Moebius, il matematico tedesco, quello del nastro, da non confondere con il Moebius pseudonimo del fumettista Jean Giraud, è il nume tutelare di questo film che racconta di un fatto incredibile: un treno della metropolitana di Buenos Aires scomparso senza lasciare traccia.
Il giovane topologo Daniel Pratt viene chiamato per capire in quale cunicolo possa essersi infilato quel treno. Indagando sui progetti di ampliamento della rete metropolitana scopre che sono opera del suo vecchio professore di matematica, anche lui non si trova più. Pratt si lancia quindi nel cervellotico enigma.
Ispirato al racconto Subway Named Moebius dell'astronomo A.J. Deutsch, anche se guardando il film il primo pensiero va ai racconti del più famoso Jorge Luis Borges, che viene direttamente citato nel film, con una fermata della metro a lui intestata. Realizzato sotto la supervisione del prof. Gustavo Mosquera avvalendosi dei suoi allievi dell'Università del cinema di Buenos Aires con soli 250.000 $ di budget. Il risultato è un noir dall'atmosfera rarefatta e dal contenuto interessante.
Bella l'idea di trasformare la complessità della rete metropolitana in un nastro di Möbius che porta "altrove", in una dimensione di spazio e tempo sospesa, che da "questa" parte non si vede. Interessante il doppio risvolto dal matematico al metafisico e al politico, con il richiamo, mai citato espressamente, ma aleggiante nei dialoghi del protagonista coi dirigenti e nell'allegoria del treno svanito nel nulla, al dramma argentino dei desaparecidos.
Il fatto di gente scomparsa improvvisamente viene messo di fronte ad un'autorità cieca o che non vuole vedere, ecco la vergognosa indifferenza del colpevole. Così al "saggio", a colui disposto a provare le vertigini della conoscenza e il conseguente disorientamento che si prova, non rimane che un duplice atto d'accusa: chi non si rende conto di essere addormentato mai potrà svegliarsi e «né il tempo, né gli uomini spariscono senza lasciare traccia, restano impressi nelle nostre anime».
Film da aggiungere a quelli che consiglierei per una calda seconda serata estiva, da stemperare magari versandosi un bicchiere di limonata da una bottiglia di Klein zeppa di ipercubetti di ghiaccio. Gradito
Il giovane topologo Daniel Pratt viene chiamato per capire in quale cunicolo possa essersi infilato quel treno. Indagando sui progetti di ampliamento della rete metropolitana scopre che sono opera del suo vecchio professore di matematica, anche lui non si trova più. Pratt si lancia quindi nel cervellotico enigma.
Ispirato al racconto Subway Named Moebius dell'astronomo A.J. Deutsch, anche se guardando il film il primo pensiero va ai racconti del più famoso Jorge Luis Borges, che viene direttamente citato nel film, con una fermata della metro a lui intestata. Realizzato sotto la supervisione del prof. Gustavo Mosquera avvalendosi dei suoi allievi dell'Università del cinema di Buenos Aires con soli 250.000 $ di budget. Il risultato è un noir dall'atmosfera rarefatta e dal contenuto interessante.
Bella l'idea di trasformare la complessità della rete metropolitana in un nastro di Möbius che porta "altrove", in una dimensione di spazio e tempo sospesa, che da "questa" parte non si vede. Interessante il doppio risvolto dal matematico al metafisico e al politico, con il richiamo, mai citato espressamente, ma aleggiante nei dialoghi del protagonista coi dirigenti e nell'allegoria del treno svanito nel nulla, al dramma argentino dei desaparecidos.
Il fatto di gente scomparsa improvvisamente viene messo di fronte ad un'autorità cieca o che non vuole vedere, ecco la vergognosa indifferenza del colpevole. Così al "saggio", a colui disposto a provare le vertigini della conoscenza e il conseguente disorientamento che si prova, non rimane che un duplice atto d'accusa: chi non si rende conto di essere addormentato mai potrà svegliarsi e «né il tempo, né gli uomini spariscono senza lasciare traccia, restano impressi nelle nostre anime».
Film da aggiungere a quelli che consiglierei per una calda seconda serata estiva, da stemperare magari versandosi un bicchiere di limonata da una bottiglia di Klein zeppa di ipercubetti di ghiaccio. Gradito