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martedì 31 agosto 2021

La rivista Film TV, molti anni dopo...

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Nei miei anni d'oro della passione per il cinema c'è stata una rivista che era quasi sempre nel mio zainetto, era Film TV. Sto parlando di troppi anni fa, ricordo con nostalgia quei tempi in cui capitava che consultassi più riviste di cinema, sfruttando anche la ben fornita emeroteca.

Film TV era semplice, senza troppe pretese, il settimanale che mi permetteva di scoprire nuovi film, scegliere quelli da registrare ed essere aggiornato sulle nuove uscita al cinema. Avevo smesso di acquistarla, non ricordo se di colpo, per scelta, o a sfumare, di fatto non prendo regolarmente una rivista da non so quanti anni, le uniche eccezioni sono state le volte che ho comprato Le Scienze per il libro in allegato, ma in occasione dell'annuale appuntamento con la Mostra del cinema di Venezia mi veniva ogni volta in mente di Film TV e mi ripromettevo di acquistarla, alla fine lasciavo perdere.
Non quest'anno.

La sensazione nello sfogliarla è stata strana.
Sono andato subito a vedere com'era il voto sintetico dei film ed è rimasto lo stesso di una volta: pallini per le caratteristiche (humor, ritmo, impegno, tensione, erotismo) e giudizio sintetico con il pollice dentro il cerchio con lo sfondo colorato. Però credo abbiano cambiato i colori: ricordavo il verde per i film buoni e ottimi, ora il giallo è buono, un arancione-pesca (che si fatica a distinguere) è ottimo e il verde è dedicato per i film eccezionali. Ma potrebbero essere fallaci i miei ricordi.

Anche la locandina centrale è ancora presente, sempre con una carta dalla qualità discutibile, probabilmente necessaria per stare dentro nei costi, ma che rende il poster praticamente inutile. Questa dedicata a Berlinguer ti voglio bene è pure con gran parte dello sfondo bianco che lascia vedere la stampa del retro, devi essere veramente di occhio "buono" per pensare di appenderla da qualche parte. 

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Per quanto riguarda i contenuti il numero è dedicato alla guida della 78ª Mostra del Cinema di Venezia, ed è come la desideravo ossia semplice, stringata ma completa. C'è spazio ovviamente per i film presenti al cinema e anche per i consigli sulle maggiori piattaforme di film in streaming. Quello che non mi è piaciuto è l'impaginazione e i font utilizzati nella prima parte della rivista, la seconda è con la programmazione dei canali televisivi ed è buona, anche se ho trovato inutili le colonne con il palinsesto di quattro stazioni radio.

Effetto nostalgia a parte non mi metterò a ricomprala, anche se potrei prendere un altro numero per vedere come si comporta nelle recensioni dei film della Mostra di Venezia, comunque è stato piacevole ritrovare Film TV e lo sforzo di resistenza alle comode e gratuite alternative tecnologiche, fra cui la sua versione web, mentre il sito della rivista cartacea è FilmTV.press.

domenica 8 agosto 2021

Libri per le vacanze su un'isola - Helgoland

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Helgoland è il nome di una piccola isola nel Mare del Nord, anzi è il nome di un arcipelago di due isole, la prima, più grande, per modo di dire dato che non arriva a 2 km² di superficie, chiamata proprio Helgoland (che significa Isola sacra), la seconda, ancora più piccola, è chiamata Düne.
L'isola Helgoland è scelta da Carlo Rovelli come titolo del libro perché luogo simbolo di una svolta nella teoria quantistica. È il posto dove, nel giugno del 1925, si era ritirato il giovane Werner Heisenberg per stemperare una forte allergia (l'isola è quasi priva di alberi) e poter riflettere sui suoi studi. Lì è dove ha avuto l'illuminazione di pensare all'elettrone non come a un oggetto che segue una traiettoria, ma definirlo solo in base alle sue qualità osservabili.
L'isola è anche il legame con l'argomento principale di questo blog, come ricorda Rovelli, su Helgoland sono state girate delle scene per il celebre Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau.
Ecco, se siete solo cinefili in questa frase c'era tutto quello che vi potrebbe interessare, se invece siete anche curiosi potreste trovare soddisfazione nel leggere interamente questo libro di fisica, con tratti da romanzo, che Carlo Rovelli dedica alla sua ricostruzione su cosa sia la realtà alla luce delle stranezze della Meccanica quantistica, una realtà che lui vede costituita da relazioni più che da oggetti.

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Sebbene qui io scribacchi di cinema, nell'ultima decina d'anni ho letto molti più libri divulgativi di fisica quantistica che di cinema. Ho deciso di concludere il nato per caso "speciale sui libri per le vacanze" con un qualcosa meno cinefilo ma più vicino ai miei gusti.
Per chi vuole capire pezzo per pezzo l'evoluzione e le problematiche aperte della teoria quantistica non penso che questo sia il libro adatto, però i libri di Rovelli hanno forti pregi: sono ben scritti, fruibili al grande pubblico, sanno emozionare e offrono gradevoli spunti di riflessione; sono un ottimo aperitivo, un gustoso contorno e un piacevole dessert anche se non possono essere la portata principale.
Ma allora abbondiamo! Consiglio il trittico che il fisico-scrittore ha pubblicato con Adelphi: Sette brevi lezioni di fisica, L'ordine del tempo e, appunto, Helgoland. Cito anche un altro libro di Carlo Rovelli che mi era piaciuto molto e tratta più in generale la scienza dal punto di vista storico-filosofico: Che cos'è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro.

sabato 7 agosto 2021

Libri e compiti per le vacanze (per secchioni) - Allucinazioni americane

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Avevo già abbozzato questo post quando mi mancavano poche pagine per finire il libro, l'ho ripreso perché esattamente il giorno dopo che avevo letto l'ultima pagina è morto il suo autore, ossia Roberto Calasso.
Per me era il suo primo libro, fino ad allora lo conoscevo come una delle menti dietro alla Adelphi. La collana "Piccola Biblioteca" è una delle mie preferite, sia per la selezione dei titoli e nondimeno per il suo comodo formato e per il tipo di carta che ben si adatta alla grafite delle mie care matite permettendo sottolineature evidenti; tutte cose che mi fanno apprezzare l'oggetto in sé.
Dopo la notizia ho ripreso la scrittura del post e mi sono domandato se oltre all'aggiunta sulla triste coincidenza dovevo anche cambiare il tono che volevo dare, mi son risposto: certo che no.

«Cinema significa innanzitutto compresenza di allucinazione e iperrealtà, intesa come fisicità eccessiva».

Direttamente nelle prime pagine, di questa nuova proposta per le vacanze cinefile, viene consigliato di leggere Allucinazioni americane tutto in una volta. È un libricino di 133 pagine ed effettivamente si potrebbe anche concedere lo "one-shot". Io non ce l'ho fatta perché ho trovato abbastanza pesante la prima parte che è quella più cinefila.

«Il feticcio non è che il nome psicoanalitico del figmentum».

In realtà, per la lettura di questo libro, trovo che sia molto più adatto consigliare di guardare prima i due film di Alfred Hitchcock che vengono "analizzati": La finestra sul cortile e Vertigo (La donna che visse due volte) e quindi, il giorno dopo, leggere tutto d'un fiato... Ma non basterebbe, perché nella seconda parte del libro i riferimenti sono a Franz Kafka, altra passione dell'autore, allora sarebbe meglio aver almeno letto anche: America (o Il disperso).

«Scottie non ha nulla da spartire con il magus che si dedica tenacemente alla compositio imaginum».

Lo sfoggio di conoscenze è prorompente però non l'ho trovato fruttuoso e nemmeno tanto convincente in alcune affermazioni, per esempio: arrivare a vedere nei pop-corn al cinema l'elemento che serve a ricordarci della nostra natura corporea, mi è parso eccessivo.
Finita la lettura mi sono domandato: 
- Mi ha arricchito?
- Mi ha aiutato a comprendere meglio i film?
- Erudizione comporta sempre migliore comprensione o può diventare via per sterile sfoggio e/o visioni condizionate dal proprio campo di specializzazione perdendo contatto con il soggetto in analisi?
Ai secchioni in vacanza il compito di guardare i due film di Hitchcock, leggere il libro di Kafka, leggere finalmente le allucinazioni di Calasso e quindi sviluppare il tema a partire dalle questioni poste (io, in modo lapidario, dico: poco, no, non sempre/forse).

P.S.   Forse... Sono solo troppo ignorante io. Mi mancano i fosfeni.