[Freak Antoni disegnato da Andrea Pazienza]
Fu così che ascoltai per la prima volta il rock demenziale del monello, anzi del picchiatello, qualche manciata di anni più tardi vidi anche un loro concerto con l'esibizione dei mitici cartelli rivolti alla gente riportanti frasi tipo:"Fate cagare", “Pubblico di merda” o "Applausi spontanei". Non posso dire di essere un fan, ma li ho sempre guardati con simpatia e la morte di Freak mi ha richiamato alla mente gli anni passati. Quando la trasmissione radiofonica Hollywood Party ha inserito nel loro podcast una registrazione tributo, dove si parla di due film recenti nei quali l'artista ha avuto un ruolo, ho voluto recuperarli.
In passato Freak Antoni si era già prestato a fare un cameo in Jack Frusciante è uscito dal gruppo e in Paz!, i due nuovi titoli sono invece Beket (2008), dove interpreta ancora solo un personaggio secondario, ma è troppo forte e mi ha ricordato un po' Antonio Rezza, e Freakbeat (2011), dove invece è protagonista e voce narrante.
Beket
Beket è un film minimale in bianco e nero, molto teatrale, fatto di gag assurde e ripetizioni. In sintesi è un immaginario e azzardato proseguo dell'Aspettando Godot di Samuel Beckett: due persone che non si conoscono, un italiano e un francese, si incontrano alla fermata di un autobus piazzata in mezzo al nulla e stanchi di aspettare decidono di incamminarsi verso Godot, che dovrebbe stare dietro la montagna che hanno di fronte.
In un paesaggio desolato incrociano stralunati personaggi, alle volte si ride, alle volte non si capisce bene, il risultato non convince pienamente, ma se piace il non-sense con ambizioni intellettualistiche, lo si guarda volentieri senza troppe delusioni e pure con qualche momento divertente. Gradito
Freakbeat
Freakbeat è un film più tradizionale, praticamente un documentario on the road dove Freak Antoni, con l'intento di far conoscere alla figlia quali erano i "suoi tempi", va alla ricerca delle tracce del Beat italiano.
Il pretesto narrativo per far partire la coppia nel classico furgoncino Volkswagen è il desiderio di recuperare un leggendario cimelio: la registrazione di un'improvvisazione di Jimi Hendrix con l'Equipe 84!
Freak ricostruisce i tempi andati, quelli dove c'erano individui che volevano un futuro in comune, sono gli anni prima di diventare un punk rocker, quando invece vincerà l'individualità. Lo sguardo è amaro, qualcosa si è dissolto, i vecchi locali culto dove si compravano i dischi o si suonava sono ora diventati negozi. Anche la figlia, in fondo, appare disinteressata a quello che vuole raccontargli: per lei è solo una gita, per lui un requiem.
Il pretesto narrativo per far partire la coppia nel classico furgoncino Volkswagen è il desiderio di recuperare un leggendario cimelio: la registrazione di un'improvvisazione di Jimi Hendrix con l'Equipe 84!
Freak ricostruisce i tempi andati, quelli dove c'erano individui che volevano un futuro in comune, sono gli anni prima di diventare un punk rocker, quando invece vincerà l'individualità. Lo sguardo è amaro, qualcosa si è dissolto, i vecchi locali culto dove si compravano i dischi o si suonava sono ora diventati negozi. Anche la figlia, in fondo, appare disinteressata a quello che vuole raccontargli: per lei è solo una gita, per lui un requiem.
Il film si perde un po' durante il viaggio nonostante la suspance per sapere se il cimelio verrà trovato, ma la voce del nostalgico beatnik Freak Antoni fa scorrere via il tempo del film, e in fondo si tratta proprio solo di questo, come fluisce indifferente il tempo. Gradito