Oggi è la Giornata della memoria, ho dedicato in passato un post a film consigliati per la Giornata della Memoria, questa volta colgo la ricorrenza per presentare La mia cosa preferita sono i mostri, un graphic novel di Emil Ferris che mi è piaciuto molto.
A collegare questo fumetto con l'argomento cinema c'è una delle passioni della protagonista Karen, una bambina di dieci anni, per il genere horror: nel racconto guarda il film Carnival of souls; mentre a collegarlo con il tema dell'Olocausto c'è il soggetto dell'indagine della piccola Karen che si improvvisa detective per scoprire chi ha ucciso la vicina di casa: una bella ebrea con una triste storia alle spalle.
A piacermi sono stati soprattutto i disegni realizzati usando delle semplici penne Bic. Le tavole alle volte sono quasi abbozzate altre volte molto particolareggiate, colorate e curate. Lo stratagemma è rendere l'opera come se fosse il quaderno-diario di Karen tenuto durante la storia vissuta e quella ricordata per ricostruire il passato.
Il registro varia dal caricaturale al realistico, ottenendo un'atmosfera sospesa fra realtà, o meglio dramma, e ricordi di un sogno, o meglio incubo, con rappresentazioni di quadri che entrano nelle vicende e con copertine di riviste horror degli anni sessanta a segnare i capitoli.
Questo è il primo volume della storia, per la conclusione si dovrà aspettare, ma il tema è quello classico della paura del diverso che si trasforma nelle persone in un'incapacità di riconoscere quali sono i veri abomini di cui si dovrebbe aver realmente paura e che andrebbero rifiutati e respinti.
Alla classica domanda dylandogghiana "chi sono i veri mostri?" si risponde ancora una volta, e vale anche per questi giorni, "i veri mostri siamo noi".