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sabato 31 marzo 2012

The Dark Knight Rises - Trailer Originale e LEGO





Questi due video (fateli partire in contemporanea) differiscono per 20.000 piccoli particolari. Quali sono?
Chi non riuscisse a trovarli tutti, veda la soluzione.

mercoledì 28 marzo 2012

Una furbetta a Parigi - Zazie nel metrò

zazie-nel-metro
Zazie nel metro è uno di quei film tratti da libri di successo e per questi film è sentito come un obbligo il raffronto con il libro che quasi sempre si conclude con un: “eh, non è bello come il libro”.
In questo caso la comparazione ha però un effetto inusuale.
La particolarità di Zazie-film è l’essere un qualcosa che si apprezza di più dopo la lettura e, forse, risulterebbe solo un film “strano” se lo si guardasse senza prima aver vissuto quelle rocambolesche vicende sulle pagine del romanzo di Raymond Queneau.
Il regista Louis Malle sceglie di trasformare lo stile di scrittura sperimentale del libro (che io avevo trovato un po' fastidioso) in uno stile surreale, talvolta assurdo, per il racconto cinematografico.
Pur mantenendo grosso modo tutto l’impianto della storia originale (anche se la Zazie del libro è una sboccata ragazzina appena adolescente mentre nel film è una bambina furbetta), Malle si concede di spaziare nei momenti corali accompagnandoli con composizioni da musical, inserendo gag da film muto e introducendo anche un personaggio secondario che compare in modo buffo, in secondo piano, in più di una scena.
Io avevo recuperato Zazie-libro perché era nominato in una qualche analisi del testo di Alice nel paese delle meraviglie, mi ricordo che venivano confrontate le personalità molto diverse delle due ragazzine anche se entrambe vengono catapultate in un mondo nuovo ed entrambi i libri finiscono con il risveglio da un sogno. 
Se il testo di Zazie non mi aveva entusiasmato, il film, invece, mi ha divertito molto, o meglio, grazie alla lettura mi è piaciuta di più la visione. Deliziato

mercoledì 14 marzo 2012

L'ultimo trip - Enter the void

paz de la huerta
Quentin Tarantino aveva inserito questo film nella lista delle sue pellicole preferite del 2010 specificando che a colpirlo erano stati in particolare i titoli di testa (“Hands down best credit scene of the year… Maybe best credit scene of the decade. One of the greatest in cinema history”), questi vengono sparaflashati a raffica e dopo soli due minuti di visione hanno scavato nel nostro nervo ottico un tunnel diretto verso il cervello: sarà la vena attraverso la quale ci inietteremo della droga visiva.
Lo stordimento arriva subito con una dose sparata in solitaria dal nostro protagonista nel suo piccolo appartamento a Tokio. È il giovane Oscar, viene dalla Germania e ora spaccia in un quartiere della metropoli giapponese. Lui è il nostro corpo, il nostro punto di osservazione.
Indosseremo Oscar per "calarci" nella parte e nel vero sballo, quello soprannaturale, che sopraggiunge dopo aver fatto conoscenza con gli altri personaggi e dopo aver nominato il libro che gli ha prestato un amico e sta leggendo con passione, è Il libro tibetano dei morti. Quello è l'oggetto evocativo intorno al quale è concepita la successiva esperienza, si tratterà del viaggio dell'anima dopo la morte, un'odissea post-vita dove, allo stato di Bardo, Oscar planerà drammaticamente su tempo e spazio in attesa della rinascita.
Entrate nel vuoto! Fluttuate, fatevi stordire, resistete al senso di nausea, anche quando il film eccede, diventa pornografia visiva e anche quando potrebbe finire, ma non si ferma. 
D'altra parte non puoi arrestare il trip. Ti vuole portare dallo sfinimento alla catarsi, per raggiungere un nuovo stato di allucinazione dove le immagini sfocano e i soggetti diventano luce; finalmente siamo "illuminati", possiamo dissolverci.
Enter the void è un'esperienza, un film stupefacente. Deliziato