
Un "solito" film che parla su di sé per parlare di cinema come metafora di vita, riesce a regalare qualche situazione comica anche se nel complesso sembra un po' scontato e risulta sostenuto, più che dalla divertente e surreale nuova realtà della protagonista, dalle illuminazioni delle innovative teorie nate già vecchie di un personaggio secondario che dona al racconto una sfaccettatura filosofico-politica.
Nel suo costruire una storia d'amore fatta di incomprensione del linguaggio parlato, appare un regista non molto deciso nel posizionarsi con la macchina da presa, ma con piccole-grandi cose banali da dire riesce a sostenere questa parentesi di mondo che verrà inesorabilmente scoperta, e cambiata, dall'avvento di una televisione che rinchiude e distrugge la socialità donata dallo sgangherato cinema al piccolo villaggio.
Gradito
| Reg: 6 | Rec: 6 | Fot: 6 | Sce: 6 | Son: 6 |
| Reg: 6 | Rec: 6 | Fot: 6 | Sce: 6 | Son: 6 |