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giovedì 31 dicembre 2020

I miei film preferiti di questo fantastico 2020

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Cosa dire di questo anno 2020? La settimana scorsa avevo iniziato a scrivere un post intitolato "Spoiler: alla fine muoiono tutti", ma mi ero interrotto. Allora niente dai, parliamo di film, come al solito pensavo che ne avrei visti di più e invece quando si tratta di decidere mi fanno sempre meno voglia e siccome deve essere un piacere, se non mi va lascio perdere. Per quanto riguarda il tema cinema il protagonista dell'anno è stato quello che è considerato da alcuni come l'anti-cinema, ossia Netflix, che ha distribuito e/o prodotto alcuni dei film che più mi sono piaciuti.
I miei film preferiti di questo 2020 sono, in ordine alfabetico, i seguenti cinque:


Bacurau

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Regia di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles. Trailer
Visione consigliata in una calda giornata d'estate. Un apparente innocuo villaggetto sperduto nel Brasile diventa lo scenario adatto per un'analisi geopolitica; i generi cinematografici si mischiano, sembra un western, uno slasher, fantascienza, invece è modernità. Avevo iniziato la visione senza saperne niente e senza aspettarmi niente, mi ha sorpreso.


Diamanti grezzi

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Regia di Josh e Benny Safdie. Trailer
Ansiogeno. Soffro il mal di macchina e qui la macchina da presa traballa e rincorre, lo spiacevole effetto "ben" si è accostato al susseguirsi intrepido e adrenalinico degli eventi che investono un gioielliere ebreo scommettitore incallito che vuole fare la grossa vincita... Finito il film non mi sentivo molto bene, passa qualche minuto, fai un respiro ed è un po' come mettere giù i piedi dall'auto. Tanto dove vuoi andare? 


Il lago delle oche selvatiche

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Regia di Diao Yinan. Trailer
Anche questo titolo lo consiglierei per una visione estiva. Girato a Wuhan, prima che diventasse famosa per altro, è un noir che intrattiene, gestisce bene tempi, personaggi, fotografia. Fra bande di criminali in motocicletta scatta uno sgarro, c'è un fuggitivo che uccide per sbaglio anche un poliziotto. Braccato dai rivali e dalla polizia riuscirà a passare la notte? I giorni? Qualcuno lo aiuterà?
Il film sembra prendere un noir classico per sovvertirne tutti gli elementi in una salsa cinese. Gusto agrodolce, mi è piaciuto.


Mank

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Regia di David Fincher. Trailer
Se dovessi definirlo direi: un film per cinefili. Ero incerto se metterlo nella lista, perché mi ha anche stancato. Si ricostruisce lo scenario della Hollywood anni '30 con la genesi della sceneggiatura di Quarto Potere, che verrà girato da Orson Welles, ma pare scritto solo da Herman J. Mankiewicz, detto per l'appunto, Mank. Lui ha la parlata asciutta ed intelligente, è alcolizzato, democratico con idee socialiste insomma ha tutte le carte in regola per piacermi. Consiglierei la visione ravvicinata di entrambi i film.


Sto pensando di finirla qui

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Poco sopra ho consigliato la visione di film in estate, in questo caso la visione adatta è una fredda serata d'inverno, magari con la neve, proprio come la condizione atmosferica del film. Dentro un'auto che fende la tormenta, una coppia si dirige alla cena dei genitori di lui. Quella macchina sta portando a un percorso onirico dove il tempo si avvolge su se stesso, la memoria vaga, si confonde, e si cerca di dipanare l'esistenza. Attendevo il cervellotico Kaufman, non mi ha deluso, almeno fino alla parte conclusiva, che ho trovato un po' stonata.


Oltre a questi cinque film dell'anno che ho visto e mi sono piaciuti di più, ce ne sono altri tre degni di una breve nota:

  • Delusione dell'anno: Tenet di Christopher Nolan.
  • Deliziato senza novità: Sull'infinitezza di Roy Andersson.
  • Piccolo film, niente male: Doppia pelle di Quentin Dupieux.

Per concludere ecco la lista di film usciti quest'anno che mi vengono in mente e vorrei vedere:

  • City hall
  • I miserabili
  • Il processo ai Chicago 7   (Recuperato: Gradito)
  • Mandibules   (Recuperato: Gradito)
  • Martin Eden
  • On the rocks
  • Possessor   (Recuperato: Sgradito)
  • Roubaix, une lumière   (Recuperato: Gradito)
  • Soul   (Recuperato: Gradito)
  • Sound of metal   (Recuperato: Deliziato)
  • Tra una morte e l'altra   (Recuperato: Deliziato)
  • Un altro giro   (Recuperato: Gradito)
  • Wolfwalkers

martedì 17 novembre 2020

Cosa ci si aspetta da noi?


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C’è un breve racconto che ho appena letto e vorrei condividere, si intitola “What's expected of us” di Ted Chiang, è stato pubblicato nel 2005 su Nature, è in inglese e lo potete leggere qui, vi bastano 5 minuti. 
Mi è piaciuto perché riguarda uno degli argomenti su cui ho riflettuto, ossia il libero arbitrio. 
Ted Chiang si è laureato in informatica e come scrittore si è fatto conoscere per i suoi racconti di fantascienza, alcuni dei quali hanno vinto i maggiori premi della categoria: Premio Nebula per Torre di Babilonia; Premio Nebula e Theodore Sturgeon Memorial Award per Storia della tua vita; Premio Nebula, Premio Locus e Premio Hugo per la L'inferno è l'assenza di Dio
Il mondo del cinema ha già incontrato Chiang infatti Arrival, il film del 2016 di Denis Villeneuve, è tratto proprio da Storia della tua vita
Oltre a quanto citato, ri-consiglio una recente miniserie che tocca anche lei l’argomento del libero arbitro: DEVS.
Segnalo infine che “What's expected of us” è stato pubblicato anche in italiano con il titolo Cosa ci si aspetta da noi e inserito nella raccolta di racconti Respiro edito da Frassinelli.

sabato 31 ottobre 2020

Film per Halloween - 13 e Videochat

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Sono ben tredici le liste di film che finora ho compilato per offrire uno spunto su come passare Halloween con qualche film, e in tempi di COVID diventano ancora più utili visto che trascorrere la giornata di Halloween in casa è consigliato, anzi quasi mandatorio, e guardare un film a tema è una bella soluzione. Riepilogo quindi i menù proposti negli anni precedenti:

Tredici liste. Tredici non è un numero naturale qualsiasi, per capirsi viene dopo il dodici e prima del quattordici, già qui ci siamo capiti. Ma è anche un numero primo, un numero di Fibonacci e, come se non bastasse, tredici è un numero felice e un numero fortunato.
Eppure al tredici non sono bastate tutte queste belle caratteristiche e in molte culture ha una cattiva nomea, tanto che esiste addirittura una parola che identifica la paura del numero tredici: triscaidecafobia.
Il Recidivo non teme il tredici e dopo tredici liste ne propone una quattordicesima a tema 13 e, come se non bastasse, ripropone pure la lista composta per il recente Linux Day svolto online che è indicata per passare un Halloween in videochat.

» Ricetta per un Halloween a base di 13 

film-halloween-numero-13

13 Ghosts 
(William Castle, 1960, trailer)
Lo zio occultista ha lasciato in eredità al nipote una casa che nasconde un tesoro ma si scoprirà essere anche infestata da dodici fantasmi che attendono il tredicesimo per essere liberati. Vecchio film senza pretese, per fare un sorriso.

Distretto 13: le brigate della morte 
(John Carpenter, 1976, guarda film completo)
Una stazione di polizia di Los Angeles viene presa d'assalto da una banda armata. L'avevo recuperato perchè era di Carpenter e valutato con voti alti, ma ricordo che a me non era piaciuto, diventa una specie di western e mi aveva stancato durante la visione.

Venerdì 13
(Sean S. Cunningham, 1980, trailer)
Più che un film una saga, qui segnalo il primo, ma sono ben dodici i film (curioso che per ora manchi proprio il tredicesimo). Non so quale sia il migliore, non ne ho visto neppure uno, però Jason Voorhees e la sua maschera da hockey sono diventati iconici nell'immaginario horror e, come nel mio caso, riconoscibili senza nemmeno aver visto un film.

Il tredicesimo piano
(Josef Rusnak, 1999, trailer)
Al tredicesimo piano di un grattacielo di Los Angeles il programmatore Hannon Fuller è riuscito a creare una realtà virtuale con personaggi dotati di intelligenza artificiale, ma viene ucciso. Sarà il suo collega a cercare di capire cosa è successo, fra realtà e "virtualrealtà". Thriller fantascientifico messo un po' in ombra dall'uscita nello stesso periodo di Matrix, io lo vidi al cinema e ricordo che non mi dispiacque, ma non mi ricordo il film.

13 Tzameti 
(Géla Babluani, 2005, trailer)
Giovane operaio ruba una lettera che contiene delle misteriose indicazioni, diventerà il tredicesimo concorrente al posto di un altro. Una rulette russa in cerchio è l'immagine emblematica del film: la classe dominante ha un bel gioco per te, puoi diventare ricco se sei disposto a rinunciare alla vita.



» Ricetta per un Halloween in videochat

halloween-in-videochat
Per le informazioni sui film rimando al precedente post.

venerdì 23 ottobre 2020

Film sulle videochat - [Linux Day 2020]

Linux Day 2020 - film videochat
Sabato 24 e domenica 25 ottobre c'è un doppio Linux Day. Se in passato la giornata dedicata al software libero era organizzata solo per il sabato, quest'anno, in tempi di coronavirus, si raddoppia.
Ma a differenza della Mostra del cinema di Venezia non sarà un possibile mezzo di diffusione Covid-19 perchè questa ventesima edizione è interamente online con conferenze unificate, migrando dalla strutturazione nelle varie iniziative pubbliche diffuse sul territorio a un coordinato incontro virtuale a livello nazionale. 
Per vedere se c'è qualche talk che può interessare rimando al programma delle giornate dal quale sarà anche possibile accedere alle varie videoconferenze. 
Per collegare il blog a questa iniziativa propongo una lista di film dove le videochat hanno un ruolo da protagonista, in pratica sono tutti declinati nel genere drammatico o horror, mostrando il duplice aspetto di questa tecnologia che ci risulta comoda ed utile per comunicare e relazionarsi senza vincoli di spazio ma, da tempo, è anche un luogo dove mettere in scena paure e aspetti terrificanti degli esseri umani.
Potrebbe essere una lista di film adatta anche per la giornata di Halloween, un "Halloween in videochat", vedremo se ho preso due piccioni con una fava o ci sarà un altro post. Dei nove film sulle videochat che seguono ne ho visti solo due e non mi erano piaciuti, quindi non è una lista di consigli bensì solo una lista di proposte. 
Buoni Linux Day, e buone videochat hot.


Film sulle videochat


chatroom i segreti della mente locandina
Chatroom - I segreti della mente 
(2010, H. Nakata, trailer)


catfish locandina
Catfish 
(2010, H. Joost e A. Schulman, trailer)


disconnect
Disconnect 
(2012, H.A. Rubin, trailer)


smiley locandina
Smiley 
(2012, M.J. Gallagher, trailer)


the den locandina
The Den
(2013, Z. Donohue, trailer)


unfriended locandina
Unfriended 
(2014, L. Gabriadze, trailer)


cam locandina
Cam 
(2018, D. Goldhaber, trailer)


unfriended dark web locandina
Unfriended: dark web 
(2018, S. Susco, trailer)


searching locandina
Searching 
(2018, A. Chaganty, trailer

domenica 13 settembre 2020

Leone d'oro 77^ Mostra del cinema di Venezia

Leone d'oro venezia 77
[Frances McDormand e Chloé Zhao ringrazionano tramite un video]

Finita anche la settantasettesima Mostra d'arte cinematografica di Venezia, un'edizione complicata per via del Covid-19. Gli organizzatori si dichiarano soddisfatti, era difficile far funzionare tutta la macchina dello spettacolo e rispettare bene le norme di sicurezza, a dir loro tutto è filato liscio ed erano contenti di essere arrivati alla fine, ma per constatare se sono stati efficaci bisognerebbe attendere due settimane, ossia il tempo di incubazione.
Nonostante le complicazioni anche i numeri del pubblico sono stati da aspettative, si mirava a un dimezzamento degli anni precedenti, Alberto Barbera ha detto che sono stati raggiunti. Meno positivi sono gli umori di parte della critica dopo le premiazioni, che ha messo in discussione la scelta dei componenti della giuria.
Si era detto un concorso più femminile e italiano del solito, e il Leone d'oro l'ha vinto la regista Chloé Zhao (film distribuito da Disney), si lamenta invece Rai Cinema per i suoi tre film a mani vuote (Notturno, Miss Marx e Le sorelle Macaluso). 
Io ho poco da dire, mi fa piacere il premio a Favino che mi sta simpatico ed è ormai riconosciuta punta di diamante degli attori italiani. Dei quattro film su cui avevo qualche aspettativa sulla carta, solo Nuevo orden di Michel Franco ha vinto un premio (Leone d'argento Gran premio della giuria) e ho sentito parlar bene di Notturno di Rosi.
Ho seguito molto poco le notizie dalla Mostra, però un paio di film scoperti in itinere che segno come promemoria ci sono, e sventolano bandiera rossa: Cari Compagni! di Andrei Konchalovsky e Miss Marx di Susanna Nicchiarelli.
Al post-visione l'ardua sentenza.

  • LEONE D'ORO:  Nomadland di Chloé Zhao.
  • Leone d'argento miglior regia: Kiyoshi Kurosawa per Supai no tsuma (Moglie di una spia).
  • Premio speciale della giuriaDorogie tovariščidi (Cari Compagni!) Andrej Končalovskij.
  • Coppa Volpi migliore attrice: Vanessa Kirby per Pieces of a Woman.
  • Coppa Volpi miglior attore: Pierfrancesco Favino per Padrenostro.

Trailer di Nomadland:

lunedì 31 agosto 2020

Mostra di Venezia 77 - I film in concorso

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Dal 2 al 12 settembre si terrà la settantasettesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia che non si ferma nonostante il Covid-19 potrebbe essere seduto nella poltroncina dietro la tua.
A presiedere la giuria della sezione principale c'è l'australiana Cate Blanchett, gli altri componenti sono Matt Dillon (che ha sostituito Christi Puiu), Veronika Franz, Joanna Hogg, Nicola Lagioia, Christian Petzold e Ludivine Sagnier.

Film in concorso a Venezia 77:
  • Amants di Nicole Garcia
  • The Disciple di Chaitanya Tamhane
  • Dorogie tovarišči (Cari compagni) di Andrej Končalovskij
  • Khōrshīd (Sole) di Majid Majidi 
  • Laila in Haifa di Amos Gitai 
  • Miss Marx di Susanna Nicchiarelli
  • Nomadland di Chloé Zhao
  • Notturno di Gianfranco Rosi
  • Nuevo orden di Michel Franco
  • Padrenostro di Claudio Noce
  • Pieces of a Woman di Kornél Mundruczó
  • Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić 
  • Səpələnmiş ölümlər arasında (Tra una morte e l'altra) di Hilal Baydarov
  • Śniegu już nigdy nie będzie (Non ci sarà mai la neve) di M. Szumowska e M. Englert 
  • Le sorelle Macaluso di Emma Dante 
  • Supai no tsuma (Moglie di una spia) di Kiyoshi Kurosawa 
  • Und morgen die ganze Welt (E domani un altro mondo) di Julia von Heinz 
  • The World To Come di Mona Fastvold
In concorso ci sono ben 4 film italiani e ben 8 registe su 18 film, si potrebbe dire un festival più italiano e più femminile del solito, effetto virus forse.
Dopo la solita occhiata veloce alle sinossi dei film in concorso, quelli che mi hanno creato più curiosità sono:
- Tra una morte e l'altra di Hilal Baydarov, regista che non avevo mai sentito prima, ma ho letto che quando era studente, in Azerbaijan, ha vinto i campionati della matematica 2004 e 2005: questo già me lo rende interessante.
- Notturno di Gianfranco Rosi, il noto documentarista nostrano ha girato per tre anni sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano. Punto nevralgico della storia, vediamo quale sarà il punto di vista di Rosi.
- Nuevo orden di Michel Franco, regista anche questo a me sconosciuto, propone una visione distopica del Messico; a dire il vero io ho un'immagine del Messico come una distopia già realizzata dove governano i narcos, in ogni caso, finalmente un film su un futuro distopico.
- Non ci sarà mai la neve di M. Szumowska e M. Englert, pure questi registi sono a me sconosciuti, raccontano di un massaggiatore venuto dall'est per rilassare i ricchi; potrebbe rivelarsi una schifezza o dare qualche bella soddisfazione. 
Grazie a tutta la mia ignoranza, mi accorgo quindi che sono solo due i registi in concorso che conosco: Amos Gitai e Gianfranco Rosi. 
Passiamo dunque ai film fuori concorso. 
Non ho dato nemmeno la classica rapida occhiata ai film fuori concorso... Insomma per me sarà quasi una Mostra a sorpresa.

giovedì 16 luglio 2020

Ci sono due soldati, no un regista - 1917

Ho iniziato a vedere 1917 attendendomi di seguire la storia di due giovani soldati britannici inviati in una missione, in teoria impossibile, per avvisare e fermare i compagni schierati pronti per un attacco che si rivelerebbe una trappola e in una conseguente carneficina, ma dopo una decina di minuti stavo vedendo la storia di una macchina da presa (mdp) in territorio di guerra.
C'è un momento che fa da spartiacque (non solo metaforico) nel capovolgimento del soggetto protagonista, è quando i due soldati incontrano un laghetto, loro devono costeggiarlo, la mdp invece può andare via dritto, attraversarlo, "camminare sulle acque", per lei non ci sono limiti.
Da lì in poi per la storia raccontata l'interesse cala, anche se devono ancora avvenire gli eventi più significativi, quello che si vuole vedere è il percorso che seguirà quel lungo piano sequenza. Bisogna dire che l'effetto è notevole, però lo scemare del coinvolgimento per le sorti dei personaggi e invece il protagonismo della mdp è secondo me un problema. 
Se inizialmente, in trincea, sembra di essere lì per vivere da vicino gli eventi, dal laghetto in poi mi sembra di essere lì per vedere quanto è brava quella mdp ad attraversare senza vacillare uno scenario complicato come può essere quello movimentato di una zona di guerra.
Si arriva alla fine del film che l'eroicità della storia è schiacciata in secondo piano dalla mdp, anch'essa senza eroicità (incapace di prendere una qualche posizione), usata per mostrare abilità, ma senza dare un "punto di vista", senza fornire qualcosa al racconto, bensì mettendosi sotto il riflettore solo per la prodezza tecnica.
Il piano sequenza è una tecnica che mi piace molto, vari sono i registi che l'hanno adottata per una parte di film e qualcun altro, già prima di 1917, per tutta la durata del film, fra questi cito Victoria uno dei miei film preferiti 2015 là sì che acquisiva un senso e dava qualcosa in più alla storia.
In questo 1917 di Sam Mendes il celebre slogan "la potenza è nulla senza controllo" appare inadatto, qui ci sono entrambi, la potenza produttiva e il controllo della tecnica di regia, eppure manca lo stesso qualcosa. In questo caso bisognerebbe riformulare il motto in: potenza e controllo non bastano per fare un gran film se non li usi per un senso, un'emozione, una riflessione. Gradito

martedì 30 giugno 2020

Il Recidivo risponde al posto di Ghezzi

Uno dei post più visitati negli ultimi tempi è quello dedicato ai film preferiti di Enrico Ghezzi, ma c'è anche Il Recidivo da queste parti e può rispondere anche lui a quelle stesse domande. Infatti alla trasmissione Questo è un paese di fessi su Radio 610 è stato intervistato proprio lui, figura molto modesta nella blogosfera e punto di riferimento di nessuno nel panorama cinematografico. La puntata non la potete riascoltare interamente, ma annoto qui sotto a mo' di promemoria, o consiglio, le sue risposte.

Alla richiesta di scegliere tre film italiani, dopo aver ammesso che, nonostante abbia visto più di 2000 film, il cinema italiano rimane una delle sue grandi lacune, ne ha citati tre di Nanni Moretti:
- Io sono un Autarchico
- Ecce bombo
- Sogni d'oro

Spinto a fare qualche altro titolo non dello stesso regista, ha ribadito che di cinema italiano ha visto poco, poi ha nominato: 
- Le conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino
- C'eravamo tanto amati di Ettore Scola
- I pugni in tasca di Marco Bellocchio

Alla richiesta di quale fosse secondo lui un film sopravvalutato ha risposto che: 
Crede che tutto l'ultimo Quentin Tarantino sia un po' sopravvalutato, per fare un titolo: C'era una volta a... Hollywood.

Il film che ha visto più volte è: 
L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam, anche perché la visione era gratis ai tempi di Stream TV (una delle prime pay per view in Italia).

Regista da recuperare:
- Satoshi Kon, con i suoi quattro film d'animazione che culminano in Paprika - Sognando un sogno, più la sua serie Paronoia Agent.
 
Registi attuali che più gli piacciono:
In passato aveva stilato la lista dei 20 registi che preferiva, fra di loro ce ne sono ancora in attività, ma con l'occasione nomina anche una coppia di fratelli registi più o meno emergente: Josh & Benny Safdie.

La chicca:
Non ha mai pensato di poter fare una regia però ha un'idea di film nel cassetto. Tanti anni fa, immaginando un film che gli sarebbe piaciuto, aveva visualizzato un pub con vari tavolini dove la macchina da presa si sposta per seguire le discussioni dei vari avventori. Dopo gli intrecci di chiacchiere, discorsi di politica, filosofia, idiozie e drammi, tutto condito da pinte di birra, si esce seguendo un personaggio e finisce con la macchina da presa dentro la sua vomitata. Tutto in un piano sequenza ovviamente.

venerdì 22 maggio 2020

Devs

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Alex Garland è uno dei registi che più ho promosso indirettamente negli ultimi anni. Nelle mie top dell'anno (2015, 2018), molto striminzite in quanto a numero di titoli, hanno trovato spazio tutti e due i suoi film come regista. “Come regista” perché Garland si era fatto conoscere nel mondo del cinema inizialmente come sceneggiatore, prima era uno scrittore di libri, infatti fu il successo del suo romanzo "The Beach", alla fine degli anni novanta, a catturare anche Danny Boyle che ne girò la trasposizione filmica con il giovane Leonardo Di Caprio nel ruolo di protagonista, e con Garland a curare la sceneggiatura.
Con questa premessa appare chiaro perché l’aspetto che più ho trovato convincente nei suoi film sia lo sviluppo del tema trattato, poi supportato più da una buona fotografia e visione estetica che da un particolare stile di regia. Quando ho sentito che aveva scritto e girato anche una mini-serie con soggetto una commistione di tecnologia, determinismo e libero arbitro mi sono sfregato le mani, considerato che sono argomenti che mi interessano da molto tempo. Mi sono quindi lanciato alla visione di Devs, mini-serie di 8 episodi, per ora inedita in Italia, disponibile su Hulu.

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Gli eventi si svolgono a San Francisco dove un giovane programmatore deve presentare il risultato di un progetto al capo-guru dell’azienda hi-tech Amaya. Se l’esito sarà positivo il giovane potrebbe entrare a far parte della sezione di ricerca e sviluppo, reparto denominato, per l’appunto, Devs.
Sembrerebbe poco avvincente, ma l’elemento in più è che quella sezione è altamente riservata e fa ricerca pionieristica sull’informatica quantistica. Nel reparto crittografia dell'azienda lavora anche la fidanzata del giovane, si chiama Lily ed è interpretata da Sonoya Mizuno che avevamo già apprezzato in Ex Machina. Sarà presto lei a diventare la protagonista della vicende.
Non è solo l’attrice a creare un legame fra questa mini-serie e il primo film di Garland (Ex Machina), entrambi sembrano futuristici, ma sono rappresentati come un futuro già qui, dove tutto appartiene al nostro tempo tranne il “ritrovato” tecnologico. Unendo i due titoli, risulta quel “Deus ex machina” che indica una persona o un evento che interviene all’improvviso (alle volte in modo forzato) per risolvere una situazione apparentemente senza via d’uscita. Tradotto in modo letterale significa “divinità che scende dalla macchina” e quindi cade a pennello come possibile immagine di sintesi per entrambe le opere: potrebbe essere una macchina a risolvere il quesito se il libero arbitrio sia, in realtà, solo una sensazione emergente di un essere in un sistema complesso ma in fondo deterministico.



La mini serie l’ho guardata molto volentieri, se siete appassionati alle problematiche esistenziali connesse alla funzione d’onda di Schrödinger e alle possibili interpretazioni della meccanica quantistica, ci troverete delle citazioni (interpretazione di Copenaghen, di Von Neuman-Wigner e soprattuto quella di De Broglie-Bohm e quella a molti mondi di Everett), segno che qualche libro di divulgazione sul tema se lo è letto anche Garland. Se queste cose non le conoscete però gradite fantascienza e thriller allora può bastare perchè piaccia anche a voi.
Una critica che voglio fare è che la si potrebbe definire una mini serie “a parentesi” nel senso che la parte centrale è un po’ debole e per il racconto poteva bastare anche solo l’apertura e la chiusura, quindi se ne sarebbe potuto fare un film, ma dato che il formato serie ormai è molto richiesto… E allora si poteva sviluppare meglio quella parte centrale, con più contenuto sostanziale, dando un po’ di storia anche ai personaggi secondari e soprattutto ampliando il discorso teorico (spunti ce n’erano) facendone quindi una serie più lunga. Con il rischio di diventare poi troppo pesante per certo pubblico? Beh, forse si poteva osare.

lunedì 13 aprile 2020

Fuori orario arriva su Rai Play

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Fuori Orario è la mitica trasmissione ideata da Enrico Ghezzi che ha portato in televisione tanti film d'autore per il pubblico cinefilo insonne o dotato di dispositivi di registrazione; Rai Play è la piattaforma di web streaming della Rai. Fuori orario ha da pochi giorni una sezione dedicata su Rai Play.
Finora ho usato Rai Play per vedere film un paio di volte, su iPad, e l'esperienza non era stata perfettamente fluida e piacevole: come da copione il video della pubblicità funziona sempre benissimo, quello del contenuto che vorremmo vedere tentenna, si blocca, impone il refresh e quindi di nuovo la pubblicità...
In ogni caso Fuori Orario - Film d'autore è una possibilità in più nell'ormai ampio panorama del video-streaming, il catalogo di film di questa sezione (ricordo che sono presenti anche altre sezioni di film su Rai Play) è al momento limitato a soli 24 film e non so per quanto tempo rimangano disponibili, ma contiene bocconcini raffinati per palati fini.
Io credo che coglierò l'occasione per vedere se funziona meglio su computer guardando Le livre d'image di Jean-Luc Godard, un film sperimentale che utilizza spezzoni di cinema e video d'archivio per costruire un libro di immagini il cui sviluppo offre una riflessione su cinema, storia e politica senza bisogno di sfogliare le pagine.

lunedì 30 marzo 2020

5 Film lunghi che forse vorrei vedere

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È passato più di un mese da quando avevo proposto una cinquina di film a tema Coronavirus, nel frattempo sono scattate misure più impegnative per limitare il contagio, fra cui ovviamente il restare in casa il più possibile. Questa potrebbe essere una buona occasione per recuperare qualche filmone finito coperto di polvere in cantina.
Ci sono infatti alcuni film messi a stagionare che vorrei riuscire a vedere però il loro ragguardevole minutaggio mi ha sempre disincentivato. Considerate le condizioni si potrebbe trovare il modo e la giusta motivazione per anchilosare le natiche, il compito rimane comunque impegnativo, a meno che non si opti per la sconsigliata opzione spezzatino in vari giorni. 
Raccolgo qui sotto i "miei" film lunghi, non so se riuscirò mai a vederli, ma potrebbero ispirare come occupare le ore ad altri quarantenati cinefili.


novecento
Novecento (1976)
di Bernardo Bertolucci
durata: 5h 18min

Alfredo figlio di proprietari terrieri e Olmo figlio di contadini crescono durante il Novecento.


decalogo
Decalogo (1988/1989)
di Krzysztof Kieślowski
durata: 9h 32min

Una storia emblematica per ognuno dei dieci comandamenti biblici.

Fanny e Alexander
Fanny e Alexander (1982)
di Ingmar Bergman
durata: 5h 12min (versione TV)

Vita di un'agiata famiglia borghese svedese di inizio Novecento, vista dagli occhi di Alexander e della sorellina Fanny.

Melancholia
Melancholia (2008)
di Lav Diaz
durata: 7h 30min

Nelle Filippine due ragazze e un ragazzo cercano come fuggire dalla sofferenza e sopravvivere.


The woman who left
The woman who left (2016)
di Lav Diaz
durata: 3h 46min

Una donna esce di prigione dopo 30 anni passati per colpa di un delitto che non aveva commesso. Cosa è cambiato, cosa è rimasto uguale, cosa fare?

sabato 22 febbraio 2020

Film e Coronavirus - Se sei preoccupato non dovresti vederli

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Tempi di contagi, dopo aver infestato la Cina si diffonde in questo periodo il cosidetto Coronavirus anche in Italia. Con la speranza (ehm) che la diffusione di questo COVID-19 rimanga contenuta, propongo una mini lista di film a tema che preoccupati e ipocondriaci non dovrebbero vedere.
Forse riusciremo a frenare la trasmissione del virus, QUI potete trovare informazioni e consigli pratici, mentre per la diffusione dell'idiozia sembra che non ci sia né cura semplice né contenimento e questo potrebbe influire negativamente anche su questa situazione.
Oh voi disillusi mettetevi comodi e aspettate l'apocalisse; guardando qualche film.

film-coronavirus

Virus letale
(1995, Wolfgang Petersen, trailer)
Ci sono Dustin Hoffman, Kevin Spacey e Morgan Freeman. Il primo è un medico militare che va nello Zaire per capire l'origine di una misteriosa epidemia, tornato in America allerta che il virus africano potrebbe diffondersi anche lì, ma non viene ascoltato.

Pontypool - zitto o muori
(2008, Bruce McDonald, trailer)
Si discosta un po' dal genere, ma è il mio preferito della lista, un virus si trasmette nell'aria, è la parola. Ne avevo scritto in passato leggi qui.

La città verrà distrutta all'alba
(2010, Breck Eisner, trailer)
Ramake dell'omonimo film di George Romero, ne avevo scritto in passato leggi qui.

Contagion
(2011, Steven Soderbergh, trailer)
C'è Marion Cotillard e poi Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow e Kate Winslet... Insomma un cast attira pubblico. Ricordo che visivamente mi era piaciuto, non ricordo bene la storia, ma c'era un bell'inizio con il percorso del contagio del virus pipistrello-maiale-uomo.

The Flu - il contagio
(2013, Kim Sung-su, trailer)
A Bundang, dalle parti di Seul, dentro un container adibito al traffico illegale di immigrati, fermenta un virus letale che si sprigiona una volta aperto il nascondiglio. Rapidamente scoppia il caos.

mercoledì 12 febbraio 2020

Oscar 2020

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I vincitori degli Oscar 2020 sono stati:
  • Miglior film: Parasite di Bong Joon-ho
  • Miglior regia: Bong Joon-ho per Parasite
  • Miglior sceneggiatura originale: Bong Joon-ho e Han Jin-won per Parasite
  • Miglior attore protagonista: Joaquin Phoenix per Joker
  • Miglior attrice protagonista: Renée Zellweger per Judy
  • Miglior film internazionale: Parasite di Bong Joon-ho
[Per l'elenco completo vedere Premi Oscar 2020 con i vincitori fra i nominati]


Che dire di questi Oscar 2020, se non che è stata la volta che più ha rispecchiato i miei gusti nell’assegnazione dei premi principali?
Poco prima dell’inizio della cerimonia avevo twittato che sulla base dei 5 film visti su 9 in lizza per il Miglior Film, io avrei scelto Parasite. A sipario chiuso si può dire che il vincitore della serata sia stato proprio Parasite visto che su 6 candidature ne ha vinte 4 e tutte quelle di primo piano, come si può vedere sopra. Un passo importante è stato quello compiuto dall'Academy nel premiare, così tanto, un film molto poco americano.
Come grandi sconfitti si possono nominare tre film:

-Joker
Aveva più candidature di tutti, ben 11, ha vinto 2 statuette, di peso solo quella a Joaquin Phoneix come "Migliore attore", scontata, io gliela avevo assegnata già dopo aver visto il trailer del film. Considerato l'hype, l’attesa e il Leone d’oro a Venezia, speravo che il film mi sarebbe piaciuto di più invece dopo la visione l’ho trovato buono, ma non mi ha entusiasmato, tanto che non l’ho inserito nella mia top 5 preferiti del 2019.

-C'era una volta a... Hollywood
10 candidature, vinte 2, anche questo un film con molti sostenitori che però a me ha annoiato durante la visione. Nonostante io sia affezionato ad alcuni titoli di Tarantino, negli ultimi anni protendo per l’idea che sia un regista un po' sopravvalutato.

-The Irishman.
Anche il film di Martin Scorsese aveva 10 candidature e se ne esce a mani vuote, in questo caso il film mi era piaciuto. Nonostante l’uso degli effetti speciali per ottenere versioni giovani e ancora più vecchie dei grandi attori anziani (Robert De Niro, Joe Pesci e Al Pacino), l’odore che emanava era di vecchio cinema, buon vecchio cinema (realizzato sotto il moderno Netflix), ma evidentemente non è riuscito a spiccare per agguantare un premio.

Per concludere un piccolo appunto sulla categoria a me cara dei "Film d’animazione", ha vinto Toy Story 4, purtroppo mi sono reso conto che non ho visto nemmeno uno dei film candidati e non mi fa tanta voglia nemmeno recuperarli, forse non un'annata memorabile per il genere o forse non adatta ai miei gusti: giapponesi sfoderate le vostre matite o i vostri computer!

venerdì 31 gennaio 2020

Cine34 - Altro pane per cinefili

cine34-streaming
Da un paio di settimane il digitale terrestre ha un nuovo canale che può interessare ai cinefili, si tratta di Cine34.
Cine34 è di Mediaset e il suo slogan è "Italia al cinema" infatti si caratterizza per dedicarsi esclusivamente al cinema italiano.
Il cinema nostrano è una delle mie lacune cinematografiche, vari titoli "storici" compaiono nelle miei liste di film da recuperare e devo ammettere che in generale ho sempre avuto una bassa attrattiva verso il nostro cinema, ad esclusione dei film di Nanni Moretti e Paolo Sorrentino.
Cine34 potrebbe rivelarsi una buona occasione per incappare in qualche film da recuperare: alla presentazione del canale è stata dichiarata la disponibilità di 2672 titoli, di cui 246 inediti. Al momento si sono dati un palinsesto settimanale tematico.

Lunedì: I supercult
Martedì: Maestri del cinema
Mercoledì: Sfumature di giallo
Giovedì: Non ci resta che ridere
Venerdì: Le bellissime e Profondo erotico
Sabato: Lo chiamavano western
Domenica: A mano armata

Nell'offerta del digitale terrestre i canali che più possono appagare gli amanti del cinema sono diventati quattro: