Nick si è rinchiuso in casa con il cuore infranto dopo essere stato lasciato da Tris. Non riesce proprio a togliersela dalla testa e continua a confezionarle delle compilation musicali con dedica che lei regolarmente cestina, ma la sua amica-nemica Norah, trovandole molto belle, le recupera per ascoltare nel suo i-pod.
Gli amici di Nick lo convincono ad uscire per suonare con la loro band in un locale e, fatalità, proprio lì incontrerà Norah. Dopo un primo bacio di “copertura” partiranno per una lunga notte alla ricerca di una ragazza ubriaca, del luogo segreto dove si terrà il concerto dei Fluffy, la loro band preferita, e alla ricerca anche di far innamorare le loro due anime gemelle musicali.
Che fascino ha la notte-lunga-una-vita! Percorrendo strade e luoghi che sembrano riempiti solo da quella speciale e occasionale presenza, da un passaggio fugace, e poi le sue luci artificiali che fendono l'oscurità per creare spiragli di divertimento, oppure di intimità, catapultando gli spazi diurni in una nuova dimensione magica e imprevedibile. Il tempo si restringe, perché si rincorre qualcosa che sta per accadere e si rischia di perdere, e allo stesso si dilata, perché nell'attesa di qualcosa tutto appare più lento. È questo tempo dalla percezione ambigua quello che gira intorno al concerto, l'evento centrale e marginale, perché, in fondo, è quasi solo un semplice pretesto per poter vivere tutta la sua cornice e, infatti, è spesso nelle fasce di confine che accadono le cose veramente “memorabili”.
Purtroppo queste sono solo le mie sensazioni generali del "fuori orario" che trovano solo qualche flebile corrispondenza in questo giro notturno per New York che diventa sempre più noioso e stupido con il passare dei minuti, fino a lasciare praticamente solo la furbetta musica a sostenere e non far scadere tutto.
A questi amori giovanili, un po' alternativi, un po' emo, un po' pre-college, si può perdonare certe confusioni e scenate, ma a regia e sceneggiatura si può recriminare che con un piccolo sforzo in più si poteva fare qualcosa di meglio.
Tratto dall'omonimo romanzo di David Lavithan e Rachel Cohn.
Gli amici di Nick lo convincono ad uscire per suonare con la loro band in un locale e, fatalità, proprio lì incontrerà Norah. Dopo un primo bacio di “copertura” partiranno per una lunga notte alla ricerca di una ragazza ubriaca, del luogo segreto dove si terrà il concerto dei Fluffy, la loro band preferita, e alla ricerca anche di far innamorare le loro due anime gemelle musicali.
Che fascino ha la notte-lunga-una-vita! Percorrendo strade e luoghi che sembrano riempiti solo da quella speciale e occasionale presenza, da un passaggio fugace, e poi le sue luci artificiali che fendono l'oscurità per creare spiragli di divertimento, oppure di intimità, catapultando gli spazi diurni in una nuova dimensione magica e imprevedibile. Il tempo si restringe, perché si rincorre qualcosa che sta per accadere e si rischia di perdere, e allo stesso si dilata, perché nell'attesa di qualcosa tutto appare più lento. È questo tempo dalla percezione ambigua quello che gira intorno al concerto, l'evento centrale e marginale, perché, in fondo, è quasi solo un semplice pretesto per poter vivere tutta la sua cornice e, infatti, è spesso nelle fasce di confine che accadono le cose veramente “memorabili”.
Purtroppo queste sono solo le mie sensazioni generali del "fuori orario" che trovano solo qualche flebile corrispondenza in questo giro notturno per New York che diventa sempre più noioso e stupido con il passare dei minuti, fino a lasciare praticamente solo la furbetta musica a sostenere e non far scadere tutto.
A questi amori giovanili, un po' alternativi, un po' emo, un po' pre-college, si può perdonare certe confusioni e scenate, ma a regia e sceneggiatura si può recriminare che con un piccolo sforzo in più si poteva fare qualcosa di meglio.
Tratto dall'omonimo romanzo di David Lavithan e Rachel Cohn.
Gradito
| Reg: 5 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 7 |
| Reg: 5 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 7 |