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martedì 29 settembre 2009

District 9

district 9In un 1980 alternativo un'astronave aliena è comparsa nei cieli di Johannesburg ed è rimasta sospesa in apparente avaria. Gli umani hanno deciso di introdursi al suo interno e vi hanno trovato degli alieni in stato di denutrizione, li hanno quindi portati a terra e, per aiutarli, rinchiusi nel Distretto 9 in modo che non turbassero i locali.
Dopo vent'anni è giunto il momento di spostarli in un nuovo Centro di permanenza temporanea e il ragioniere Wikus Van der Merwe viene promosso ad attuare il compito.
Neill Blomkamp porta in lungometraggio l'idea utilizzata per il suo corto Alive in Joburg, a produrre il tutto c'è Peter Jackson che sicuramente ha visto riaffiorare il suo passato (Bad Taste), ma in questo Distretto 9 ci sono molte altre citazioni da Indipendence day a Robocop, passando per La mosca e giungendo alla recente discarica di Wall-E.
Parte come un mockumentario che presenta la situazione della convivenza delle due razze e si gioca concettualmente sullo sfasamento dei livelli: lo straniero, l'estraneo, che viene sulla nostra terra/Terra è un alieno (“venissero da un altro paese... ma questi vengono da un altro pianeta!”) mentre l'umanità è disumana nei confronti degli ospiti e anche la sua apparente “organizzazione” (MNU=Multi National United) non è altro che una multinazionale interessata solo a trarre possibili profitti dalla tecnologia aliena.
A metà film si cambia registro stilistico con un più tradizionale spara-tutto. Intanto il nostro protagonista scopre cronenberghianamente che mettendosi nei panni dei “gamberoni” la sua concezione degli stessi cambia e mentre i corpi cominciano ad esplodere il sangue schizza anche la macchina da presa, come a ricordare che anche chi sta a guardare – il disprezzo e la violenza verso l'estraneo – è macchiato di sangue.
A me questa fantascientifica storia di immigrazione clandestina non ha convinto pienamente, il gamberone con il gilettino a mo' di Aladdin, l'alienino mago del computer e in generale una continua sensazione di non prendersi mai sul serio rendono un po' incerta l'opera che presenta anche approssimazioni nella “sempliciotta” sceneggiatura per avvantaggiare il ritmo e lo spettacolo.
Gradito
| Reg: 7 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 7 |

Qualcosa in comune con: