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mercoledì 30 settembre 2009

martedì 29 settembre 2009

District 9

district 9In un 1980 alternativo un'astronave aliena è comparsa nei cieli di Johannesburg ed è rimasta sospesa in apparente avaria. Gli umani hanno deciso di introdursi al suo interno e vi hanno trovato degli alieni in stato di denutrizione, li hanno quindi portati a terra e, per aiutarli, rinchiusi nel Distretto 9 in modo che non turbassero i locali.
Dopo vent'anni è giunto il momento di spostarli in un nuovo Centro di permanenza temporanea e il ragioniere Wikus Van der Merwe viene promosso ad attuare il compito.
Neill Blomkamp porta in lungometraggio l'idea utilizzata per il suo corto Alive in Joburg, a produrre il tutto c'è Peter Jackson che sicuramente ha visto riaffiorare il suo passato (Bad Taste), ma in questo Distretto 9 ci sono molte altre citazioni da Indipendence day a Robocop, passando per La mosca e giungendo alla recente discarica di Wall-E.
Parte come un mockumentario che presenta la situazione della convivenza delle due razze e si gioca concettualmente sullo sfasamento dei livelli: lo straniero, l'estraneo, che viene sulla nostra terra/Terra è un alieno (“venissero da un altro paese... ma questi vengono da un altro pianeta!”) mentre l'umanità è disumana nei confronti degli ospiti e anche la sua apparente “organizzazione” (MNU=Multi National United) non è altro che una multinazionale interessata solo a trarre possibili profitti dalla tecnologia aliena.
A metà film si cambia registro stilistico con un più tradizionale spara-tutto. Intanto il nostro protagonista scopre cronenberghianamente che mettendosi nei panni dei “gamberoni” la sua concezione degli stessi cambia e mentre i corpi cominciano ad esplodere il sangue schizza anche la macchina da presa, come a ricordare che anche chi sta a guardare – il disprezzo e la violenza verso l'estraneo – è macchiato di sangue.
A me questa fantascientifica storia di immigrazione clandestina non ha convinto pienamente, il gamberone con il gilettino a mo' di Aladdin, l'alienino mago del computer e in generale una continua sensazione di non prendersi mai sul serio rendono un po' incerta l'opera che presenta anche approssimazioni nella “sempliciotta” sceneggiatura per avvantaggiare il ritmo e lo spettacolo.
Gradito
| Reg: 7 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 7 |

lunedì 28 settembre 2009

Transformers

trans formerTrama film - Ero curioso di vederli questi robottoni, ma purtroppo già dopo dieci minuti di film era chiaro che non avrei trovato quello che speravo. Mi ricordavo di Commander, leader degli Autorobots, e quando, dopo mezz'ora, si è presentato con il nome di Optimus Prime e nessun carisma è calato il sipario sulla mia aspettativa di trovare qualche ricordo dei cartoni animati degli anni ottanta.
In realtà qualcosa del passato c'è perché il film è un giocattolone e come dice un panzottino, esaltato dalla pioggia di robottoni che arriva dal cielo, è almeno mille volte più figo di Armageddon (film precedente del regista Bay).
Figo non direi, ma in effetti vorrebbe essere più “spettacolare”, era da un bel po' che non vedevo un tal baraccone di effetti speciali, sprecati.
Sono sprecati perché è tutto confuso, ipercinetico, senza suggestione, senza tensione e arrivano addirittura ad annoiare proprio nel finale dove si assiste ad una carrellata da fuochi d'artificio monocorde.
Non parliamo poi dell'inutilità di vari personaggi come di una Megan Fox, che non mi piace e mi sta antipatica solo a guardarla, messa lì esclusivamente a fare la bella e inutile.
Stride poi pure lo spirito della comicità di basso livello della prima parte (non è autoironia) e il patriottismo di libertà, forza armata e sacrificio della seconda parte.
Cosa hanno fatto ai miei robot?
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 4 | Sce: 3 | Son: 6 |

giovedì 24 settembre 2009

Sh044 - Un, due, tre... meriti di cadere

uno due tre meriti di cadere

ScreensHot: ammira solo, usa come sfondo del desktop o indovina il film.

mercoledì 23 settembre 2009

Polvere

polvere cocainaNon è quella che si deposita sopra i mobili, è quella che abbatte ogni barriera sociale: è la cocaina.
Domini vuole girare un documentario sul mondo della polvere bianca, un po' per diletto e un po' per motivi personali. Per svolgere il compito si fa aiutare dall'amico Giona che ha qualche frequentazione nel sottobosco.
Il film inizia incuriosendo e poi peggiora andando avanti, sempre più, fino a capitolare in un patetico "monologo della puttana" che invece d'essere catartico, come vorrebbe, suona da già sentito. Per la cronaca la signorina in questione è la sorella di Domini che se la fa, a sua insaputa, con Giona.
Quello che mi ha colpito è stato riscontrare alcune analogie con un altro film di un giovane regista: Shooting Silvio. Anche in questo caso c'è il bisogno di invocare un grande regista per farsi coprire con un mantello che funge da richiamo, da riconoscenza, ma che dà anche una sensazione di compiacimento, di strizzatina d'occhio: vedi a chi mi ispiro? Piace anche a te? Allora abbiamo qualcosa in comune, allora stiamo dalla stessa parte. In questo caso il nume tutelare è Kubrick, ma lo stile registico e narrativo scelto vorrebbe riprendere Tarantino e Ritchie.
Questo docu-fiction, un genere che pare andare molto di moda negli ultimi anni, non si capisce bene che parte vuole fare: condannare, emozionare, presentare, fare un esercizio di brutta copia. Forse riesce nell'ultimo caso.
In questa "insensatezza" ben riprende una considerazione rivolta a questa generazione malvagia che chiede un segno, ma un segno non le sarà dato.
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 4 | Son: 7 |

domenica 20 settembre 2009

Come seguire i cinecinguettii recidivi

cinema twitter


L'iscrizione de Il Recidivo a Twitter risale a luglio del 2008 ma solo ora l'ho integrato veramente con il blog.
Qualcuno dice: "Sì va bene, ma una volta aperto il proprio account su Twitter, cosa molto semplice, come posso seguire o replicare alle twittate de Il Recidivo?”
Vediamo come fare.
Dopo aver fatto il login sul proprio account basta andare su quello de Il Recidivo e cliccare sul tasto “Follow”. Adesso si presentano due possibilità, seguire il flusso dei messaggi via computer oppure via cellulare.

Seguire Twitter dal computer
Piuttosto che entrare ogni volta nella pagina del proprio account per vedere se ci sono stati aggiornamenti, cosa antica e scomoda, è meglio sfruttare uno dei tanti programmi che fanno da interfaccia grafica e permettono di essere aggiornati quasi in tempo reale, proprio come accade per gli sms.
Fra le varie possibilità io consiglio di adottare queste soluzioni:
  • Se usate molto il browser installate, dovreste già averlo fatto, Firefox e poi l'estensione Twitterfox (ora conosciuta anche con il nome di Echofon).
    Si tratterà poi di inserire nelle impostazioni username e password del proprio account e così le twittate arriveranno magicamente sotto forma di piccoli avvisi direttamente sul browser. Si potrà anche rispondere e scrivere i propri cinguettii sull'apposita interfaccia che compare cliccando sulla rispettiva icona nella barra di stato.

  • Se preferite una soluzione desktop, stile Windows Messenger per capirsi, allora si può usare Twhirl che funziona su Windows XP, Windows Vista e Mac e richiede Adobe AIR. [Client alternativi]
    Per gli abili utenti Linux confido che vi arrangerete a scegliere fra le varie possibilità, per gli ubuntisti faccio il nome di Gwibber.

Seguire Twitter dal cellulare
Con il vostro bel cellulare dotato di connessione wap/internet potete anche in questo caso utilizzare vari programmini, quello che io adopero e suggerisco è un'applicazione java che offre molto più della sola funzionalità Twitter si chiama Snaptu (leggete qui).
Snaptu è consigliatissimo, come consigliatissimo è avere una flat dati altrimenti il vostro credito telefonico sarà prosciugato o la vostra bolletta molto salata.
Se avete un Blackbarry, un iPhone o Android potete usare una delle specifiche applicazioni (ad esempio ÜberTwitter, Twitterfone, Twitdroid).
Con l'applicazione adatta al vostro cellulare potrete controllare e aggiornare Twitter anche in mobilità.

Ora siete pronti per seguire e produrre i vostri tweet!

sabato 19 settembre 2009

Riviste di Cinema

Dopo i libri sul cinema ecco le mie riviste di cinema, di base vale lo stesso discorso fatto per i dizionari dei film, ormai le notizie che si trovano nei siti e blog di cinema sono molto più fresce di quelle che si troverebbero nelle riviste, tra l'altro la maggior parte è mensile se non addirittura bimestrale e quindi il lato "news" è molto relativo però alcune offrono degli approfondimenti che sarebbe scomodo mettersi a leggere sullo schermo del computer.


rivista cineforum
Andavo a leggerla in emeroteca al posto di studiare ingegneria, è una rivista di critica cinematografica di alto livello fra le più "anziane".
Devo dire che alle volte molti articoli mi sembravano più sfoggi di cultura personale e talvolta partivano delle elucubrazioni che si allontanavano un po' dal film in questione. Ma se a uno piace certa prolissità colta è la più "seria" che ho tastato.


segno cinema
È la mia preferita e sono stato abbonato per due bei anni. È stata fondata dalle mie parti nel 1981 e il suo direttore è stato il curatore del cineforum che ho frequentato. L'ho preferita alla "rivale" (Cineforum) per il tipo di articoli che più si avvicinavano al mio gusto approfondendo sul discorso del film, per il film.



film tv rivista
Numeri su numeri comperati di questa rivista settimanale che è praticamente la versione per cinefili di TV Sorrisi e Canzoni.
Quasi sempre presente nel mio zainetto la usavo per scandagliare la settimana stilando il planning delle registrazioni da fare. Pochi e semplici contenuti, leggera da leggere, ottima per le attese.




ciak rivista di cinema
Ho preso più di qualche numero di questo mensile con una versione un po' modaiola del cinema, non la consiglio, ma credo sia stata la prima rivista di cinema che ho comperato.
Mi ricordo che al centro c'erano delle cartoline in formato A6 da strappare e collezionare con la locandina dei film.


giovedì 17 settembre 2009

Sh043 - Distributore di illusioni

Conveniente distributore di illusioni

ScreensHot: ammira solo, usa come sfondo del desktop o indovina il film.

mercoledì 16 settembre 2009

Essi vivono

Essi vivono[Recensione Flash - Trama film]
I capitalisti sono alieni che attraverso messaggi subliminali condizionano e promuovono il consumismo e giustificano il loro agire con il pretesto di portare il benessere.
Una musica minimale con motivetto ricorrente accompagna una storiella semplice con la classica critica della società moderna e la rivolta della classe operaia.
Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più, alcune scene sono proprio noiose, ma carina l'idea dell'occhiale da sole come strumento che fa vedere, filtrando i colori, cosa si nasconde dietro il primo velo luccicante e sorridente.
“Obbedite - Sposatevi e prolificate - Spendete - Guardate la tv -  Non pensate".
Gradito
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 6 | Son: 5 |

lunedì 14 settembre 2009

Cabaret Brunetta & scenata di Placido


Ogni tanto cedo.
Vorrei tenere queste cose lontane dal Recidivo allora cerco di glissare, mi sforzo a dimenticare, provo ad evitare, ma quando ho visto il video ho pensato che, forse, vale la pena condividerlo perché mi ha fatto storcere la bocca in uno strano sorriso disgustato.
Guardatelo, ascoltatelo, sentite la claque... pensiamoci su, anche alla critica a Placido.
Nauseato


AGGIORNAMENTO dopo i commenti

Dato che ci sono stati alcuni commenti particolari mi sento in dovere di scrivere il mio pensiero anche se non volevo per evitare di perdere tempo.

Secondo me in questo video ci sono molte cose indicative sul come si inserisce il cinema (elemento culturale) nel sistema italiano e di quale sia la linee mentale di Brunetta e della parte politica che rappresenta.
A colpire è anche il modo di parlare usato e lo stile, ma colpisce anche la reazione di Placido alla domanda del giornalista.
Partiamo da quest'ultima. È un sbotto, probabile che già ci avesse pensato, e l'idea di lavorare con “la casa di produzione di Berlusconi” fosse un qualcosa che non mandava giù serenamente e compressa fino al momento della domanda della giornalista che ha stappato facendo schizzare fuori l'insofferenza del regista.
La sua risposta è che se il film lo fa con Rai lo criticano, se lo fa con la Medusa lo stesso... e allora con chi li deve fare i film?
Da una parte produci il film con i soldi del paese, quindi devi venire accreditato per accedere al finanziamento, il che significa ancora politica, contatti, preferenze. Dall'altra parte fai film con l'imprenditore per eccellenza dell'italia, che è anche il politico, più famoso, d'italia.
[Berlusconi però è rimasto sempre, e prima di tutto, un imprenditore interessato al proprio profitto e a non andare in prigione e ha dovuto fare politica per aumentare i suoi profitti e controllare la legge per evitare condanne.]
Oggi, grazie alla tecnologia più accessibile, girare e promuovere un film può essere fattibile con costi ridotti, accorgimenti, un pizzico di genialità ed è probabile che una politica della sovvenzione statale sia da rivedere, magari indirizzarla ad aiuti per far emergere più che a promuovere, puntare su nuovi nomi invece che dare spazio a registi e compagini che già hanno dato.
L'attuale sistema per avere le sovvenzioni avvantaggia le produzioni solide e c'è chi ne approfitta. Non è possibile poi, che gente come Aldo, Giovanni e Giacomo, Pieraccioni, Boldi, De Sica, ma anche Benigni, Faenza, Bellocchio, la Comencini e Placido abbiano soldi dallo Stato.

Torniamo quindi a Brunetta che parla di “culturame”. Usa un'accezione dispregiativa perché quella cultura è per lui scomoda: più le persone sono a contatto con la cultura più sono dotate di strumenti per ragionare, e se sanno ragionare e magari non-pensano-solo-al-loro-profitto allora c'è un'alta probabilità che non voteranno per Berlusconi. Il cinema è veicolo di pensieri, altri modi di pensare, se lo si guarda e ci si riflette sopra stimola il confronto, la messa in discussione di cose scontate, veicola significati, esprime emozioni, condivide idee e storie di vita.
La becera demagogia dello sfruttare il lato economico è il classico amo populista a cui abboccano facilmente i baccalà. Perché spendere soldi per fare film, restaurare i monumenti, fare le manifestazioni culturali? Ci sono le case popolari da fare!
Potrebbe sembrare il grido di un comunista, ma dato che qui si sostiene Brunetta, pare difficile collocarlo in quella vetusta area, è più facile inquadrare l'affermazione come la riduzione di un ignorante di cosa sia la politica, la gestione del bene comune. La politica deve preoccuparsi di fare case popolari, ma anche di promuovere lo sviluppo della cultura, come di restaurare monumenti, sovvenzionare manifestazioni... si tratta di decidere quali risorse usare, con quale priorità e come farlo cercando di ottenere il migliore risultato.
La concezione che qualcuno ha che l'artista, il poeta, il musicista, il regista... siano persone che non hanno niente da fare, suggerisce che colui che la pensa in questo modo reputa che quello che fanno sia il niente.
Io non sono d'accordo, e non posso esserlo secondo ragione, perché anche se non ho grande interesse per l'arte come la pittura, nessuno per scultura e non mi piace la poesia, so che sono cose che trasmettono qualcosa al cuore/cervello di altre persone e quindi hanno un'utilità che in qualche modo deve avere il suo spazio.
In conclusione:
  • Che nel sistema si sovvenzione statale ai film ci siano delle tipiche situazioni patogene che vanno risanate è cosa vera (da una vita).
  • Lo slogan “+ case popolari – film orrendi” lo abbraccio volentieri, ma è solo uno slogan, e quali sono i film orrendi? quelli che non piacciono a me? a te?
  • Tutta la concezione sul culturame è propaganda nauseate.

sabato 12 settembre 2009

Leone d'oro 66^ Mostra del cinema di Venezia

samuel maozIl verdetto ha voluto vincitore Lebanon e così il regista Samuel Maoz si porta a casa il Leone d'oro della 66esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Come fa notare tempestivamente un caro commentatore a colpire è soprattutto il premio assegnato a Jasmine Trinca come attrice emergente! Giovane è giovane, ma ha ben sei film alle spalle e tutti con signori registi nostrani. Effettivamente un diplomatico gioco di compensazioni nell'assegnazione dei premi si nota.
- Lista completa dei premi -

Trailer originale di Lebanon:



venerdì 11 settembre 2009

Le cronache dei morti viventi - Diary of the Dead

Cronache dei morti viventiUn gruppetto di giovani sta girando un film horror, alla regia c'è Jason Creed e il suo dovrebbe essere un progetto universitario, un documentario, ma ha scelto di usare “la mummia” come mezzo per fare della satira sociale. Le loro riprese vengono interrotte da un messaggio alla radio che allerta su violenti e improvvisi scontri che stanno scoppiando in tutto il paese. Il gruppo sale su un Winnebago e tenta di raggiungere i propri cari.
Inizia così il “documentario” con la cronaca dei giorni in cui i morti viventi tornarono (ancora una volta) in vita, a montarlo è stata Debra, la ragazza di Jason, che ha partecipato personalmente agli eventi e fa da voce fuori campo alle macabre vicende.
Se ci si aspetta solo un film horror si rimane con in bocca niente di particolarmente gustoso, se invece lo si guarda come una summa, un saggio per mezzo di un finto documentario, si può ascoltare e apprezzare l'analisi di Romero sull'effetto dei nuovi media sul cinema.
La sua “pellicola” è il collage di filmati provenienti da più fonti come videocamere amatoriali, reperti di videosorveglianza, filmatini di cellulare, video ripresi da una webcam, o trasmessi su you tube. Ovviamente non vale la pena soffermarsi sul fatto che la composizione non sia credibile, considerata la qualità decisamente da film, quello che invece può offrire è un punto della situazione sul cos'è e come viene percepita oggi l'impressione delle immagini su un qualche supporto, non più solo cellulosa, sempre più sul digitale.
Rimane confermato il potere intrinseco nell'arma che riprende e che può essere positivo, per informare, ma contemporaneamente devastante. L'informazione tradizionale sembra morta, ora ci sono i blogger, ma più voci che parlano generano più confusione, quindi aumenta la difficoltà di trovare la verità: tutto diventa solo rumore (“era sui notiziari, era sul web, ma nessuno sapeva davvero cosa stava succedendo”) e il flusso non filtrato/abile di informazioni crea disorientamento e panico.
Come mai questo aumento di informazioni? Perché, una volta che il mezzo è disponibile, sale il desiderio di condividere la propria verità, consapevoli che ciò che vede la telecamera sarà quello che vedrà il pubblico e consci che “se non riprendi è come se non fosse successo”.
In questa dinamica apparentemente liberatoria c'è un effetto perverso, il vetro che divide dall'immagine diventa un filtro che in qualche modo immunizza dal ripreso, e diventa addirittura più importante riprendere la sofferenza che tentare di alleviarla.
Romero cambia nuovamente il ruolo politico rappresentato dai suoi morti viventi, questa volta veicolo dell’infezione sono i clandestini che, intrufolati nel territorio americano, costringono alla reclusione nella propria casa, ma prima o poi entreranno anche lì. Allora tanto vale sedersi e giocare con la PlayStation isolandosi dal mondo prima che il mondo ci divori; oppure riprendere e “immortalare” quello che accade.
Analisi nichilista quella del regista che alla conclusiva domanda se meritiamo d'essere salvati, rilancia la risposta allo spettatore.
Qualcuno può contestare che in quest'opera didattica si trasmette molto più dal parlato che dalle immagini, ed è vero, e aggiungere che esteticamente sembra un po' allontanarsi del terreno "indipendente", e anche questo è vero, ma a me queste cronache hanno appassionato e interessato perché risultano un bignami on the road di alcune tipiche riflessioni sulla comunicazione moderna.
“Sia benedetta la tecnologia! La tecnologia è favolosa; finché non smette di funzionare”.
Estasiato
| Reg: 8 | Rec: 6 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |

giovedì 10 settembre 2009

Sh042 - È pericoloso camminare sul ciglio

camminare sul ciglio

ScreensHot: ammira solo, usa come sfondo del desktop o indovina il film.

mercoledì 9 settembre 2009

Saw - L'enigmista

Chissà se qualcuno si accorgeQuando sono arrivati al quinto capitolo (a breve uscirà il sesto) ho pensato che almeno il primo lo dovevo vedere.
Due apparenti sconosciuti si ritrovano incatenati in un fatiscente bagno di quello che sembra essere uno stabile industriale abbandonato, in mezzo a loro un corpo senza segni di vita. Direi che è una situazione iniziale niente male, anche visivamente riuscita, però i flashback che seguono risultano talvolta noiosi e diventano parentesi di tensione minore, più da thriller, stemperando quella iniziale più alta e paranoica.
Alla fine i vari pezzi si incastrano abbastanza bene, fino all'ultimo tassello che è proprio sotto il naso e fa scorrere il brivido ghiacciato lungo la schiena.
A suo modo ne risulta un gioco funzionale, con alcune cadute, guidato da una macabro quesito di principio: cosa sei disposto a fare per vivere?
L'importante non è partecipare e la morale è un nemico... allora si parla di egoismo, regole sociali, sopravvivenza... che confini hanno, come si interpretano? Entro quali limiti c'è l'Uomo? Ma forse siamo solo uomini, solo una specie animale.
Gradito
| Reg: 7 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 7 | Son: 7 |

martedì 8 settembre 2009

Virtuality (episodio pilota)

virtuality[Recensione Flash]
- Trama del film
Negli ultimi anni sono attratto dai film di fantascienza di serie B e seguendo questo richiamo ho guardato questo pilot che doveva essere l'apertura per una serie tv.
L'idea alla base non è molto originale ma sempre affascinante: la terra sta diventando invivibile e una spedizione è alla ricerca di un pianeta ospitale sul quale trasferirsi.
Il tema centrale e propulsivo della storia è il rapporto di interconnessione fra la realtà virtuale e la realtà fisica. Questo rapporto è giocato su un duplice piano.
Il primo è collegato al fatto che la missione spaziale è stata sovvenzionata anche come un reality show, quindi esistono i tòpoi del caso, con un “regista-autore” che cerca di creare tensioni per aumentare l'audience e lo spazio per il confessionale.
Il secondo livello è connesso al sistema di realtà virtuale utilizzato dai membri dell'equipaggio per concedersi dello svago e della vita “privata” durante il lungo viaggio in condizione di cattività e che pare essere soggetto a un bug con effetti pericolosi.
Fiction, realtà, realtà artificiale, dinamiche sincere e dinamiche artefatte, ma dagli effetti chiaramente reali, sono tutte cose interessanti e a colpire c'è pure un gioco psicologico collegato alla tipologia dei dodici personaggi dell'equipaggio.
Con questi elementi la potenzialità dello sviluppo narrativo è ampissima peccato che, da quanto ho capito, per il momento non se ne farà null'altro.
Deliziato
| Reg: 7 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 8 | Son: 7 |

domenica 6 settembre 2009

Hulk

hulk[Recensione Flash - Trama del film]
Hulk, il celebre supereroe che se si arrabbia diventa grosso e verde, non l'ho conosciuto con i fumetti, ma con Lou Ferrigno e il suo telefilm trasmesso negli anni ottanta che andava in onda prima di MacGyver, quello che aspettavo veramente.
Non mi aveva appassionato molto come personaggio, ma da quando ho visto un approfondimento che analizzava i supereroi come studio culturale ho potuto capire come la sua “rabbia” potesse essere interpretata socialmente, contro il potere, e mi ha affascinato.
Per questo motivo ho visto il film di Ang Lee, ma dell'interessante lato sociologico non c'è traccia in favore invece del lato psicologico e del reparto effetti speciali: non sapevo che Hulk saltasse come una cavalletta all'ennesima potenza.
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 7 |

sabato 5 settembre 2009

Rinnovare a Settembre

rinnovare a settembre
Qualcuno avrà notato che la sidebar del blog è stata modificata, ho spostato il messaggio di benvenuto con la spiegazione de Il Recidivo su Info. Il motivo è che rubava, in modo poco utile, spazio utile che può essere sfruttato in altro modo.
Certamente una restyling completo sarebbe la cosa migliore, ma non essendo in grado di farlo dovrei trovare un tamplate free che mi soddisfi e poi perdere tempo per modificarlo; quindi ci si arrangia con quel che abbiamo.
Veniamo alle nuove intenzioni:
  1. Ho deciso che l'appuntamento con gli ScreensHot finirà con il numero 50, potrebbe riprendere per una seconda tornata magari fino al 100 o anche non riprendere più, avremo un primo (provvisorio?) vincitore e per chi arriverà in ritardo un piccolo “bagaglio” di immagini per gustarsi gli occhi.
    [N.d.r. Bruce Lee, Fabrizio, Heavyhorse, Eleirbag, Eazye, potete al massimo pareggiare e arrivare primi pari-merito con Spino].


  2. Volevo trovare il modo e il senso per inserire i film che ho visto e di cui non ho avuto voglia di scrivere le recensioni annotando solo piccole cose e i voti in file di testo, rimandando, praticamente a mai. Inizialmente il blog doveva, per l'appunto, seguire la traccia di tutti i film che vedevo, poi ha acquistato un po' di pubblico e mi sono fatto qualche riguardo. Già in passato avevo inserito alcuni film con commenti minimali e ricordo che qualcuno aveva avuto da ridire.
    Pensavo quindi di rendere la cosa più “individuabile” in modo tale che il visitatore interpreti la mia intenzione. Si tratterebbero di recensioni flash senza riassunto della trama, solo linkata, qualche parola, anche al limite di un aggettivo, ma con i classici voti.
    Su questa soluzione sono però molto incerto perché se da una parte riprende le intenzioni iniziali dall'altro riduce la “qualità” generale. Se invece passassi con setaccio e mannaia, tenendo e postando solo film Deliziato e Estasiato? Sarebbe una bella selezione e molto impegno in meno, diventerebbe un blog con solo i film belli, o meglio quelli che mi sono piaciuti.

  3. Vorrei ampliare l'uso di Twitter che è comodo anche da cellulare e dargli uno spazio nel blog (vedi discorso sidebar), ora lo utilizzo solo per promuovere (inutilmente) i post, ma potrebbe aggiungere anche qualcosa come pensieri faceti che mi vengono in mente e che hanno a che fare con film e cinema, oppure consigli sui film in tv, o link interessanti. Sarebbero i Cinecinguettii recidivi.
Voi cosa ne pensate?

venerdì 4 settembre 2009

Fuori Orario aspettando un proiettile dal Lido

fuori orario aspettando il lido
Ho appena scoperto che tempestivamente Enrico Ghezzi ripropone nel suo Fuori Orario una nottata per conoscere alcuni film di Shinya Tsukamoto.
Si scriveva proprio qualche giorno fa di Tetsuo the bullet man, il nuovo capitolo della saga di Tetsuo in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, e questa è una bella occasione per farsi un'idea di un cinema che ha come "protagonista" un corpo che coagula metallo.
Metto subito le mani avanti avvertendo che non sono film per famiglia e nemmeno per tutti, vedete se vi ritenete pronti e disposti. Poi... l'appuntamento è questa notte alle 1.10 su Rai Tre. Registrate o rinchiudervi per un “after” fuori dai canonici recinti visivi sorseggiando una miscela di Ballard e Cronenberg in trucida salsa Tsukamoto!

Nick & Norah: Tutto accadde in una notte

tutto accadde in una notteNick si è rinchiuso in casa con il cuore infranto dopo essere stato lasciato da Tris. Non riesce proprio a togliersela dalla testa e continua a confezionarle delle compilation musicali con dedica che lei regolarmente cestina, ma la sua amica-nemica Norah, trovandole molto belle, le recupera per ascoltare nel suo i-pod.
Gli amici di Nick lo convincono ad uscire per suonare con la loro band in un locale e, fatalità, proprio lì incontrerà Norah. Dopo un primo bacio di “copertura” partiranno per una lunga notte alla ricerca di una ragazza ubriaca, del luogo segreto dove si terrà il concerto dei Fluffy, la loro band preferita, e alla ricerca anche di far innamorare le loro due anime gemelle musicali.
Che fascino ha la notte-lunga-una-vita! Percorrendo strade e luoghi che sembrano riempiti solo da quella speciale e occasionale presenza, da un passaggio fugace, e poi le sue luci artificiali che fendono l'oscurità per creare spiragli di divertimento, oppure di intimità, catapultando gli spazi diurni in una nuova dimensione magica e imprevedibile. Il tempo si restringe, perché si rincorre qualcosa che sta per accadere e si rischia di perdere, e allo stesso si dilata, perché nell'attesa di qualcosa tutto appare più lento. È questo tempo dalla percezione ambigua quello che gira intorno al concerto, l'evento centrale e marginale, perché, in fondo, è quasi solo un semplice pretesto per poter vivere tutta la sua cornice e, infatti, è spesso nelle fasce di confine che accadono le cose veramente “memorabili”.
Purtroppo queste sono solo le mie sensazioni generali del "fuori orario" che trovano solo qualche flebile corrispondenza in questo giro notturno per New York che diventa sempre più noioso e stupido con il passare dei minuti, fino a lasciare praticamente solo la furbetta musica a sostenere e non far scadere tutto.
A questi amori giovanili, un po' alternativi, un po' emo, un po' pre-college, si può perdonare certe confusioni e scenate, ma a regia e sceneggiatura si può recriminare che con un piccolo sforzo in più si poteva fare qualcosa di meglio.
Tratto dall'omonimo romanzo di David Lavithan e Rachel Cohn.
Gradito
| Reg: 5 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 7 |

giovedì 3 settembre 2009

Sh041 - Non mi ricordo che film è

non mi ricorda che film è

ScreensHot: ammira solo, usa come sfondo del desktop o indovina il film.

mercoledì 2 settembre 2009

martedì 1 settembre 2009

66^ Mostra di Venezia

mostra del cinema di venezia
Dal 2 (domani) al 12 Settembre a Venezia c'è l'annuale appuntamento con la Mostra del Cinema. Vediamo i film che si tireranno le zampate per il Leone d'oro e le frasette che gli ha dedicato Il Recidivo:
  • SOUL KITCHEN di Fatih Akin
    - Una commedia "sporca" che può essere carina, mi ricordo qualche sorriso nel "La sposa turca", uno dei precedenti film del regista.

  • LA DOPPIA ORA di Giuseppe Capotondi
    - C'è il Filippo Timi protetto da qualcuno ;-) non posso dire niente.

  • YI NGOI (ACCIDENT) di Pou-Soi Cheang
    - Thriller da Hong Kong, sarà ossessivo, sarà orientale...

  • PERSÉCUTION di Patrice Chéreau
    - Un freddo triangolo, d'amore? Boh, ma di sicuro c'è un intruso.

  • LO SPAZIO BIANCO di Francesca Comencini
    - Lo spazio bianco dell'attesa... carina come immagine.

  • WHITE MATERIAL di Claire Denis
    - Maria vuole difendere la sua piantagione, ma intorno la guerriglia impazza. Ah, la piantagione è di caffè.

  • MR. NOBODY di Jaco Van Dormel
    - Dramma fantascientifico che potrebbe piacermi, anche se il trailer non mi convince totalmente. Il Sig. Nessuno rivive nella mente tre possibili storie d'amore, e la sua vita com'è stata? Poteva essere meglio?

  • A SINGLE MAN di Tom Ford
    - Un professore inglese e omosessuale ha saputo che il compagno è morto in un incidente stradale, oltre al dramma l'intolleranza...

  • LOURDES di Jessica Hausner
    - Vabbè, viaggio di Lourdes, miracolo, ecc. Credo sia evitabile.

  • BAD LIEUTENANT: PORT OF CALL NEW ORLEANS di Werner Herzog
    - Herzog fa il remake de "Il cattivo Tenente" di Abel Ferrara, avevo sentito che quest'ultimo non era molto contento.

  • THE ROAD di John Hillcoat
    - Tratto dal famoso romanzo di Cormac McCarthy. Il libro non l'ho letto, ma il film lo vorrei vedere.

  • AHASIN WETEI (BETWEEN TWO WORLDS) di Vimukhti Jayasundara
    - Dello Sri Lanka, nello Sri Lanka, insomma lontano dal Leone e probabilmente dai miei gusti.

  • AL MOSAFER (THE TRAVELLER) di Ahmed Maher
    - Classico film da rassegna del film studio, tre giorni cruciali per la vita di un uomo: nel 1948, nel 1973 e nel 2001.

  • LEVANON (LEBANON) di Samuel Maoz
    - Prima guerra del Libano, 1982.

  • CAPITALISM: A LOVE STORY di Micheal Moore
    - Il furbetto, bravetto, panzottino documentarista Moore questa volta informa e dileggia sulla crisi economica e finanziaria mondiale.

  • ZANAN-E BEDUN-E MARDAN (WOMEN WITHOUT MEN) di Shirin Neshat
    - Donne senza uomini, probabilmente stanno meglio, nell'Iran del 1973 quasi di sicuro.

  • IL GRANDE SOGNO di Michele Placido
    - Classico filmetto per far contenti i giovani comunisti ;-). Jasmine Trinca è incerta se amare il poliziotto, lo studente di sinistra o quello che scrive stupidaggini sui film. A no scusa, sono solo due le possibilità.

  • 36 VUES DU PIC SAINT LOUP di Jacques Rivette
    - Film francese, con Castellitto, che mi sta simpatico, insomma il film è sulle mie corde.

  • SURVIVAL OF THE DEAD di George Romero
    - Incredibile Romero sforna ancora film con i suoi zombie. Chissà se è la volta del film buono o del film cattivo.

  • BAARÌA di Giuseppe Tornatore
    - Un secolo di storia italiana, uno dei candidati alla vittoria. Si dice.

  • TETSUO THE BULLET MAN di Shinya Tsukamoto
    - Eccolo! È tornato, il mitico Tetsuo, il mio vincitore morale. Anche se potrebbe essere una delusione, avrà ancora qualcosa da dire Tsukamoto?! Beh io spero di spararmelo, e ora che è pure un proiettile sarà ancora più facile.

  • PRINCE OF TEARS di Yonfan
    - Poco oriente quest'anno, mi pare, è finita la moda? Eccone uno che può fare per tre: c'è Taiwan, Cina e Hong Kong. Un drammone.

  • LIFE DURING WARTIME di Todd Solondz
    - Mi ricordo il film del regista con la triste ricerca della felicità di alcuni personaggi, molto umana, a tratti patologica, quasi sempre irrealizzabile. Era "Happiness", scrivono che questo dovrebbe essere una variazione sul tema.
Se avete intenzione di andare al lido ecco il calendario dei film di Venezia 2009 (oppure scaricate il PDF).