Caireles e Tarrajas stanno riparando il loro amato tram numero 133, ma ricevono la comunicazione che deve essere ritirato dal servizio.
Per annegare la tristezza passano la serata alla festa di una locanda e cominciano a bere. Non abbastanza ciucchi, approfittando di una recita che ha catturato il pubblico e distratto il guardiano della rimessa, vanno al deposito per recuperare uno scatolone di birra e brindare dentro il loro tram.
In preda all’ebbrezza decidono di fare un ultimo celebrativo giro notturno, pensando che nessuno se ne accorgerà, invece, all’indomani, avranno qualche problema a riportare il mezzo e nascondere la “scappatella”.
Un Buñuel minore in uno dei suoi film messicani, dirige una divertente commedia che scorre lungo una linea del tram di Città del Messico.
Se dal lato narrativo si punta sull'attesa del vedere quale sarà la prossima sventura dei nostri protagonisti, in quello simbolico le fermate e gli incontri casuali diventano l’occasione per esprimere le taglienti riflessioni del regista su religione, economia, differenza di classe, e altri aspetti della società.
Il film si apre con una voce fuori campo, da documentario, che su una panoramica della città ci ricorda essere popolata da milioni di uomini e donne che vivono e lavorano sperando nella realizzazione di un sogno; un'illusione. Il mezzo di trasporto scelto per il racconto è costruito per seguire un percorso prefissato e, infatti, nonostante “sali e scendi”, incidenti e cambi di destinazione alla fine ad un posto dovranno tornare; il destino è determinato.
Durante questo "fuori orario" in tranvai si costruisce un ritratto sociale, dove sfilano lavoratori, scolari, borghesi, rendendo quella piattaforma mobile un palcoscenico sul quale entrano ed escono i personaggi di una vita intrappolata in una rete sociale che invece di allacciare una comunità sembra costringerla in binari prestabiliti.
Per annegare la tristezza passano la serata alla festa di una locanda e cominciano a bere. Non abbastanza ciucchi, approfittando di una recita che ha catturato il pubblico e distratto il guardiano della rimessa, vanno al deposito per recuperare uno scatolone di birra e brindare dentro il loro tram.
In preda all’ebbrezza decidono di fare un ultimo celebrativo giro notturno, pensando che nessuno se ne accorgerà, invece, all’indomani, avranno qualche problema a riportare il mezzo e nascondere la “scappatella”.
Un Buñuel minore in uno dei suoi film messicani, dirige una divertente commedia che scorre lungo una linea del tram di Città del Messico.
Se dal lato narrativo si punta sull'attesa del vedere quale sarà la prossima sventura dei nostri protagonisti, in quello simbolico le fermate e gli incontri casuali diventano l’occasione per esprimere le taglienti riflessioni del regista su religione, economia, differenza di classe, e altri aspetti della società.
Il film si apre con una voce fuori campo, da documentario, che su una panoramica della città ci ricorda essere popolata da milioni di uomini e donne che vivono e lavorano sperando nella realizzazione di un sogno; un'illusione. Il mezzo di trasporto scelto per il racconto è costruito per seguire un percorso prefissato e, infatti, nonostante “sali e scendi”, incidenti e cambi di destinazione alla fine ad un posto dovranno tornare; il destino è determinato.
Durante questo "fuori orario" in tranvai si costruisce un ritratto sociale, dove sfilano lavoratori, scolari, borghesi, rendendo quella piattaforma mobile un palcoscenico sul quale entrano ed escono i personaggi di una vita intrappolata in una rete sociale che invece di allacciare una comunità sembra costringerla in binari prestabiliti.
Deliziato
| Reg: 7 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 7 | Son: 6 |
| Reg: 7 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 7 | Son: 6 |