Clive ed Elsa sono giovani e brillanti ricercatori, fanno coppia anche nella vita privata e loro la vita la creano pure, in laboratorio, “partorendo” nuovi esseri che dovrebbero produrre miracolose proteine per curare le malattie dell’uomo.
Le loro pratiche necessitano però di ingenti finanziamenti e senza risultati il rubinetto si chiude. Si lanciano quindi in un avventato esperimento: aggiungere ai loro composti animali un po’ di DNA umano. Nascerà Dern.
Vincenzo Natali è lo stesso regista di The Cube dove con poco era riuscito ad ottenere molto in atmosfera, qui c’è più materiale per quanto riguarda effetti speciali (grazie alla produzione by Guillermo del Toro) e un po’ d’aria cronenberghiana, ma è aria condizionata. Il tema trattato è quello delle implicazioni etiche legate alla scienza e alle pulsioni umane, una forza risultante che spinge oltre certi limiti, e quando ci si spinge oltre al conosciuto il giusto e il sbagliato possono confondersi.
In questo caso si aggiunge anche un fattore incognito e “non calcolato”, un punto di visto che emerge dopo “l’esperimento” e ne è proprio il suo compimento. Il risultato infatti non è una cosa, un numero, ma un essere in grado di una qualche coscienza.
Materiale interessante ce n’è, ma la sua gestione è fallimentare. La prima parte del film cattura grazie alla tensione che si crea intorno alla creatura e all’intrecciarsi con il lato psicologico dei due genetisti, comincia a vacillare quando inizia l’effetto Frankenstein di Dern che manifesta amore-odio verso i suoi creatori-genitori che diventano poi pure amanti. Sono proprio le confuse pulsioni sessuali della nuova creatura a dare una rapida svolta horror al film alla quale abbandonarsi con un blando sorrisetto consci che il film è naufragato.
Poco convincente anche l’evoluzione della creatura che da semi-pulcino si trasforma in umanoide attraente con le più svariate “abilità”: branchie, zampe che permettono salti da canguro, coda velenosa modello scorpione con iper-rigenerazione e non si fa mancare nemmeno le ali che spuntano dalla schiena come fossero fazzoletti dalle tasche.
La scienza genetica con intenti umanistici, ed economici, produrrà mostri… Anche Splice ha fatto la stessa fine (forse è geniale).
Le loro pratiche necessitano però di ingenti finanziamenti e senza risultati il rubinetto si chiude. Si lanciano quindi in un avventato esperimento: aggiungere ai loro composti animali un po’ di DNA umano. Nascerà Dern.
Vincenzo Natali è lo stesso regista di The Cube dove con poco era riuscito ad ottenere molto in atmosfera, qui c’è più materiale per quanto riguarda effetti speciali (grazie alla produzione by Guillermo del Toro) e un po’ d’aria cronenberghiana, ma è aria condizionata. Il tema trattato è quello delle implicazioni etiche legate alla scienza e alle pulsioni umane, una forza risultante che spinge oltre certi limiti, e quando ci si spinge oltre al conosciuto il giusto e il sbagliato possono confondersi.
In questo caso si aggiunge anche un fattore incognito e “non calcolato”, un punto di visto che emerge dopo “l’esperimento” e ne è proprio il suo compimento. Il risultato infatti non è una cosa, un numero, ma un essere in grado di una qualche coscienza.
Materiale interessante ce n’è, ma la sua gestione è fallimentare. La prima parte del film cattura grazie alla tensione che si crea intorno alla creatura e all’intrecciarsi con il lato psicologico dei due genetisti, comincia a vacillare quando inizia l’effetto Frankenstein di Dern che manifesta amore-odio verso i suoi creatori-genitori che diventano poi pure amanti. Sono proprio le confuse pulsioni sessuali della nuova creatura a dare una rapida svolta horror al film alla quale abbandonarsi con un blando sorrisetto consci che il film è naufragato.
Poco convincente anche l’evoluzione della creatura che da semi-pulcino si trasforma in umanoide attraente con le più svariate “abilità”: branchie, zampe che permettono salti da canguro, coda velenosa modello scorpione con iper-rigenerazione e non si fa mancare nemmeno le ali che spuntano dalla schiena come fossero fazzoletti dalle tasche.
La scienza genetica con intenti umanistici, ed economici, produrrà mostri… Anche Splice ha fatto la stessa fine (forse è geniale).
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 6 |
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 6 |