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mercoledì 10 luglio 2013

Simpsonizzati

Daenerys-Targaryen-simpson
Adrien Noterdaem è un artista belga con la  passione per i film e le serie tv, le sue preferite sono The Wire, Breaking Bad, Deadwood, The Sopranos, The Simpsons. Proprio prendendo spunto da quest'ultima ha pensato bene di simpsonizzare anche altri personaggi. 
In particolare in questo momento è popolare per quelli sulla serie Game Of Thrones, per vedere gli altri lavori e rimanere aggiornati sulle sue realizzazioni c'è il tumblr: Simpsonized.
tetsuo-simpson

domenica 7 luglio 2013

En Passant


Quando segnalavo un corto realizzato con software opensource era sempre prodotto dalla Blender Foundation, ossia la casa madre del software. Questa volta l'operazione viene dall'esterno, Chris Burton e Leeren Raphley hanno creato En Passant un piccolo musical d'animazione che ha richiesto un lavoro di due anni, coinvolgendo 40 artisti e senza fondi alle spalle. 
Il corto è stato messo online ed è visibile anche qui sopra, inoltre si può scaricare la colonna sonora che al Jerry Goldsmith Awards ha vinto il premio come migliore soundtrack in un film d'animazione e con "Leilah's Ballad" quello per la migliore canzone.

martedì 2 luglio 2013

Sotto le rovine del Buddha

Sotto-Le-Rovine-Del-Buddha
Il cinema americano ha la famiglia Coppola, il cinema medio-orientale ha la famiglia Makhmalbaf, e questa ha pure la sua scuola di cinema e i film se li produce da sé attraverso la Makhmalbaf Film House.
Questo Sotto le rovine del Buddha è girato da Hanna, la più giovane della famiglia, classe 1988. Impugna la macchina da presa dopo il padre Mohnsen e alla sorella Samira, prende spunto dalla "talebanata" della distruzione dei Buddha di Bamiyan per raccontare una storiella con protagonista una bambina che vuole andare a scuola ad ogni costo.
Niente di originale, ci sono i soliti leitmotiv del cinema iraniano, ma complice il fatto che è da un bel po' che non ne vedevo uno del "filone" e che la storia è una riflessione pedagogica e sociologica semplice ma concreta, il film mi ha convinto e mi è piaciuto.
Quindi niente grande cinema però c'è del buon mestiere con qualche tocco più schematico che poetico, il segno che Hana è cresciuta direttamente nel cinema e difficilmente offrirà guizzi originali tipici di chi riesce ad emergere. Il risultato è comunque di tutto rispetto.
L'innocenza e la forza di volontà della bambina si stagliano in un paesaggio aspro e arido, incurante della sua presenza, anzi con la costante sensazione che sia pronto a riassorbirla, a farla scomparire. Quando qualche persona entra distrattamente in relazione con lei non è mai per aiutarla, ma solo per complicarle le cose.
La piccola è vestita di verde, il colore del movimento riformista iraniano, diventa così simbolo del possibile germoglio di rinnovamento culturale anche in territorio afgano: lei vuole andare a scuola per imparare storie divertenti e poi vuole farsi bella. Tutte cose che non sono ben viste dalla cultura che la circonda, maschilista e oppressiva, una realtà statica che lei attraversa con caparbia nonostante tutto remi contro alle sue intenzioni e ai suoi sogni.
Gli incontri la rallentano, la bloccano. Gli adulti appaiono marginalmente eppure il loro mondo incombe costantemente perché hanno infisso gli ideali paletti che condizionano la sua esistenza e le sue possibilità. Gli altri bambini che crescono come lei in quello scenario ostile "giocano" a fare la guerra, fingono di essere talebani, poi soldati americani, e quelli che compiono verso la nostra protagonista e il suo amico da noi sarebbero atti di bullismo, lì diventano normalità.
I desideri della bambina vestita di verde hanno le armi puntate contro, non è solo un gioco, è una vera persecuzione educativa. Ti abbatte. Lei vorrebbe solo imparare a leggere belle storie invece la Storia che deve fronteggiare è diversa, asfissiante, e quel terreno è troppo arido per permettere che una generazione migliore germogli. Deliziato