quello che mi ha attirato maggiormente dei film è sempre stato l’essere una forma artistica di espressione dei pensieri, certo anche il film scanzonato e divertente mi può far piacere, ma poco mi interessa di tutto quello che sta intorno al mondo del cinema; quello che mi ha attirato è la possibilità di tradurre/accompagnare con immagini in movimento l'espressione di pensieri ed emozioni. Insomma un fare filosofia con i film.
Gli ultimi anni sono stati un po' difficili, già avevo parlato in passato della fine del mio innamoramento (Verifica Incerta) adesso ci sono periodi in cui neanche guardo un film per settimane, ma non ho mai smesso di accumulare titoli di film che vorrei recuperare, tanto che in numero possono puntare a raggiungere quelli che ho già visto.

Il Recidivo's iCheckMovies.com general widget

Un’altra domanda che farei a uno che ha visto più di 2000 film è se se li ricorda tutti.
Purtroppo la mia risposta è no. Incappo in titoli di film che mi mettono il dubbio, è proprio grazie alla lista in cui ho raccolto le “visioni” che posso controllare se è materiale già passato per la mia retina e nei miei neuroni. Per lo meno non mi è ancora capitato di rivedere un film per errore e non per scelta.
Una considerazione da fare è di come lo straripante mondo delle serie abbia eroso il tempo dedicato ai film, ho già scritto del mio rapporto conflittuale con le prime (Introduzione alle "mie" Serie TV), se da un lato sono invitanti perché una puntata ha solitamente una durata più gestibile rispetto a quella di un film, dall’altro possono portare nel lungo periodo a dedicarci più di quanto meriterebbero. Quello che è certo è che film e serie si contendono il tempo. Le serie hanno la possibilità di sviluppare maggiormente il discorso filmico, ma per certi versi rispondono ad un bisogno consumistico, ne scarto una poi un'altra, la puntata prima è superata, voglio la seconda e cosi via. Per questo motivo preferisco le mini serie che...
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Ma scrivo per celebrare la visione dei film, torniamo quindi a questi 2000 film visti, li ho superati senza Millennium bug, non so quanti altri ne vedrò, non ho più le aspettative e le emozioni di una volta, ma in ogni caso sempre sarò grato a questa forma espressiva che l’homo sapiens ha sviluppato per condividere storie, visioni e illusioni. In fondo, si dice, "è solo un film", ma questi film per me non sono stati un passatempo, quasi sempre mi hanno stimolato intellettualmente e arricchito aggiungendo gusti diversi alla mia vita.

domenica 8 settembre 2019

Leone d'oro 76^ Mostra del cinema di Venezia

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Il Leone d'oro di quest'anno, assegnato ieri sera, è stato un po' scontato e non è detto che questo sia una cosa così positiva. La sensazione che Joker fosse un candidato per la vittoria lo si sentiva prima dell'inizio della Mostra e vuol dire che, in qualche modo, sono mancati film in grado di sorprendere da scoprire durante il concorso.
In ogni caso sono contento che le mie aspettative pre-inizio siano state abbastanza soddisfatte per quanto riguarda i premi, oltre Todd Phillips c'è anche Roy Andersson, ma l'importante sarà se soddisferanno anche la mia visione.
Ho guardato tutta la cerimonia di premiazione e credo si possa sottolineare come abbia prevalso fra i vincitori l'aspetto politico, con attenzione particolare alla mancanza di rispetto dei diritti umani. Una carica politica che ha raggiunto l'apice con i ringraziamenti di Luca Marinelli, vincitore come miglior attore, quando ha dedicato il premio a chi salva vite in mare a cui è seguito lo scrosciare degli applausi del pubblico in sala.
Da segnalare il premio a un film italiano, finalmente, La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco che non ha presenziato alla Mostra e la consueta conferenza stampa per presentare il  film era stata annullata.
Quello che è mancato a questa edizione mi pare sia stata la capacità di stupire, o magari i film in grado di farlo c'erano e sono passati sotto silenzio. 
Altra nota negativa è la copertura fatta dai siti dei giornali nazionali, se per Cannes 72 avevo notato un miglioramento per quanto riguarda l'attenzione verso i film, qui a Venezia sono rifioriti i link dedicati a look e red carpet, e quasi scomparsi quelli dedicati ai film. Inoltre se dopo Cannes 72 mi ero annotato vari film scoperti in itinere, in questo caso oltre a quelli delle aspettative ho aggiunto solo L'ufficiale e la spia (J'accuse) di Roman Polanski. Il film ha preso il Gran premio della Giuria nonostante la presidente Lucrecia Martel fosse in polemica con il regista per la vecchia accusa di violenza sessuale. Durante la cerimonia finale, vedendo il braccio fasciato da un tutore della Martel, avevo fatto una battuta su Twitter alludendo a discussioni accese per la scelta dei premi... Quando poi è stato assegnato il premio a Polanski il cerchio si è chiuso, con un sorriso. 
  • LEONE D'ORO:  Joker di Todd Phillips 
  • Leone d'argento miglior regia: Roy Andersson per Sull'infinito
  • Premio speciale della giuria: La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco
  • Coppa Volpi migliore attrice: Arianne Ascaride per Gloria Mundi
  • Coppa Volpi miglior attore: Luca Marinelli per Martin Eden

Trailer di Joker:

mercoledì 28 agosto 2019

Mostra di Venezia 76 - I film in concorso

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La Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia numero 76 inizia oggi 28 agosto e terminerà il 7 settembre. A presiedere la giuria principale quest'anno c'è una donna, la regista Lucrecia Martel, non molto conosciuta, io ho visto solo il suo La niña santa del 2004, fra i giurati c'è il mio affezionato Shinya Tsukamoto, c'è la timida Stacy Martin e c'è anche il nostro compatriota Paolo Virzì.

Film in concorso a Venezia 76:
  • Ad Astra di James Gray 
  • Babyteeth di Shannon Murphy 
  • Ema di Pablo Larraín 
  • Gloria Mundi di Robert Guédiguian 
  • Guest of Honour di Atom Egoyan
  • A herdade di Tiago Guedes 
  • Jì yuán tái qī hào di Yonfan 
  • Joker di Todd Phillips 
  • Lán xīn dà jùyuàn di Lou Ye 
  • The Laundromat di Steven Soderbergh 
  • La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco 
  • Martin Eden di Pietro Marcello 
  • Nabarvené ptáče di Václav Marhoul
  • Om det oändliga (Sull'infinito) di Roy Andersson
  • The Perfect Candidate di Haifaa Al-Mansour
  • Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone 
  • Storia di un matrimonio di Noah Baumbach 
  • L'ufficiale e la spia (J'accuse) di Roman Polański
  • La vérité di Hirokazu Kore'eda 
  • Waiting for the Barbarians di Ciro Guerra
  • Wasp Network di Olivier Assayas

A concorrere per il Leone d'Oro ci sono tre film italiani, vedremo se prendereanno anche qualche premio o punteranno sulla continuità evitandoli. Ho dato solo un'occhiata veloce ai film in programma, quelli che più attirano i miei gusti e su cui mi aspetto quindi qualcosa di buono sono:
Joker di Todd Phillips, un regista che ho seguito fin dagli inizi e mi ricorda i tempi universitari con il suo Road Trip che ho visto più volte, anche se il grande successo l'ha raggiunto con la trilogia delle notti da leoni. Questa volta abbandona il suo terreno di divertimento e demezialità per proporci la genesi del sorridente per finta Joker.
Sull'infinito di Roy Andersson che ha vinto il Leone d'oro nel 2014 con il piccione seduto su un ramo, i suoi sono film esistenziali e tristi, insomma raccontano molte vite. A me ha sempre deliziato, anche questa volta rimane sul sentiero della riflessione fra ironia malinconica e mesta quotidianità.
Ad Astra di James Grey, un regista che avevo conosciuto con I padroni della notte, di recente ho visto Civiltà Perdutà perchè ne avevo letto bene da qualche parte, a me non ha colpito, ma lui è bravo. Qui manda Brad Pitt nello spazio a inseguire un mistero e un padre scomparso.
Laundromat di Steven Soderbergh ispirato al libro "Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite" di Jake Bernstein, vincitore del premio Pulitzer. Si sarà già capito si parla dei famosi Panama Papers e del sistema finanziario corrotto che permette a molti super ricchi di prosperare in eccesso eludendo i sistemi fiscali alla faccia del 99% della popolazione del mondo.
Nella rapida occhiata ho passato anche i film "Fuori concorso" e cito:
Citizen-K, dinamiche del potere in Russia.
Tutto il mio folle amore, on the road con Gabriele Salvatores.
Adults in the room, l'eurogruppo impone l'austerità alla Grecia
Seberg, la protagonista di Fino all’ultimo respiro sorvegliata dall’FBI.
Chiudo con un altro film atteso nella sezione autonoma "Giornate degli autori" dove è previsto 5 è il numero perfetto tratto dall'omonimo graphic novel di Igort, che in questo caso diventa pure regista, il killer è Toni Servillo.

mercoledì 31 luglio 2019

The Terror (serie, prima stagione)

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The Terror è una serie antologica a stagioni, questa prima è composta di 10 episodi, tratta dal libro “La scomparsa dell’Erbus” di Dan Simmons, è stata da poco annunciata la seconda che si intitolerà The Terror - Infamy e parlerà di un campo di internamento per americani di discendenza giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.
The Terror prima stagione è inspirato ai fatidici fatti realmente accaduti (La spedizione perduta di Franklin) e in effetti per la prime puntate della serie gli elementi rimangono in equilibrio fra il realismo diluito da possibili scherzi della mente e la possibilità che invece ci siano elementi fantastici, con il proseguo “la cosa” si espliciterà togliendo i dubbi; forse sarebbe stato meglio se invece si fosse riusciti a rimanere in bilico dall’inizio alla fine.
La trama vede due navi britanniche, la Erebus e la Terror, inviate nel 1845 nella zona artica alla ricerca di un passaggio a nord-ovest. I fatti storici dicono che di quella spedizione non si sia saputo più nulla fino al 2014 quando furono ritrovati i resti della prima nave e nel 2016 quelli della seconda.
La nostra serie inizia poco prima che le due imbarcazioni rimangano bloccate ed intrappolate nei ghiacci e continua immaginando quali siano state le sorti dei 129 membri dell’equipaggio.


A colpire subito è il contrasto fra lo spazio claustrofobico e ricco della nave e l’esterno vuoto e sconfinato che si trasforma però in una seconda gabbia, questo è lo scenario che influenzerà in modo determinante le relazioni prima di un equipaggio, poi di singole individualità, alla ricerca di salvezza o qualche forma di redenzione.
Allora che cos’è questo terrore? È solo il nome di una barca? Ovviamente no, nel corso delle puntate assaggiamo le sue sfaccettature, la sua capacità di prosciugare le speranze e di generare in risposta violenza. Questo terrore può trasformare le persone, perché a lottare con i mostri è un attimo a trasformarsi a sua volta in altri mostri. Il terrore può cambiare così profondamente un uomo da renderlo completamente un’altra persona, può segnare una spaccatura esistenziale impossibile da ricomporre.
Quale sarebbe l’origine di questo terrore, qual è la fonte del male?
È un boccone che si mangia giornalmente e che nasconde al suo interno qualcosa di nocivo, è un freddo che ti avvolge fino a spegnere la fiammella che ti fa andare avanti, è qualcosa che ti monta dentro e ti fa implodere quando le tue possibilità diventano contingentate, è il mettere in discussione la vita tua per la vita mia, oppure è solo qualcosa di sconosciuto che ti minaccia dall’esterno, o forse è la certezza che il tuo tempo è finito.

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Oltre a queste riflessioni sottotraccia nella storia, mi hanno convinto in particolare i primi episodi, per la sensazione di realismo della vita nelle navi, e mi è piaciuto anche la scelta per il finale. Quello che ho trovato in difetto è un ritmo troppo lento nella seconda parte oltre ad alcuni fatti poco convincenti: penso alla pseudo festicciola e ai suoi risvolti, ai trasferimenti sulla terra ferma incredibili e all’accampamento che pare un villaggio, quando le disponibilità avrebbero dovuto essere molto ridotte.
Se siete disposti ad immergervi nel freddo polare e lasciarvi avvolgere da una storia che non vi donerà alcun calore, ma che puntella alcuni stati della natura umana, vi consiglio di guardare questa serie che offre un mix di generi dallo storico al dramma, passando per l'horror, l'avventura, il survival, il tutto con uno sfondo di fantastico. In ogni caso se decidete di rimanere alla larga, o al largo, vi capisco, è meglio non disturbare il Tuunbaq che dorme.

domenica 30 giugno 2019

Climatizzatore Climax

climax-contesto
climax-vivere-è-un-impossibilità
climax-morire-è-un-esperienza
climax-guarda
climax-piangi

Ah, la sangria corretta.

lunedì 27 maggio 2019

Palma d'oro 2019

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Cannes quest’anno mi è apparso diverso. Per me è il concorso che apre la parentesi del cinema estivo, ma all’apertura pareva di essere in autunno. Altra cosa che mi ha stupito è come il Festival sia stato trattato dai principali siti d’informazione italiani, di solito i titoli erano solo su vestiti o fatti da gossip, mentre mi è sembrato di vedere una riscoperta d'attenzione verso i film. 
Presidente di giuria dei film in concorso al Festival di Cannes nº72 è stato Alejandro González Iñárritu, gli altri componenti erano Enki Bilal, Robin Campillo, Elle Fanning, Yorgos Lanthimos, Maimouna N'Diaye, Paweł Pawlikowski, Kelly Reichardt, e la nostra Alice Rohrwacher. Sarei curioso di sapere cos'ha votato la giovane Elle Fanning.

La Palma d'Oro è stata vinta da:
  • Parasite di Bong Joon Ho

Di film italiani ce n'era solo uno, Il traditore di Marco Bellocchio, che è stato anche in odore di qualche premio, salvo poi portare a casa il solito pugnetto di mosche. In ogni caso entra sicuramente nella mia lista dei film da vedere, nella quale aggiungo anche:

 The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch, ha aperto il festival, io di zombie sono satollo, tanto da non essere riuscito ad andare avanti con la serie The Walking Dead, ma questi sono gli zombie in salsa Jarmush, e dopo la sua bella rivisitazione dei vampiri in Solo gli amanti sopravvivono sono molto curioso di vedere come ha "preso" i non-morti.
 Once Upon a Time... In Hollywood di Quentin Tarantino, non ne ho sentito parlare in maniera splendida, questa volta ha compiaciuto il suo feticismo per le pellicole anni '60. I film precedenti li ho visti tutti, perchè farsene mancare uno?
 A Hidden Life di Terrence Malick che per anni sembrava un regista stitico, in trent'anni aveva fatto quattro film, ha cominciato a sfornare a nastro, in otto anni sei film. Ha uno stile esistenziale e onirico che mi piace, ma non sempre nei contenuti. Vedremo questa volta.
 The Lighthouse di Robert Eggers con Robert Pattinson che è sbocciato come idolo delle ragazzine, grazie alla saga Twilight, mi pare abbia scelto la strada di Di Caprio e dimostrare di essere un vero attore. Negli anni l'ho visto in ruoli molto diversi, in questo fantasy-horror in bianco e nero fa il guardiano di un faro.
 Lux Æterna di Gaspar Noé un regista lisergico che mi aveva deliziato con Enter the void, questa volta crea qualcosa di fiammeggiante in una cinquantina di minuti, vedremo cosa.

Altri film che mi hanno incuriosito e vorrei vedere:
 Les Misérables di Ladj Ly
 Bacurau di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles
 Joan of Arc di Bruno Dumont
 Little Joe di Jessica Hausner
 Young Ahmed di Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne,

[Lista completa dei premi: Palmarès]

lunedì 29 aprile 2019

Love, Death & Robots

Love, Death & Robots serie tv
[+] Quando ero incappato nel trailer (vedi sotto) di Love, Death & Robots mi era salita una grande curiosità per questo progetto prodotto anche da David Fincher. Il connubio fantascienza e animazione per adulti incontrava pienamente i miei gusti e la composizione era invitante, poco impegnativa: una serie da 18 episodi dalla durata variabile ma "mini", non si va mai oltre il quarto d'ora per la singola puntata.
Dopo la visione, in totale la serie dura 3 ore e 20 minuti, posso confermare che la tipologia di animazione, pur cambiando molto da un episodio all'altro, offre sempre una qualità ottima, purtroppo questa ricchezza tecnica non trova una controparte di uguale tenore sul piano narrativo.
Le brevi puntate prendono spunto da racconti classici del genere fantascienza e risultano spesso scontate, in qualche caso noiose. Considerato il breve tempo di fruizione mi evocano l'idea di aperitivi di cui già si conosce il gusto: sono piacevoli, ma non lasciano un gran ricordo.

love-death-and-robots-puntate

Il trittico nel titolo della serie (Amore, Morte e Robots), che dovrebbe fare da trait d'union, visto nell'insieme è nettamente sbilanciato sulla morte, qua e là ci sono i robot, c'è persino qualche episodio prettamente comico, mentre di amore se ne vede poco. Magari non è un caso, forse l'intenzione e mostrare che il futuro porterà a morte&robots, l'amore, se esiste, sarà un ricordo di un tempo andato (penso agli episodi "Tute meccanizzate", "Oltre aquila" e "Buona caccia").
Al di là di questa idea un po' tirata, il grosso difetto della serie rimane che poco ha da dire di nuovo e originale, manca lo spessore, come per molti film moderni eccellenti in tecnica e con poca sostanza.
Forse scegliere una strada come quella che seguì Animatrix poteva essere più interessante, ossia creare ministorie autonome che condividono però un universo comune. Si sarebbe così potuto far lievitare le piccole parti in qualcosa di più corposo.
In ogni caso, considerato che la sua composizione permette di guardare una puntata prima di qualcos'altro o come tappabuchi, consiglio questa Love, Death & Robots che nonostante la delusione è stata una visione abbastanza gradevole.

giovedì 28 marzo 2019

Scarica le regole di Kubrick

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Uno dei post più visitati di questo blog, negli ultimi tempi, è quello dedicato alle 12 regole che il celebre regista Stanley Kubrick faceva appendere alle pareti delle stanze che doveva frequentare affinché le persone, quando avrebbero avuto a che fare con lui, conoscessero le regole di comportamento che si aspettava venissero rispettate.

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Nel vecchio post avevo riportato il testo tradotto in italiano dell'immagine originale trovata fra le carte dell'assistente di Stanley Kubrick. Considerato l'interesse che riceve ho pensato di creare una replica pronta per essere stampata (vedi qui sotto). 
Finalmente anche voi potrete iniziare le persone con cui avrete a che fare con un bel regolamento in stile Kubrick da appendere su ogni muro affinché tutti lo possano leggere. 
Ma non dovrebbero già conoscerle tutti queste regole? 
Forse conoscerle sì, quello che pare sia difficile è rispettarle.

domenica 17 marzo 2019

10 film preferiti da Odifreddi, Cassese, Carofiglio e tanti altri

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Da queste parti ho già scritto del discreto fascino che hanno per me le liste, ovviamente se trattano di argomenti che mi interessano, quindi non posso che essere incuriosito dall'iniziativa di La Repubblica denominata Nuovo Cinema Robinson dove vengono raccolte le playlist con i 10 film preferiti da vari personaggi più o meno noti.
Si dichiara che l'intenzione è arrivare a "1000 film più belli della storia del grande schermo scelti da 100 spettatori particolari". Dato che molto probabilmente ci saranno film che compariranno in più decine, non raggiungeranno l'obiettivo.

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Per fare un po' di cognomi di questi "spettatori particolari" abbiamo:
Piccioni, Magrelli, Liguori, Knam, Guglielmi, Greison, Lissoni, Bordone, Balich, Albinati, Melandri, Soldini, Remotti, Picco, Ferri, Milani, Montanari, Lerner, Romano, Bonami, Thun, Odifreddi, Milani, Martinelli, Levi, Givone, Gifuni, Dix, Catalano, Gardin, Sandretto Re Rebaudengo, Parenzo, Nonino, Gori, Guadagnino, Delbono, Crepet, Brera, Bellini, Allevi, Van Straten, Mughini, Lucchetta, Gastel, Michele, Giannelli, Esposito, Curino, Carrisi, Bianchi, Ratti, Michieletto, Latella, Giorello, Degli Esposti, Buttafuoco, Boni, Barbujani, Antinori, Aime, Sinigaglia, Santamaria, Romito, Merlino, Mendini, Marras, Maraini, Ferrari, De Masi, Ainis, Vettese, Staino, Messina, Lucci, Jori, Cucchiara, Colombo, Bisio, Bichi, Barbero, Venezi, Toscani, Settis, Rallo, Paladino, Oliverio Ferraris, Micheli, Costa, Carofiglio, Capatonda, Sgarbi, Palli, Miccichè, Gramellini, Fortunato, Farinetti, De Capitani, Archibugi, Di Pietrantonio, Magri, Maggiani, , Serra, Laterza, Galateri di Genola, Fuortes, Cucinelli, Ciabatti, Chiambretti, Capotondi, Zecchini, Urbinati, Piacentini, Pardo, Novembre, Murino, , Massini, , Mantovani, , Letta, , Gamberale, , Verdone, Matano, Savignano, Rosso, Fresu, Robecchi, Cazzullo, Pellicioli, Zucchi, Leone, Veltroni, Tondato Da Ruos, Solenghi, Piovani, Gazzola, Fontana, Cassese, Cacciatori, Avati, Aranzulla, Turci, Oldani, Manara, Castellucci, Botta, Bizzarri, Bermani Amaral, Benni, Angela, Agnello Hornby, Bernardini de Pace, Bollani, Bonisoli, Bowerman, Camilleri, Capua, Celestini, Chailly, Cottarelli, Furlanetto, Isgrò, Janeczek, Lagioia, Marchetti, Parzani, Postorino, Sala, Sgarbi, Viscardi, Zagnoli.

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Se fra gli "spettatori particolari" c'è qualcuno di cui vi interessa sapere i gusti cinematografici potete quindi dare un'occhiata, può fornire qualche suggerimento per film da recuperare, in alternativa è un'ottima occasione per tornare a vedere la mia ormai vecchiarella Lista di 100 film.
Per me la decina è molto difficile da stilare, ho già provato qualche volta, ma mi innervosivo, perdevo troppo tempo e lasciavo perdere; se invece voi vi sentite pronti alla decimazione delle vostre visioni sappiate che anche i lettori possono condividere e veder pubblicata la propria lista. Per farlo devono seguire le indicazioni indicate in alto nella pagina di Nuovo Cinema Robinson, ma non lo consiglio.

venerdì 15 marzo 2019

Amy Adams, Jessica Chastain e Bryce Dallas Howard non sono la stessa persona

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[Amy Adams, Jessica Chastain, Bryce Dallas Howard]

In passato ho avuto qualche problema con i nomi di persone, se poi queste si assomigliavano fisicamente abbinarle al nome faceva inciampare il mio cervello. Adesso cerco di usare qualche tecnica per sopperire all'istinto della mia memoria a non dare molta importanza al nome delle persone.
Ci sono stati alcuni attori e attrici che assomigliandosi molto non associavo correttamente al film in cui interpretavano un ruolo, ad esempio accadeva per Natalie Portman e Keira Knightley.
In una puntata di Bojack Horseman (s05e07), una delle serie che più ho amato, c'è uno scambio di battute che mi aveva fatto sghignazzare e gioca proprio sulla somiglianza di tre attrici, ma la affianca alla "qualità" dei ruoli che interpretano.

BoJack s05e07
In una discussione fra due personaggi occasionali (che vedete nell'immagine qui sopra), per fare delle relazioni consequenziali ovvie, una dice all'altra:
«Un dottore cura, un DJ mixa, Jessica Chastain accetta qualsiasi ruolo che rifiuta Amy Adams».
Qualche minuto più tardi, l'altra, per fare suo l'insegnamento ricevuto, ripropone a una terza persona l'adagio in una versione leggermente diversa:
«Un dottore cura, un DJ mixa, Bryce Dallas Howard accetta le parti che rifiuta  Jessica Chastain...».
Ovviamente raccontata non rende nello stesso modo. 
In pratica il significato è che Amy Adams è quella che può permettersi la prima scelta, Jessica Chastain accetta ogni parte che rifiuta la prima e la povera Bryce Dallas Howard accetta quanto scartato dalle precedenti.
Se avete visto qualche film con le attrici menzionate e ci pensate qualche secondo, noterete che è proprio un'ironia azzeccata.

martedì 26 febbraio 2019

Oscar 2019

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Quasi mi dimenticavo del consueto breve commento post-cerimonia, veniamo subito ai principali vincitori degli Oscar 2019 che sono stati:
  • Miglior film: Green Book di Peter Farrelly
  • Miglior regia: Alfonso Cuarón per Roma
  • Miglior sceneggiatura originale: Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly per Green Book
  • Miglior attore protagonista: Rami Malek per Bohemian Rhapsody
  • Miglior attrice protagonista: Olivia Colman per La favorita
  • Miglior film straniero: Roma di Alfonso Cuarón
[Per l'elenco completo vedere Premi Oscar 2019 con i vincitori fra i nominati]

Al tabellino il vincitore è Bohemian Rapsody (con 4 statuette), in qualche modo ricompensato del grande successo popolare che il film ha avuto, ma punterei l'attenzione sui secondi arrivati, quelli con 3 statuette ciascuno, che mostrano come gli aventi diritto al voto abbiano dato nelle loro preferenze sfogo anche a un sentimento anti-trumpiano, promuovendo tre film dai soggetti urticanti per il presidente, la popolazione afro e quella messicana, e sono: Green Book, Black Panther e Roma.
Per quanto riguarda Black Panther a me non era piaciuto, non sono un fan del mondo Marvel, ma ho visto quasi tutti i loro film, questo lo metterei negli ultimi posti. Le categorie in cui ha vinto sono per le professionalità più tecnico-artistiche.
Green Book e Roma li vedo come i due veri film vincitori e spero di recuperarli, in particolare quello di Alfonso Cuarón che aveva vinto anche il Leone d'oro.
Nella a me cara categoria dei film d'animazione avevo visto solo L'isola dei cani di Wes Anderson, che mi aveva annoiato, il vincitore è stato Spider-Man - Un nuovo universo, che non mi invoglia la visione; gli altri a bocca asciutta sono Gli Incredibili 2, Mirai e Ralph spacca Internet che vorrei vedere.
Uno dei grandi sconfitti è stato La favorita di Lanthimos, nonostante il nome e le 10 candidature ha vinto solo quella per la Miglior Attrice di Olivia Colman che a sua volta l'ha strappata ad un'altra sconfitta per l'ennesima volta la povera Glenn Close, candidata per sette volte senza mai impugnare altro che le chiavi di casa.

domenica 27 gennaio 2019

La mia cosa preferita sono i mostri

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Oggi è la Giornata della memoria, ho dedicato in passato un post a film consigliati per la Giornata della Memoria, questa volta colgo la ricorrenza per presentare La mia cosa preferita sono i mostri, un graphic novel di Emil Ferris che mi è piaciuto molto.
A collegare questo fumetto con l'argomento cinema c'è una delle passioni della protagonista Karen, una bambina di dieci anni, per il genere horror: nel racconto guarda il film Carnival of souls; mentre a collegarlo con il tema dell'Olocausto c'è il soggetto dell'indagine della piccola Karen che si improvvisa detective per scoprire chi ha ucciso la vicina di casa: una bella ebrea con una triste storia alle spalle.

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A piacermi sono stati soprattutto i disegni realizzati usando delle semplici penne Bic. Le tavole alle volte sono quasi abbozzate altre volte molto particolareggiate, colorate  e curate. Lo stratagemma è rendere l'opera come se fosse il quaderno-diario di Karen tenuto durante la storia vissuta e quella ricordata per ricostruire il passato.
Il registro varia dal caricaturale al realistico, ottenendo un'atmosfera sospesa fra realtà, o meglio dramma, e ricordi di un sogno, o meglio incubo, con rappresentazioni di quadri che entrano nelle vicende e con copertine di riviste horror degli anni sessanta a segnare i capitoli.

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Questo è il primo volume della storia, per la conclusione si dovrà aspettare, ma il tema è quello classico della paura del diverso che si trasforma nelle persone in un'incapacità di riconoscere quali sono i veri abomini di cui si dovrebbe aver realmente paura e che andrebbero rifiutati e respinti.
Alla classica domanda dylandogghiana "chi sono i veri mostri?" si risponde ancora una volta, e vale anche per questi giorni, "i veri mostri siamo noi".