AVVERTENZA: il film è particolare e condizionato da un ritmo lento e dal momento in cui arrivano certi dialoghi, se non l’avete visto e volete guastarvelo veramente consiglio di rimandare la lettura a dopo la visione (compresa la fine dei titoli di coda!).
Per tutta la durata di questa animazione che coniuga una doppia soluzione grafica, vecchio stile per le scene a terra e computer grafica per quelle in volo, si viene avvolti in un’atmosfera eterea e dilatata.
La sensazione che il film lascia si trascina anche nei giorni seguenti, io l’ho metabolizzato dopo una settimana: subito non mi ero nemmeno domandato se mi era piaciuto.
Si apre con l’arrivo in una base militare di un nuovo pilota d'aereo che fin dalla sua presentazione si trascina il “fantasma” di quello che l’ha preceduto e del quale cercherà di capirne la storia e l’identità.
Scopriremo che lui è un Kildren, adolescenti-killer, senza emozioni, creati per diventare aviatori militari, sono un brevetto della Rostock corporation, una delle due industrie belliche che hanno in appalto le guerre.
Le guerre in questo mondo alternativo sono "forzate", combattute contro nemici asettici e con una funzionalità specifica: servono agli spettatori, devono alimentare la fiducia dell’importanza della pace per la società. La guerra per essere convincente deve essere reale, la sola narrazione rischia di annullarne l’effetto e se la gente non vede la sofferenza allora la pace non può essere mantenuta e il suo significato dimenticato.
Per soddisfare l'esigenza di uno stato di guerra continuo vengono creati appositi soldati, carne da macello, e così i Kildren combattono il loro conflitto indefinito contro nemici anonimi mentre la gente comune assiste annoiata agli attacchi dalla televisione di un bar o visitando le basi militari.
La vita dei protagonisti delle battaglie diventa un’infinita ripetizione del presente, vivono in un’innocenza irresponsabile trascorrendo l’attesa fra un combattimento e l’altro in una quotidianità monotona dove i gesti perdono senso. In fondo tutto quello che accade è come se non succedesse, sono infanzie spezzate, vite progettate per non avere un futuro. D’altra parte persone che sono state allevate per morire è necessario che crescano?
Il regista Oshii, già celebre per Ghost in the shell, trae spunto dalla graphic novel di Hiroshi Moro e con un’estetica malinconica ci sommerge e stordisce come in un dormiveglia per mostrarci la storia di una vita concentrata e diluita. Nei cieli c'è un nemico che non può essere sconfitto, un "padre" che ti darà il colpo di grazia, e in terra un'umanità da rassicurare perché la sua perdita di Umanità è un costante pericolo per se stessa.
Per tutta la durata di questa animazione che coniuga una doppia soluzione grafica, vecchio stile per le scene a terra e computer grafica per quelle in volo, si viene avvolti in un’atmosfera eterea e dilatata.
La sensazione che il film lascia si trascina anche nei giorni seguenti, io l’ho metabolizzato dopo una settimana: subito non mi ero nemmeno domandato se mi era piaciuto.
Si apre con l’arrivo in una base militare di un nuovo pilota d'aereo che fin dalla sua presentazione si trascina il “fantasma” di quello che l’ha preceduto e del quale cercherà di capirne la storia e l’identità.
Scopriremo che lui è un Kildren, adolescenti-killer, senza emozioni, creati per diventare aviatori militari, sono un brevetto della Rostock corporation, una delle due industrie belliche che hanno in appalto le guerre.
Le guerre in questo mondo alternativo sono "forzate", combattute contro nemici asettici e con una funzionalità specifica: servono agli spettatori, devono alimentare la fiducia dell’importanza della pace per la società. La guerra per essere convincente deve essere reale, la sola narrazione rischia di annullarne l’effetto e se la gente non vede la sofferenza allora la pace non può essere mantenuta e il suo significato dimenticato.
Per soddisfare l'esigenza di uno stato di guerra continuo vengono creati appositi soldati, carne da macello, e così i Kildren combattono il loro conflitto indefinito contro nemici anonimi mentre la gente comune assiste annoiata agli attacchi dalla televisione di un bar o visitando le basi militari.
La vita dei protagonisti delle battaglie diventa un’infinita ripetizione del presente, vivono in un’innocenza irresponsabile trascorrendo l’attesa fra un combattimento e l’altro in una quotidianità monotona dove i gesti perdono senso. In fondo tutto quello che accade è come se non succedesse, sono infanzie spezzate, vite progettate per non avere un futuro. D’altra parte persone che sono state allevate per morire è necessario che crescano?
Il regista Oshii, già celebre per Ghost in the shell, trae spunto dalla graphic novel di Hiroshi Moro e con un’estetica malinconica ci sommerge e stordisce come in un dormiveglia per mostrarci la storia di una vita concentrata e diluita. Nei cieli c'è un nemico che non può essere sconfitto, un "padre" che ti darà il colpo di grazia, e in terra un'umanità da rassicurare perché la sua perdita di Umanità è un costante pericolo per se stessa.
Deliziato
| Reg: 8 | Ani: 8 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |
| Reg: 8 | Ani: 8 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |