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sabato 26 giugno 2010

Alice in Wonderland

alice nel paese delle merdaviglieQuando avevo sentito la notizia di Tim Burton alle prese con il microcosmo di Alice mi era montata l’attesa per qualcosa di buono. Gli ingredienti perché il connubio fra la narrazione di Carroll e l’immaginazione visiva di Burton si unissero perfettamente, portando un surplus al mondo delle meraviglie, erano a portata di mano.
Era bastato scoprire che c’era di mezzo anche la Disney per ridimensionare l’aspettativa, calata ancor più con la visione del primo teaser-trailer del film.
Nonostante l’Alice del 1951 della Disney sia il più riuscito degli adattamenti che ho visto finora, mettere insieme le particolarità gotiche di Burton con quelle dell’azienda di intrattenimento con sede a Burbank stride sulla carta e quindi può concretizzarsi in un risultato quasi sicuramente sconnesso. Proprio com'è accaduto.
Questa difficoltà di conciliazione Burton già l'aveva toccata con mano quando, esordiente, lavorò proprio alla Disney per il film Red e Toby salvo poi lamentarsi per aver dovuto disegnare creaturine tutte sorridenti. Probabilmente ci ha ripensato, ha preso due monetine, le ha messe davanti agli occhi (poi in tasca) e ha abbracciato ogni compromesso.
L’Alice di Burton non è l’Alice di Carroll, e sarebbe stato più onesto dare al film un titolo diverso, per rendere chiaro subito il distacco, qualcosa del tipo “Alice nel regno della Regina di cuori” oppure “Alice came back” o anche “Alice 2 la vendemmia”.
Alice Kingsley, non la Liddell dei libri, è orfana e da maritare con un lord inglese. Lei all’idea di questo matrimonio combinato si sente spaesata e per niente propensa e così quando spunta un coniglio bianco, dalla siepe del giardino, lo segue fino a precipitare dentro la sua tana.
Del Paese delle meraviglie in cui si ritrova non riconosce nulla, eppure c’è già stata, i personaggi sembrano attenderla come la salvatrice che dovrà uccidere il drago per liberare il Regno di fantasia. A no, ho fatto confusione, il regno è della Regina rossa, ma lo schema è vero perché questa Alice si ibrida con il fantasy.
Il Tim Burton che conoscevamo è quasi irriconoscibile se non per qualche stronzatina autocitazionista (penso ad un occhio che salta e alle siepi della regina che si intuisce abbiano avuto un trattamento dal giardiniere Edward mani di forbice) e il film è di un convenzionale sfacciato, con una sceneggiatura fatta da una struttura classica addobbata di personaggi minori e vie incompiute (il rapporto fra le regine sorelle, la storia del cane, la spada...).
Vogliamo dire qualcosa sul finale? Il tremendo balletto della “deliranza” del Cappellaio matto (sembra preso da Yattaman), il becero discorsetto di Alice al suo ritorno e la patetica scena di Alice che salpa per la Cina!?
Una cosa è certa, Burton si è venduto e così facendo, come la nostra società insegna, ha guadagnato, più del solito. Il mediocre Alice in Wonderland, uno dei suoi peggiori film, ha incassato un miliardo di dollari solo al cinema entrando nella top 10 di tutti i tempi. A questi dobloni si aggiungeranno tutti gli introiti di merchandising, videogame e home video. Un’ulteriore conferma che non è vero che è la qualità che paga. E alla fine cosa conta? Le quattro scemenze qui scritte o le quantità di denaro che ha smosso il film? Risposta scontata.
Se volete vedere qualcosa di originale, artistico, lodevole, che trae ispirazione da Alice rielaborando con stile, c’è un film di un altro regista, spesso bistrattato, che risponde al nome di Terry Gilliam: il titolo è Tideland. Lasciate perdere questa Wonderland disneyana&burtoniana destinata a chi "ha la deliranza come primo pensiero".
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 6 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 7 |

domenica 20 giugno 2010

Saramago

Cerco di evitare di scrivere di morti e commemorazioni di morti, pensavo di seguire questa strada anche per José Saramago che ci ha lasciati l'altro ieri dopo una malattia. Proprio un anno fa l’avevo celebrato dedicandogli un post con il video del corto basato sul suo unico racconto per bambini Il fiore più grande del mondo.
Ho deciso di parlarne perché l’Osservatore Romano, il giornale del Vaticano, il giorno dopo il suo decesso gli ha dedicato un articolo molto critico. Saramago era ateo e per di più ne diffondeva i motivi, pertanto si capisce l’attacco da parte delle Chiesa. Ovviamente non ho niente da eccepire sul fatto che venga criticato, certo trovo di poco gusto il momento e appare un po’ stridente che così poca attenzione venga da un pulpito che parrebbe, per spirito cristiano, dover dimostrare più di altri rispetto, compassione e perdono.
Viene scritto che “condannava la crociate e si dimenticava dei gulag”. Saramago era un marxista materialista, ma non credo che il suo animo sensibile potesse scordarsi gli effetti prodotti dalle degenerazioni dell’ideologia. Penso io, da suo lettore, lui ora non può smentire le accuse.
Non so se José è in paradiso, all’inferno oppure semplicemente è tornato ad essere quello che era prima di nascere. Io ho un bel ricordo di lui, come di uno scrittore che riusciva a rendermi piacevole il tono poetico. Il suo era uno stile indirizzato ad esprimere significato non solo ad apparire, conciliava esistenzialismo e senso politico, le sue riflessioni si proponevano come un richiamo al lettore e quindi agli esseri umani sempre più ciechi abitanti infestanti un mondo naturalmente sublime.

~ • ~

CHE FARE CON GLI ITALIANI? (da Il Quaderno di José Saramago, traduzione di Giulia Lanciani, Bollati Boringhieri, Torino, 2009)

"Riconosco che la domanda potrà sembrare alquanto offensiva a un orecchio delicato. Ma che succede? Un semplice privato che interpella un intero popolo, che gli chiede il conto per l'uso di un voto che, con sommo gaudio di una maggioranza di destra sempre più insolente, ha finito per fare di Berlusconi il padrone e signore assoluto dell'Italia e della coscienza di milioni di italiani? Anche se in verità, voglio dirlo subito, il più offeso sono io. Sì, proprio io. Offeso nel mio amore per l'Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana, offeso, anche, nella mia pertinace speranza che l'incubo abbia fine e che l'Italia possa recuperare l'esaltante spirito verdiano che è stato,un tempo, la sua migliore definizione. E che non mi si accusi di star mescolando gratuitamente musica e politica, qualunque italiano colto e onorato sa che ho ragione e perché."

sabato 19 giugno 2010

Jennifer's body

jennifer's bodyDirei di cominciare dal perché ho guardato questo film. Starete pensando che mi sia fatto catturare dal corpo di Jennifer ossia da Megan Fox, invece vi sbagliate, a me non piace e mi sta antipatica a vista.
La visione non è stata nemmeno una casualità, l’ho recuperato di mia spontanea volontà perché avevo letto che nella colonna sonora c'era "I can see clearly" degli Screeching Weasel: uno dei miei gruppi punk rock preferiti. Ero quindi curioso di vedere cosa ci faceva questa canzone in mezzo ad un film che aveva tutta l'aria di essere una classica stupidata per studentelli americani e per quelli americanizzati.
Infatti più che un film abbiamo un prodotto confezionato per giovinastri: un teen-horror dove la più bella e zoccoletta della scuola viene posseduta da un demone e diventa una mangiatrice di ragazzi, in tutti i sensi.
Ho scoperto solo con i titoli di coda che il film è scritto da Diablo Cody nota per aver vinto un Oscar per la sceneggiatura di Juno (che non ho visto) venendo dall'occupazione di blogger e spogliarellista.
Anche se si vola bassi, nello sfondo si può riconoscere un tentativo di creare un discorso femminista anzi post-femminista, dove la donna è cacciatrice e l'uomo una preda, un maialino da arrostire. Alla fine non c'è molto da aggiungere perché le cattive ragazze vanno all'inferno e quelle buone in ospedale psichiatrico.
Già sapevamo che Il diavolo è femmina (1935), ora la spogliarellista Cody rincara sostenendo che l'inferno è una ragazza adolescente. Io a questo Jennifer's body preferisco l'omonima canzone delle Hole nell'album "Live through this" che sicuramente avrà ascoltato anche la nostra "diabolica" Cody. Just relax, just go to sleep.
Sgradito
| Reg: 5 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 4 | Son: 7 |

domenica 13 giugno 2010

The Human Centipede (First sequence)

Due ragazze americane in vacanza in Germania, per andare ad una festa ovviamente prendono una strada in mezzo al bosco, si perdono e forano. Per cercare soccorso, intelligentemente, si avventurano nella foresta.
Se per caso troveranno un chirurgo con un passato da luminare nel campo della separazione di fratelli siamesi in pensione, che per occupare il tempo desidera fare il contrario di quanto fatto per anni, non provino a lamentarsi, nemmeno quando diventeranno parte del progetto.
In effetti per le ragazze aprir bocca sarà impossibile perché il Dr. Heiter le posizionerà nel posto centrale e finale del suo perverso “millepiedi umano”. A guidare il rivoltante trenino si aggiungerà un giovane turista giapponese molto kamikaze.
Questo film olandese ha vinto diversi premi in festival dedicati al genere, ma per me può vincere solo sotto la voce “disgusto”. Trama banale, sceneggiatura elementare, si salva l’attore che interpreta in modo convincente lo squilibrato chirurgo nazistoide e la fotografia decente. Qua e là, oltre ad errori logici e visivi, spuntano elementi di grottesca ironia che non riesco a qualificare sia consapevole o meno.
Una volta superata la visione rimane un problema, il titolo tra parentesi riporta un “first sequence” perché è già previsto un “full sequence” e poi un altro film per completare la trilogia del millepiedi umano. Una di quelle trilogie che non faranno sicuramente la storia del cinema, ma difficilmente si dimenticano; purtroppo.
Nauseato
| Reg: 4 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 3 | Son: 6 |

sabato 12 giugno 2010

Una soluzione a tutto, grazie al cinema.

C'è un modo per risolvere alla radice i problemi causati del drammatico incidente della British Petroleum, Obama sa a chi può chiedere una mano (a Terminator).

venerdì 11 giugno 2010

Di Mondiali, Bavagli e Film all'orizzonte


mondiali 2010
Inizia il Mondiale di calcio 2010 mentre in Italia passa al Senato la Legge Bavaglio, la crisi economica impazza e io ho una decina di film in arretrato che potrebbero essere recensiti, ma non ne ho proprio voglia. Allora alzo un po' lo sguardo e nell'orizzonte cinematografico si intravedono alcuni titoli di film che mi incuriosiscono più del solito perché toccano film o personaggi a cui sono legato. Eccoli:
  • Il terzo capitolo per il furiano Riddick
    Dopo il buon inizio con Pitch Black, nel secondo capitolo con le Cronache si era fatto qualche passo falso. Per il terzo hanno dichiarato che sarà un ritorno alle origini e alla regia c'è il bravo David Twohy, ma il più convinto di tutti pare essere Vin Diesel che vorrebbe oltre a questo anche un altro capitolo ancora. Chissà come mai...

  • Prequel di Jackie Brown
    Senza Tarantino, ma con la sua benedizione. Nel senso di "andate a farvi benedire" o nel senso che sarà benedetto?

  • McGyver
    Dopo una blasfema parodia (Mac Gruber) si pensa di fare una versione seria. Ha senso? E me lo chiedo da amante del personaggio.

  • Dylan Dog
    Ancora una volta l'indagatore dell'incubo trova la strada del grande schermo, i presupposti perché sia una delusione ci sono tutte. Tanto per gradire si dice che causa diritti d'autore siano stati costretti a sostituire l'assistente Groucho con un certo Marcus!

  • The Hobbit
    Il regista Gulliermo Del Toro ha dato le dimissioni perché dopo i continui rinvii delle riprese si è stancato. Rimane un alleato del film e contribuirà per il passaggio di consegne al nuovo regista. In teoria sarebbe prevista la prima parte nelle sale per dicembre 2012 e l'anno successivo per la seconda, ce la faranno?
Notato qualcosa?
Oltre al fatto che non sembrano promettere bene, non c'è praticamente niente di "originale", sono continuazioni, prequel, remake... Abbiamo già parlato in questi lidi di come il cinema, come altri campi espressivi, sia sempre più ricomposizione per motivi fisiologici oltre che economici. Allora per finire con qualcosa su cui si può sperare un po' e che sarà disponibile già a luglio negli Stati Uniti, nomino:
  • Inception, il prossimo film di Christopher Nolan con Di Caprio protagonista. Ecco il trailer:


sabato 5 giugno 2010

Radio per cinefili

radio per cinefiliÈ da tempo che l'ho scoperta ma mi ero dimenticato di promuoverla sul blog. Parlo di una web radio che sicuramente farà piacere a tutti i cinefili perché trasmette esclusivamente musica dalle colonne sonore dei film. Si chiama: CINEMIX - film music station

Potete ascoltarla in streaming direttamente dal loro sito oppure:
  • Se usate Ubuntu vi consiglio di consultare questo post per poterla ascoltare con comodità dalla vostra scrivania.
  • Se usate Windows, Mac o Linux un alternativo metodo semplice è copiare questo indirizzo e aprirlo con VLC.
In questa pagina potete vedere la playlist con le ultime canzoni mandate in onda, con la copertina dell'album e il titolo del film da cui sono tratte. Volendo c'è anche la possibilità di acquistare le tracce su Amazon.

venerdì 4 giugno 2010

Multata la DeLorean

de lorean tshirtQuesta immagine che ritrae la mitica De Lorean DMC-12 con l'inconfondibile design ideato dall'italiano Giorgetto Giuggiaro, che i cinefili ricordano per essere l'auto protagonista della trilogia di Ritorno al futuro, appare in una delle magliette di Glennz.
Nel loro sito si possono trovare altre ingegnose illustrazioni che traggono spunto dall'universo pop-cinefilo-geek in versione ironica e divertente.
Sullo schermo fanno voglia tutte, da segnalare anche la sezione wallpaper per scaricare le immagini come sfondo per il vostro cellulare e che permette una soluzione più economica e "portabile" per godere delle creative immagini.
spock wallpaper

giovedì 3 giugno 2010

The Sky Crawlers - I cavalieri del cielo

i cavalierei del cieloAVVERTENZA: il film è particolare e condizionato da un ritmo lento e dal momento in cui arrivano certi dialoghi, se non l’avete visto e volete guastarvelo veramente consiglio di rimandare la lettura a dopo la visione (compresa la fine dei titoli di coda!).

Per tutta la durata di questa animazione che coniuga una doppia soluzione grafica, vecchio stile per le scene a terra e computer grafica per quelle in volo, si viene avvolti in un’atmosfera eterea e dilatata.
La sensazione che il film lascia si trascina anche nei giorni seguenti, io l’ho metabolizzato dopo una settimana: subito non mi ero nemmeno domandato se mi era piaciuto.
Si apre con l’arrivo in una base militare di un nuovo pilota d'aereo che fin dalla sua presentazione si trascina il “fantasma” di quello che l’ha preceduto e del quale cercherà di capirne la storia e l’identità.
Scopriremo che lui è un Kildren, adolescenti-killer, senza emozioni, creati per diventare aviatori militari, sono un brevetto della Rostock corporation, una delle due industrie belliche che hanno in appalto le guerre.
Le guerre in questo mondo alternativo sono "forzate", combattute contro nemici asettici e con una funzionalità specifica: servono agli spettatori, devono alimentare la fiducia dell’importanza della pace per la società. La guerra per essere convincente deve essere reale, la sola narrazione rischia di annullarne l’effetto e se la gente non vede la sofferenza allora la pace non può essere mantenuta e il suo significato dimenticato.
Per soddisfare l'esigenza di uno stato di guerra continuo vengono creati appositi soldati, carne da macello, e così i Kildren combattono il loro conflitto indefinito contro nemici anonimi mentre la gente comune assiste annoiata agli attacchi dalla televisione di un bar o visitando le basi militari.
La vita dei protagonisti delle battaglie diventa un’infinita ripetizione del presente, vivono in un’innocenza irresponsabile trascorrendo l’attesa fra un combattimento e l’altro in una quotidianità monotona dove i gesti perdono senso. In fondo tutto quello che accade è come se non succedesse, sono infanzie spezzate, vite progettate per non avere un futuro. D’altra parte persone che sono state allevate per morire è necessario che crescano?
Il regista Oshii, già celebre per Ghost in the shell, trae spunto dalla graphic novel di Hiroshi Moro e con un’estetica malinconica ci sommerge e stordisce come in un dormiveglia per mostrarci la storia di una vita concentrata e diluita. Nei cieli c'è un nemico che non può essere sconfitto, un "padre" che ti darà il colpo di grazia, e in terra un'umanità da rassicurare perché la sua perdita di Umanità è un costante pericolo per se stessa.
Deliziato

| Reg: 8 | Ani: 8 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |