The Terror è una serie antologica a stagioni, questa prima è composta di 10 episodi, tratta dal libro “La scomparsa dell’Erbus” di Dan Simmons, è stata da poco annunciata la seconda che si intitolerà The Terror - Infamy e parlerà di un campo di internamento per americani di discendenza giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.
The Terror prima stagione è inspirato ai fatidici fatti realmente accaduti (La spedizione perduta di Franklin) e in effetti per la prime puntate della serie gli elementi rimangono in equilibrio fra il realismo diluito da possibili scherzi della mente e la possibilità che invece ci siano elementi fantastici, con il proseguo “la cosa” si espliciterà togliendo i dubbi; forse sarebbe stato meglio se invece si fosse riusciti a rimanere in bilico dall’inizio alla fine.
La trama vede due navi britanniche, la Erebus e la Terror, inviate nel 1845 nella zona artica alla ricerca di un passaggio a nord-ovest. I fatti storici dicono che di quella spedizione non si sia saputo più nulla fino al 2014 quando furono ritrovati i resti della prima nave e nel 2016 quelli della seconda.
La nostra serie inizia poco prima che le due imbarcazioni rimangano bloccate ed intrappolate nei ghiacci e continua immaginando quali siano state le sorti dei 129 membri dell’equipaggio.
La nostra serie inizia poco prima che le due imbarcazioni rimangano bloccate ed intrappolate nei ghiacci e continua immaginando quali siano state le sorti dei 129 membri dell’equipaggio.
A colpire subito è il contrasto fra lo spazio claustrofobico e ricco della nave e l’esterno vuoto e sconfinato che si trasforma però in una seconda gabbia, questo è lo scenario che influenzerà in modo determinante le relazioni prima di un equipaggio, poi di singole individualità, alla ricerca di salvezza o qualche forma di redenzione.
Allora che cos’è questo terrore? È solo il nome di una barca? Ovviamente no, nel corso delle puntate assaggiamo le sue sfaccettature, la sua capacità di prosciugare le speranze e di generare in risposta violenza. Questo terrore può trasformare le persone, perché a lottare con i mostri è un attimo a trasformarsi a sua volta in altri mostri. Il terrore può cambiare così profondamente un uomo da renderlo completamente un’altra persona, può segnare una spaccatura esistenziale impossibile da ricomporre.
Quale sarebbe l’origine di questo terrore, qual è la fonte del male?
È un boccone che si mangia giornalmente e che nasconde al suo interno qualcosa di nocivo, è un freddo che ti avvolge fino a spegnere la fiammella che ti fa andare avanti, è qualcosa che ti monta dentro e ti fa implodere quando le tue possibilità diventano contingentate, è il mettere in discussione la vita tua per la vita mia, oppure è solo qualcosa di sconosciuto che ti minaccia dall’esterno, o forse è la certezza che il tuo tempo è finito.
Oltre a queste riflessioni sottotraccia nella storia, mi hanno convinto in particolare i primi episodi, per la sensazione di realismo della vita nelle navi, e mi è piaciuto anche la scelta per il finale. Quello che ho trovato in difetto è un ritmo troppo lento nella seconda parte oltre ad alcuni fatti poco convincenti: penso alla pseudo festicciola e ai suoi risvolti, ai trasferimenti sulla terra ferma incredibili e all’accampamento che pare un villaggio, quando le disponibilità avrebbero dovuto essere molto ridotte.
Se siete disposti ad immergervi nel freddo polare e lasciarvi avvolgere da una storia che non vi donerà alcun calore, ma che puntella alcuni stati della natura umana, vi consiglio di guardare questa serie che offre un mix di generi dallo storico al dramma, passando per l'horror, l'avventura, il survival, il tutto con uno sfondo di fantastico. In ogni caso se decidete di rimanere alla larga, o al largo, vi capisco, è meglio non disturbare il Tuunbaq che dorme.