
La mamma di Max non c'è e, quando c'è, è indaffarata fra il lavoro e la ricerca di un nuovo compagno. Il ragazzino allora fugge dalla realtà e fa rotta verso un'isola immaginaria dove provare a "esorcizzare" la sua situazione.
Solitudine, mancanza di attenzione familiare e soprattutto assenza di un padre, sono questi le problematiche e Max nel nuovo "Paese delle emozioni selvagge" prova a ricollocarsi in una nuova identità e diventa il re di un manipolo di strane creature che altro non sono una trasposizione dei personaggi familiari.
Il paese delle creature selvagge è una fantasia che diventa viaggio nell'inconscio, una scampagnata emozionante in una ricerca interiore. La permanenza di Max nell'isola non giunge mai ad una vera catarsi, è un lento percorso verso un riconoscimento di sé stesso e richiede una rielaborazione delle sue emozioni e in particolare ad una dissipazione dell'aggressività.
Il difficile compito di sviluppare una sceneggiatura dalle poche pagine del racconto illustrato per l'infanzia di Maurice Sendak, da cui è tratto il film, è dato al prolisso scrittore Dave Eggers ma, nonostante io lo apprezzi abbastanza, non riesce a non farmi sentire la mancanza dello zampino del geniale Charlie Kaufman, sceneggiatore dei precedenti film di Jonze.
Il film lascia nel complesso un po' perplessi, non è né per adulti né per bambini, la maggior parte dei primi troverebbe un po' minimale e lontana la storia mentre la quasi totalità dei secondi si annoierebbe per l'andatura soporifera e malinconica. E' un film da sentire, chiede empatia proprio come per i grossi pupazzotti mono-espressivi ma espressionisti nella loro esaltazione delle emozioni istintuali.
Gradito
| Reg: 7 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 8 |
| Reg: 7 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 8 |