Quarto capitolo, o sarebbe meglio chiamarlo quarto livello, della saga ispirata all'omonimo videogioco.
Si riprende da dove avevamo lasciato, Alice coi suoi cloni, come promesso, attenta allo stabile sotterraneo dove si rifugia il capoccia della Umbrella Corporation che ovviamente riesce a scappare ma... Dopo un quarto d'ora dall'inizio del film Alice dovrebbe essere morta e pure il cattivone, è uno di quei "colpi di scena" farlocchi. In realtà dopo l'esplosione del caso Alice è viva e parte in biplano verso Arcadia ossia il leggendario territorio in Alaska che si dice non sia stato raggiunto dal virus.
Le cose si rivelano diverse da come sperava, dovrà riprendere nuove rotte ed entro la fine incontrerà anche chi credeva (ma dai, veramente?!) morto.
Visivamente stupefacente, certe scene sono proprio belle da bloccare i fotogrammi, ogni volta mi trovo a ripetere che la computer grafica è veramente potente. Ma la potenza è nulla senza il controllo, si diceva, e tanto sfoggio diventa patetico se, non solo non si ha nulla di interessante da dire, ma pure quel poco è imbarazzante.
L'unica trovata "originale" è l'autoironia nella scelta dei personaggi secondari presi del panorama tipico hollywoodiano: il divo muscoloso, la ragazza che voleva fare l'attrice ma lavora come cameriera, il produttore che ordina e il suo servile assistente. Peccato che sia una trovata mal usata che appare fuori luogo peggiorando ancor più la tenuta del film.
Si finisce in modo rozzo e con uno spropositato cliffhanger per il prossimo, quinto, episodio. Ops, livello.
Si riprende da dove avevamo lasciato, Alice coi suoi cloni, come promesso, attenta allo stabile sotterraneo dove si rifugia il capoccia della Umbrella Corporation che ovviamente riesce a scappare ma... Dopo un quarto d'ora dall'inizio del film Alice dovrebbe essere morta e pure il cattivone, è uno di quei "colpi di scena" farlocchi. In realtà dopo l'esplosione del caso Alice è viva e parte in biplano verso Arcadia ossia il leggendario territorio in Alaska che si dice non sia stato raggiunto dal virus.
Le cose si rivelano diverse da come sperava, dovrà riprendere nuove rotte ed entro la fine incontrerà anche chi credeva (ma dai, veramente?!) morto.
Visivamente stupefacente, certe scene sono proprio belle da bloccare i fotogrammi, ogni volta mi trovo a ripetere che la computer grafica è veramente potente. Ma la potenza è nulla senza il controllo, si diceva, e tanto sfoggio diventa patetico se, non solo non si ha nulla di interessante da dire, ma pure quel poco è imbarazzante.
L'unica trovata "originale" è l'autoironia nella scelta dei personaggi secondari presi del panorama tipico hollywoodiano: il divo muscoloso, la ragazza che voleva fare l'attrice ma lavora come cameriera, il produttore che ordina e il suo servile assistente. Peccato che sia una trovata mal usata che appare fuori luogo peggiorando ancor più la tenuta del film.
Si finisce in modo rozzo e con uno spropositato cliffhanger per il prossimo, quinto, episodio. Ops, livello.
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 4 | Fot: 8 | Sce: 3 | Son: 7 |
| Reg: 6 | Rec: 4 | Fot: 8 | Sce: 3 | Son: 7 |