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sabato 17 settembre 2011

The Necktie

Clic sull'immagine per vedere il corto.

«Valentin and his compelling quest for the meaning of life. The film skilfully outlines the way this model employee's personality is effaced by futile work in a dead-end job that makes him forget his youthful pastimes. As his birthdays go by, boredom replaces hope and his old aspirations fade. When revolt emerges for a moment, it is quashed by despair.
On his 40th birthday, he rediscovers an old accordion hidden in a closet and regains the joy of life.
Filmmaker Jean-François Lévesque has a superb eye for detail and directs his story with subtlety and aplomb. The ingenious mix of puppet animation and animated drawings reinforces the contrast between Valentin — a human, likeable character — and his colleagues and boss, a two-dimensional cardboard cut-out.
The Necktie is a critical look at the apparently immutable powers-that-be, the dehumanizing nature of futile work, and hope reborn after all» (NFB). 

domenica 11 settembre 2011

Leone d'oro 68^ Mostra del cinema di Venezia

sokurov leone doro
Assegnato il Leone d'Oro di questa 68^ Mostra del Cinema di Venezia che a sentir dei critici sembra essere stata complessivamente di buon livello. 
Qualche soddisfazione questa volta se l'è presa anche il cinema nostrano che già poteva contare sul Leone alla carriera per Marco Bellocchio. Il regista ha però voluto dare il suo giudizio, decisamente scontato, sul nostro cinema: «Tutti si buttano sulla commedia - poveramente, miseramente - perché ha successo; invece bisognerebbe cercare strade nuove».
Quello che mi ha stupito di più è stato proprio il Leone d'Oro, non mi aspettavo che Sokurov potesse essere far i papabili, sebbene sia fra i miei 10 registi preferiti grazie soprattutto al bellissimo sogno ad occhi aperti de L'arca russa.
Insomma un altro film si aggiunge di diritto alla lista di quelli da vedere, una lista che questa Mostra ha sicuramente allungato con vari titoli interessanti.

  • LEONE D'ORO: Faust di Aleksandr Sokurov
  • Leone d'argento miglior regia: Cai Shangjun per Ren shan ren hai
  • Premio speciale della giuria: Terraferma di Emanuele Crialese
  • Coppa Volpi migliore attrice: Deanie Yip per A Simple Life
  • Coppa Volpi miglior attore: Michael Fassbender per Shame


Trailer di Faust:


domenica 4 settembre 2011

Verifica incerta

ghezzi ozu

«Il campo della cinepresa è solo una piccola finestra sul mondo, l’amore è solo una piccola finestra sulla vita. Bisogna pensarci due volte prima di iniziare a riprendere».

È una frase del regista giapponese Yasujiro Ozu, Enrico Ghezzi l'ha letta l'altro giorno nel suo intervento finale della puntata di Blob. Oltre ad essermi rimasta impressa mi ha ricordato che di Ozu non ho visto nulla nonostante avessi registrato, proprio da una notturna del Fuori Orario di Ghezzi, quattro suoi film.
Ho aperto il mio scatolone di VHS e dopo averne spostate un paio è comparsa una EMETEC e con uno sbuffo di polvere ha scoperchiato una malinconia da tempo che passa, inesorabile, sfuggevole nell'istante e pesante nell'accumulo.
I "tempi delle videocassette" fanno parte del periodo del mio innamoramento verso il Cinema, coronato da una spasmodica ricerca di recuperare, vedere, conoscere quanto più potevo. Il Cinema mi si presentava come un magico binocolo per scrutare il mondo, non solo quello intorno a me, mi proiettava oltre frontiere geografiche e culturali. In un paio d'ore potevo viaggiare, abbandonare il mio contesto e arricchire la mia realtà con altre vite, nuovi pensieri, inaspettati modi di vedere le cose, seguire ritmi dilatati o frenetici, potevo divertirmi con personaggi fantastici o tormentarmi per quelli troppo umani.
C'era poi un'altra cosa che mi affascinava: dietro alle immagini raccolte dalla macchina da presa c'era una persona che dava un "significato" alla sua creazione, c'era un atto espressivo, e il tentativo di riconoscerlo e comprenderlo provocava in me un'attrazione intellettuale. Il sapere che quel domandarsi e riflettere doveva portare ad un qualche concezione definibile mi dava il piacere che fosse possibile raggiungere "un senso"; la sommatoria di quei sensi mi permetteva di affinare la capacità di capire e cogliere maggior essenza in ogni altra cosa.
Poi il tempo passa, l'euforia svanisce, dall'innamoramento si passa all'amore per il Cinema, un sentimento ridimensionato, perché in fondo - il Cinema - è solo una piccola finestra dalla quale alle volte ti stanchi pure di guardare il paesaggio.

videocassetta di ozu