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venerdì 28 novembre 2008

Memories

Un lungometraggio di animazione composto da tre episodi autonomi e differenti, differenti anche per quanto riguarda la regia. Il carattere comune di "memoria" si può trovare chiaramente in quello che apre e in quello che chiude mentre è meno forte in quello centrale.
Non ha molto senso parlare dell'opera nella sua totalità, come se fosse un corpo unico, e quindi per fare un commento seguirò la divisione del film.

- La rosa magnetica -
Un'astronave netturbina sta per concludere la sua missione quando riceve un s.o.s. proveniente da un gruppo di asteroidi. Due elementi dell'equipaggio scendono per controllare e trovano una base che sembra uno scrigno di ricordi: una cantante lirica si è costruita un tempio dove il tempo si è fermato.
Atmosfera avvolgente e allucinante dove il tema dei ricordi, in chiave positiva e negativa, trova una dimensione parallela. La sensazione che si prova è che il vivere nei ricordi sia in entrambi i casi un'illusione, l'intangibilità dei ricordi che vengono percepiti come reali ma si frantumano al tocco sembra relegarli ad una finta via di fuga che non permette di andare avanti bloccando il tempo in una dimensione statica e poi distruttiva.
Gradito
| Reg: 7 | Ani: 7 | Fot: 7 | Sce: 7 | Son: 7 |

- La bomba puzzolente -
Un giovane chimico assillato dall'influenza, dopo aver tentato ogni rimedio, decide di provare anche un medicinale sperimentale che si rivela però essere una segreta arma chimica. Il mix di sostanze nel suo corpo lo trasforma in una tremenda bomba maleodorante che mette a repentaglio tutto il paese.
La storia assurda e non divertente come potrebbe sembrare è il punto debole del trittico. Più vicino ad una puntata da cartone animato che a un film, sullo sfondo un confronto militare fra la potenza giapponese e quella americana che vede trionfare la modernità tecnologico-spaziale di quest'ultima. Musica jazz di sottofondo per me fuori luogo.
Sgradito
| Reg: 5 | Ani: 6 | Fot: 5 | Sce: 4 | Son: 5 |

- Carne da cannone -
Un giorno di quotidiana amministrazione per una città disseminata di cannoni.
Ōtomo si riconosce subito dagli sbuffi di vapore che riempiono l'immagine, la grafica sembra nei contorni quasi abbozzata, ma non per questo è meno comunicativa, anzi, e con l'uso di un piano sequenza si rimane incollati a questo piccolo e, purtroppo, sempre attuale racconto.
Non si sa contro chi si spara, non si conosce il nemico, ma dall'alto giunge uno "spara per la patria" e il popoletto trova la cosa naturale e senza pensarci troppo compie il suo lavoro per poter mangiare, per poter sopravvivere.
Un bambino sogna di essere "quello che spara con il cannone" e non la schiera di sfruttati addetti al caricamento come suo padre. Ah, se vedesse la pochezza di quell'uomo che esce all'ultimo per schiacciare un bottone, ah se fosse in grado di capire, ma l'ideologia di propaganda non lascia molti spazi, con una scuola che lo indottrina e prepara ad avere un ruolo nella società, non ad analizzarla, per conservare quel sistema sincronizzato e dato per scontato.
Deliziato
| Reg: 8 | Ani: 8 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |

giovedì 27 novembre 2008

Sh010 - Mmm... Chi scelgo?

ScreensHot: un fotogramma alla settimana proveniente da qualche film.

mercoledì 26 novembre 2008

Dante 01

Saint Georges è l'unico sopravvissuto dall'incontro della sua nave spaziale con una aliena, ma non viene creduto e accusato della morte dell'equipaggio.
Spedito nel centro di detenzione psichiatrica orbitante sul pianeta Dante, dove i criminali in cambio della vita si rendono disponibili ad essere usati come cavie per esperimenti genetici, si ritroverà stordito e dotato di strani poteri.
Questo film nell'evolversi della storia risulta poco chiaro e le possibili entità simboliche (San Giorgio, Moloch, Buddha, Caronte, Persefone) sembrano buttate lì solo per dare tono creando perplessità nel tentativo di individuare il filo conduttore e capire dove si voglia andare a parare.
Mentre ricomponevo nella mente i pezzi mi sono ricordato la frase del film “se aspiriamo alla luce sta a noi allontanare le tenebre” che mi ha portato a rivedere sostanzialmente la storia del film che potrebbe essere intesa come il fantascientifico viaggio verso l'inferno di San Giorgio per la redenzione.
Il protagonista viene martirizzato, compie miracoli e, a differenza del resto dell'equipaggio, non è destinato a raggiungere gli inferi (il pianeta Dante) perché “illuminato” da un'entità metafisica aliena e cristologica (il corpo che vaga nell'universo assume le sembianze di una croce nella sovrapposizione con la base spaziale) che lo indirizza verso il paradiso (pianeta azzurro che si vede alla fine).
Nonostante la spiegazione a cui sono giunto, che incastra quelle che sembravano citazioni pretestuose, non riesco a rivalutare di molto la visione che è stata meno piacevole della riflessione che l'ha seguita.
La fotografia filtra tutto di un giallo sporco e le riprese da videosorveglianza donano un tocco soffocante efficace, ma l'idea di lasciare il senso psicotico all'abuso di sibili acuti è fastidiosa e i pochi effetti speciali sono approssimativi e non suggestivi.
La ricerca ontologica nello spazio profondo è ormai un tema classico del genere e ci sono altri film meglio riusciti, sicuramente più avvincenti e interessanti di questo.
Gradito
| Reg: 6 | Rec: 6 | Fot: 6| Sce: 5 | Son: 4 |

lunedì 24 novembre 2008

Panico sulla montagna

Ellen guida sovrappensiero lungo una strada di montagna, non vede in tempo una macchina ferma e finisce con fare l'incidente. Quando si riprende dovrà fare i conti con un serial killer che si procura le sue vittime proprio fra gli incidentati.
La ragazza si improvvisa Mac Gyver per sfuggire al mostro che la insegue nel bosco, ma scopriremo che sta solo mettendo in pratica gli insegnamenti militari del'ex-boyfriend un po' fanatico che la voleva preparare al momento in cui “il sistema” sarebbe scoppiato.
Ho guardato questo episodio dei Master of Horrors perché avevo letto che la storia era tratta da un racconto di Joe Lansdale. A dir la verità è stato una delusione, il film è noioso e lo sdoppiamento della storia che attraverso l'uso dei flashback indaga il recente passato della protagonista e quindi il suo status psicologico, non coinvolge, e fa apparire dopo una ventina di minuti tutto il resto del film scontato.
Quello che mi è rimasto della visione è una frase del ragazzo di Ellen che nello spronare la ragazza ad essere più combattiva le ricorda l'importanza di essere aggressivi, del sapersi difendere, per non far parte della schiera degli umili, ossia di quelli che “erediteranno un mondo di merda”.
Invece di questo film consiglio la lettura di “La notte del drive-in” di Joe Lansdale per il quale lo preferisco ricordare piuttosto che per essere stato l'ispiratore di questo mediometraggio che un po' di atmosfera la riesce a creare ma che ha un sapore insipido e scontato.
Sgradito
| Reg: 5 | Rec: 5 | Fot: 5 | Sce: 5 | Son: 4 |

sabato 22 novembre 2008

giovedì 20 novembre 2008

Sh009 - Francesina

ScreensHot: un fotogramma alla settimana proveniente da qualche film.
Vedete voi come prenderla, potete indovinare il film (spesso molto semplice), gustarvi solo l'immagine oppure utilizzarla come wallpaper per il vostro schermo. Dato che sono immagini ridotte potete salvarle, centrarle e usare un buon colore di sfondo per avere una funzionale cornice in tinta unita per posizionare le vostre icone e nel mezzo il vostro ScreensHot preferito.

mercoledì 19 novembre 2008

Giù al nord

Philippe Abrams è direttore di un ufficio postale francese e sogna d'essere trasferito in Costa Azzurra per far felice la moglie che soffre di depressione e migliorare così anche il loro rapporto.
Per velocizzare la realizzazione del desiderio prova a forzare un po' le cose falsificando alcuni requisiti, ma viene scoperto e per punizione trasferito a Bergues, nel “profondo” nord della Francia.
I luoghi comuni sul posto fanno sentire il trasferimento peggio di un licenziamento perché è risaputo che la gente del nord è rozza, dai gusti strani, vive in un clima glaciale e in un ambiente grigio per tutto l'anno.
Questo film è una divertente commedia che riesce a coniugare il sorriso con la riflessione sociale, ha avuto un successo strepitoso in Francia, alla faccia delle commedie italiane che riempiono i nostri botteghini facendo leva sul pecoreccio e che dicono molto sulla qualità del grosso del pubblico italiano.
Le situazioni comiche delle vicende, giocate sul pregiudizio, sugli stereotipi e soprattutto sul dialetto, prendono una luce diversa nell'evolversi delle piccole situazioni quotidiane, portando a una riqualificazione cognitiva e a una percezione dell'altro più sincera. Il nostro protagonista dovrà correggere i suoi schemi interpretativi fino al punto di vedere nella nuova meta l'ambiente ideale per ritrovarsi, anche con la moglie.
Fra uno "scrotaiolo" e un "vaccapuzza" - chissà com'era il dialetto in lingua originale - si respira piacevolmente l'aria di una stravagante comunità umanamente più ricca e accogliente di quello che i preconcetti urbani facevano credere.
Deliziato
| Reg: 7 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 7 | Son: 6 |

martedì 18 novembre 2008

Tiffany e i tre briganti

La piccola Tiffany si ritrova improvvisamente senza genitori e destinata ad un orfanotrofio, ma nel tragitto per la triste meta incontra tre briganti che decidono di adottarla temporaneamente bramosi di un possibile riscatto millantato della bambina che dice d'essere la figlia di un maragià.
La scaltra biondina si farà apprezzare dagli uomini in nero, ma nonostante la nuova “casa” conquistata ha nel suo destino quel orfanotrofio.
Un film per i piccoli che può essere assaporato anche dai nostalgici dell'infanzia e da chi ha avuto la fortuna di sentirsi raccontare qualche storia prima d'andare a dormire.
Esteticamente è molto riuscito, con un gioco di colori fra contrasti di tonalità vive e il nero, varie trovate visive che integrano uno stile da illustrazioni con alcune soluzioni dinamiche come una sbobba che scende misteriosamente dagli alberi, giochi d'ombra ed esplosioni di torte in faccia.
Il risultato è un'animazione semplice che porta con sé quella purezza di buoni sentimenti, positività e amorevole fantasia tipica delle fiabe della fanciullezza.
Deliziato
| Reg: 7 | Ani: 7 | Fot: 7 | Sce: 7 | Son: 7 |

lunedì 17 novembre 2008

Ichi the killer

Questa è la storia di Ichi un giovane killer timido e traumatizzato che agisce vestito di una tuta da motociclismo con un grosso “1” stampato sulla schiena. Ichi uccide su commissione di JiJi che lo manipola psicologicamente e vuole sfruttare la sua rabbiosa potenza per vendicarsi di una banda della yakuza.
Contrapposto a Ichi c'è il rampante Kakihara, un joker giapponese dedito all'arte del sadomasochismo, che brama vendetta per l'uccisione del suo boss.
Ichi the killer è uno di quei film che fanno curriculum, non conoscevo il regista e sono rimasto stupito della sua abilità e anche nel vedere come attore un altro regista a me caro: Shinya Tsukamoto, che interpreta Jijii.
Questo Takashi Miike è veramente bravo, ho scoperto che ha girato molti film, si è specializzato sul mondo della yakuza e ha il pallino per l'estremo e i temi della violenza. In questo film quando non ci sono aspre scene di tortura c'è splatter a spruzzi, ma non è esclusivamente fine a sé stesso, la storia ha un qualcosa di sincero e malinconico nonostante gli inserti comici che stemperano la crudezza della visione. Oltre alle immagini c'è un discorso sulla sofferenza (data o ricevuta) trasformata in modo per vivere, perché il dolore è una cosa seria tanto da diventare per Kakihara l'unica strada che gli permette di andare avanti.
Il finale è catartico con i due personaggi, vittime e carnefici allo stesso tempo, che si incontrano in una terrazza che sembra un altare circondato dal grigiore di un mondo dove le emozioni positive, soffocate e schiacciate da quelle negative, non esistono più; in un tal mondo non c'è niente di più adatto della disperazione.
Deliziato
| Reg: 9 | Rec: 7 | Fot: 8 | Sce: 7 | Son: 7 |

giovedì 13 novembre 2008

Sh008 - Ragazze in motocicletta

ScreensHot: un fotogramma alla settimana proveniente da qualche film.
Vedete voi come prenderla, potete indovinare il film (spesso molto semplice), gustarvi solo l'immagine oppure utilizzarla come wallpaper per il vostro schermo. Dato che sono immagini ridotte potete salvarle, centrarle e usare un buon colore di sfondo per avere una funzionale cornice in tinta unita per posizionare le vostre icone e nel mezzo il vostro ScreensHot preferito.

mercoledì 12 novembre 2008

DOA: Dead or Alive

Un torneo di arti marziali recluta i suoi guerrieri attraverso stelline ninja ultra-moderne che arrivano dal nulla dopo qualche “rallentata” evoluzione marziale; noi seguiamo la convocazione di tre signorine molto più belle che brave.
Una volta riuniti i contendenti in un villaggio vacanze, che fra le attività ha come principale quella del “picchiaggio” sul posto, assistiamo al disfacimento del patetico tentativo del cattivo di turno di creare una potente arma... beh, più che potente arma, meglio dire un gingillo da combattimento...
Ennesimo film che trasporta una famosa serie di videogiochi al cinema. Donne che picchiano come un fabbro non sono male da vedere, ma l'ambitissimo gadget, ossia gli occhialetti che prevedono le mosse dell'avversario, è veramente una buffonata considerata la sua utilità nell'era delle armi di distruzione di massa e rende veramente tutto ancora più assurdo. Ma fa bene vedere ogni tanto film come questi, per ricordarsi cos'è la qualità e non darne neanche un minimo per scontato.
L'estetica del videogioco in questo caso non incontra il cinema, il cinema si piega anzi prostra al videogame fino a perdere dignità. Questo è uno di quei film che mette in evidenza come non occorra bravura, un'idea, un pensiero, la necessità di comunicare qualcosa per fare un film, basta avere i soldi; anche se non credo ne abbiano poi recuperati molti con questa pellicola.
Il regista è lo stesso del fracassone, ma più divertente, The Transporter ed è chiaro il suo tentativo di compensare tutto, ma proprio tutto, con le belle ragazze. Però è difficile compensare il niente e l'assurdo.
Sgradito
| Reg: 3 | Rec: 4 | Fot: 5 | Sce: 3 | Son: 4 |

martedì 11 novembre 2008

Principessa Mononoke

Il principe Ashitaka per difendere il suo villaggio da un cinghiale maledetto viene ferito e contagiato dalla stessa maledizione dell'animale. Su consiglio dei saggi salta in groppa al fido stambecco per andare incontro al suo destino e scoprire se è possibile fermare l'infezione che si sta espandendo dal suo braccio al resto del corpo.
Scoprirà che la maledizione è alimentata dall'odio, incontrerà San, una bella e agguerrita ragazza-lupo, ed entrerà nella Città del ferro dove vengono costruite pericolose armi da fuoco, anche quella dalla quale è uscito il proiettile che ha colpito il cinghiale dando via alla maledizione.
Altra bella favola di Miyazaki che sviluppa i due temi cari al regista: la natura e la pace minacciata dalla guerra degli uomini.
Il punto di vista scelto è quello del giovane puro e nobile di spirito che sembra essere equidistante fra le parti in gioco: il mondo degli uomini e quello della natura. Il contesto è il periodo Muromachi (1336-1573) che nel Giappone portò grandi cambiamenti politici, economici e sociali con l'ingresso della tecnica in quella che era una società agricola e feudale.
La poetica di Miyazaki fa diventare i personaggi dei messaggeri cosicché i veri protagonisti diventano gli spiriti ideali dell'uomo e della natura che fra astuzie da arte della guerra e aggressività primordiali si sfidano per la terra, ma quali sono i buoni e i cattivi? Ci sono? O sono entrambi cattivi perché rincorrono i rispettivi interessi senza cercare un equilibrio fra le diversità...
Se l'animazione occidentale si presta spesso a “cosa per bambini” mentre l'animazione orientale è spesso “cosa per adulti”, quella di Miyazaki si pone fra le due e riesce sempre a smuovere il fanciullino celato negli adulti.
Deliziato
| Reg: 8 | Ani: 8 | Fot: 7 | Sce: 7 | Son: 8 |

lunedì 10 novembre 2008

Candidato maledetto (Homecoming)

Le elezioni presidenziali americane sono imminenti e uno dei consiglieri della campagna elettorale repubblicana proclama in una diretta televisiva la “bontà” dell'ultima guerra, arrivando a proferire che se suo fratello, presunto morto in battaglia, potesse tornare in vita, direbbe d'esser morto per una giusta causa.
Dopo qualche giorno i soldati deceduti in Iraq tornano veramente in vita, ma non sono i soliti zombie rimbambiti: hanno un anima, una memoria e un desiderio.
Altro episodio della serie Masters of Horror, questa volta alla regia c'è Joe Dante che gira un mediometraggio sincero fin dall'inizio, schierandosi apertamente e addirittura presentando già nei primi minuti la conclusione delle vicende che vedremo.
Il tocco di originalità sta nel trasformare l'idea dello zombie come corpo privo di contenuto in un soggetto carico di “vissuto storico” in grado di poter esprimere una coscienza con maggior cognizione di causa: gli zombie non vogliono cibarsi dei vivi bensì andare a votare.
In un primo momento i repubblicani pensano di volgere lo strano fenomeno a loro favore (“il voto dei militari è da sempre un voto nostro”), ma l'intenzione dei re-vivi è un'altra (“come mai tutti quelli tornati in vita non votano più per noi?”) ossia evitare che altri debbano essere uccisi per una bugia (perché ora conoscono la verità).
Le cose non andranno per il meglio perché dopo la votazione rimane una questione cruciale: chi conta i voti!
Gradito
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 7 | Son: 6 |

giovedì 6 novembre 2008

Sh007 - La segretaria

ScreensHot: un fotogramma alla settimana proveniente da qualche film.
Vedete voi come prenderla, potete indovinare il film (spesso molto semplice), gustarvi solo l'immagine oppure utilizzarla come wallpaper per il vostro schermo. Dato che sono immagini ridotte potete salvarle, centrarle e usare un buon colore di sfondo per avere una funzionale cornice in tinta unita per posizionare le vostre icone e nel mezzo il vostro ScreensHot preferito.

martedì 4 novembre 2008

I guardiani del giorno

Zavulon è il machiavellico capo dei guardiani del giorno e sta cercando di utilizzare le rigide norme che regolano la tregua stabilita millenni prima per incastrare Anton Gorodesky, uno dei guardiani della notte. Anton vuole riprendersi il figlio, ossia l'eletto, che dovrebbe decretare la supremazia fra luce e oscurità, ma che si trova al momento sotto l'ala protettiva di Zavulon.
Per non sentirsi più spaesati di quello che già lo stile registico crea bisogna almeno aver visto l'episodio procedente della trilogia ideata dallo scrittore Sergej Lukyanenko: I guardiani della notte.
Questo secondo capitolo vede proseguire lo scontro fra il bene e il male con i loro criteri d'azione apparentemente simili e si giunge al momento centrale che vede l'eletto prendere le forze e forse una posizione, ma non si giunge a molto di più.
Se nel primo episodio c'era l'originalità dell'immaturo, qui c'è la deriva dell'eccesso che porta a far stridere il tutto: si trovano scene incerte, alcune ironiche, altre epiche, altre che sembrano inutili esercizi estetici. La regia irrequieta che prima sbilanciava e incuriosiva, questa volta deraglia aggiungendo ancora elementi alla storia senza riordinare quelli precedenti e arrivando anche a stancare un po'.
Sgradito
| Reg: 5 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 5 | Son: 7 |

lunedì 3 novembre 2008

I guardiani della notte

Nel 1342 l’esercito del bene e quello del male si stanno scontrando, per evitare le catastrofiche conseguenze che avrebbe il proseguo della battaglia decidono di stipulare una tregua in attesa dell'arrivo dell’eletto che scegliendo da che parte stare decreterà quale fazione avrà il predominio.
Si cambia registro, nella Russia contemporanea le due forze vivono nascoste fra gli umani, le forze del bene hanno la licenza per controllare quelle del male di notte e l'inverso avviene per il giorno però la distinzione “etica” non è così ben delineata. Intanto sembra che il messia sia finalmente arrivato, quale parte sceglierà?
Questo è il primo episodio della trasposizione cinematografica della trilogia fantasy dello scrittore Sergej Lukyanenko, un vero caso in patria. Un film spiazzante per la regia caotica e visionaria che non aiuta a seguire la narrazione già di per sé complicata.
Ci si trova confusi con la sensazione di aver visto una storia banale, composta da elementi del Signore degli anelli, Matrix e Underworld, completamente coperta da un'originale salsa videoclippara con un'estetica dal sapore di serie B intrisa di buoni effetti speciali.
In mezzo a queste composizioni visive, dove il canovaccio della storia risulta un po' sbrindellato, quello che appare chiaro è che il film deve aver ricevuto un finanziamento dalla Nescafè e che nonostante lo sbilanciamento nello stile, riesce a creare un'atmosfera particolare.
Gradito
| Reg: 7 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 5 | Son: 8 |

sabato 1 novembre 2008

I vincitori di Roma 2008


Si è chiuso il III Festival internazionale del film di Roma che a detta dei numeri sembra essere stato un buon festival.
Qui sotto i premi.

Premio Marc’Aurelio d’Oro del pubblico
Premi assegnati dai critici
  • Premio al miglior film: Opium war di Siddiq Barmak.
  • Premio alla migliore interprete femminile: Donatella Finocchiaro (foto sopra) per Galantuomini di Edoardo Winspeare.
  • Premio al miglior interprete maschile: Bohdan Stupka per Serce na dloni (With a Warm Heart / Il cuore in mano) di Krzysztof Zanussi.
Premi collaterali qui.