Ho recuperato questo film perché in qualche sito di cinema ero incappato in alcuni suoi screenshot dove comparivano delle matite e, in uno di questi, la mano di un uomo impugnava una Matita Perfetta (è una matita della Faber Castell che contiene in un unico oggetto matita, gomma, temperino e allunga lapis).
Essendo io appassionato di matite ed essendo la Matita Perfetta fra le mie predilette, non potevo lasciarmi sfuggire il film, anche se di fatto sono poco più di oggetti di scena, senza molta importanza, ma con un attimo di ribalta in uno scambio di battute: qualcuno dice che le matite appuntite sono tristi, qualcun altro ribatte che è il temperino ad essere triste.
Essendo io appassionato di matite ed essendo la Matita Perfetta fra le mie predilette, non potevo lasciarmi sfuggire il film, anche se di fatto sono poco più di oggetti di scena, senza molta importanza, ma con un attimo di ribalta in uno scambio di battute: qualcuno dice che le matite appuntite sono tristi, qualcun altro ribatte che è il temperino ad essere triste.
Al di là di questa parentesi poetica per appassionati di cancelleria, il film è una variazione sul tema Lolita intersecato dalle problematiche inevitabili di un triangolo amoroso e in più può essere visto, con una traslazione, in una considerazione sul mutamento sociale che contrappone un passato di valori profondi a una modernità di valori materiali.
Un poeta settantenne e il suo giovane pupillo rientrano a casa e trovano, assopita sulla poltroncina del giardino, una bella ragazza, il suo nome è Eun-Gyo e diverrà la nuova domestica.
Un poeta settantenne e il suo giovane pupillo rientrano a casa e trovano, assopita sulla poltroncina del giardino, una bella ragazza, il suo nome è Eun-Gyo e diverrà la nuova domestica.
La ninfetta appare immediatamente come l'oggetto del desiderio dell'anziano scrittore che immagina di poter essere giovane per sedurla. Ma sono sogni, non gli resta che tramutare i rimpianti per la gioventù perduta nella stesura segreta di un racconto a lei ispirato.
Ad approfittare di tutto e tutti sarà l'allievo, un tipico ingegnere, noioso, incapace di vedere nelle cose qualcosa che trascenda il loro essere oggetti. Dalla sua parte c'è il vigore e l'abilità nello sfruttare le occasioni a suo vantaggio e la disposizione a fare carriera con sotterfugi e falsità.
Questa è la contrapposizione che ne deriva: il vecchio saggio piegato dal peso di piombo dei propri rimpianti, da una parte, e il vigore spregiudicato del giovane che ha come unica filosofia l'ottenere il successo a qualsiasi costo, dall'altra. Nel mezzo una ragazzina sprovveduta.
Il film ha un ritmo lento e dilatato, fra il riflessivo e il voyeuristico, segue i rapporti prima latenti poi sempre più tesi e manifesti fra i tre, fino ad un'impennata finale, da thriller.
La visione è piacevole, ma non spicca in nessun aspetto, due frasi però mi sono rimaste impresse. La prima la riporto letteralmente perché è risaputa: «Per quanto riguarda i libri, di solito, popolarità e qualità non vanno a braccetto». Della seconda ne riporto il senso, o almeno quello che mi è rimasto: «Ci sono cose che per quanto le racconti non vengono mai capite veramente». Gradito
Ad approfittare di tutto e tutti sarà l'allievo, un tipico ingegnere, noioso, incapace di vedere nelle cose qualcosa che trascenda il loro essere oggetti. Dalla sua parte c'è il vigore e l'abilità nello sfruttare le occasioni a suo vantaggio e la disposizione a fare carriera con sotterfugi e falsità.
Questa è la contrapposizione che ne deriva: il vecchio saggio piegato dal peso di piombo dei propri rimpianti, da una parte, e il vigore spregiudicato del giovane che ha come unica filosofia l'ottenere il successo a qualsiasi costo, dall'altra. Nel mezzo una ragazzina sprovveduta.
Il film ha un ritmo lento e dilatato, fra il riflessivo e il voyeuristico, segue i rapporti prima latenti poi sempre più tesi e manifesti fra i tre, fino ad un'impennata finale, da thriller.
La visione è piacevole, ma non spicca in nessun aspetto, due frasi però mi sono rimaste impresse. La prima la riporto letteralmente perché è risaputa: «Per quanto riguarda i libri, di solito, popolarità e qualità non vanno a braccetto». Della seconda ne riporto il senso, o almeno quello che mi è rimasto: «Ci sono cose che per quanto le racconti non vengono mai capite veramente». Gradito