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domenica 13 settembre 2020

Leone d'oro 77^ Mostra del cinema di Venezia

Leone d'oro venezia 77
[Frances McDormand e Chloé Zhao ringrazionano tramite un video]

Finita anche la settantasettesima Mostra d'arte cinematografica di Venezia, un'edizione complicata per via del Covid-19. Gli organizzatori si dichiarano soddisfatti, era difficile far funzionare tutta la macchina dello spettacolo e rispettare bene le norme di sicurezza, a dir loro tutto è filato liscio ed erano contenti di essere arrivati alla fine, ma per constatare se sono stati efficaci bisognerebbe attendere due settimane, ossia il tempo di incubazione.
Nonostante le complicazioni anche i numeri del pubblico sono stati da aspettative, si mirava a un dimezzamento degli anni precedenti, Alberto Barbera ha detto che sono stati raggiunti. Meno positivi sono gli umori di parte della critica dopo le premiazioni, che ha messo in discussione la scelta dei componenti della giuria.
Si era detto un concorso più femminile e italiano del solito, e il Leone d'oro l'ha vinto la regista Chloé Zhao (film distribuito da Disney), si lamenta invece Rai Cinema per i suoi tre film a mani vuote (Notturno, Miss Marx e Le sorelle Macaluso). 
Io ho poco da dire, mi fa piacere il premio a Favino che mi sta simpatico ed è ormai riconosciuta punta di diamante degli attori italiani. Dei quattro film su cui avevo qualche aspettativa sulla carta, solo Nuevo orden di Michel Franco ha vinto un premio (Leone d'argento Gran premio della giuria) e ho sentito parlar bene di Notturno di Rosi.
Ho seguito molto poco le notizie dalla Mostra, però un paio di film scoperti in itinere che segno come promemoria ci sono, e sventolano bandiera rossa: Cari Compagni! di Andrei Konchalovsky e Miss Marx di Susanna Nicchiarelli.
Al post-visione l'ardua sentenza.

  • LEONE D'ORO:  Nomadland di Chloé Zhao.
  • Leone d'argento miglior regia: Kiyoshi Kurosawa per Supai no tsuma (Moglie di una spia).
  • Premio speciale della giuriaDorogie tovariščidi (Cari Compagni!) Andrej Končalovskij.
  • Coppa Volpi migliore attrice: Vanessa Kirby per Pieces of a Woman.
  • Coppa Volpi miglior attore: Pierfrancesco Favino per Padrenostro.

Trailer di Nomadland:

lunedì 31 agosto 2020

Mostra di Venezia 77 - I film in concorso

venezia-77-film-in-concorso
Dal 2 al 12 settembre si terrà la settantasettesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia che non si ferma nonostante il Covid-19 potrebbe essere seduto nella poltroncina dietro la tua.
A presiedere la giuria della sezione principale c'è l'australiana Cate Blanchett, gli altri componenti sono Matt Dillon (che ha sostituito Christi Puiu), Veronika Franz, Joanna Hogg, Nicola Lagioia, Christian Petzold e Ludivine Sagnier.

Film in concorso a Venezia 77:
  • Amants di Nicole Garcia
  • The Disciple di Chaitanya Tamhane
  • Dorogie tovarišči (Cari compagni) di Andrej Končalovskij
  • Khōrshīd (Sole) di Majid Majidi 
  • Laila in Haifa di Amos Gitai 
  • Miss Marx di Susanna Nicchiarelli
  • Nomadland di Chloé Zhao
  • Notturno di Gianfranco Rosi
  • Nuevo orden di Michel Franco
  • Padrenostro di Claudio Noce
  • Pieces of a Woman di Kornél Mundruczó
  • Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić 
  • Səpələnmiş ölümlər arasında (Tra una morte e l'altra) di Hilal Baydarov
  • Śniegu już nigdy nie będzie (Non ci sarà mai la neve) di M. Szumowska e M. Englert 
  • Le sorelle Macaluso di Emma Dante 
  • Supai no tsuma (Moglie di una spia) di Kiyoshi Kurosawa 
  • Und morgen die ganze Welt (E domani un altro mondo) di Julia von Heinz 
  • The World To Come di Mona Fastvold
In concorso ci sono ben 4 film italiani e ben 8 registe su 18 film, si potrebbe dire un festival più italiano e più femminile del solito, effetto virus forse.
Dopo la solita occhiata veloce alle sinossi dei film in concorso, quelli che mi hanno creato più curiosità sono:
- Tra una morte e l'altra di Hilal Baydarov, regista che non avevo mai sentito prima, ma ho letto che quando era studente, in Azerbaijan, ha vinto i campionati della matematica 2004 e 2005: questo già me lo rende interessante.
- Notturno di Gianfranco Rosi, il noto documentarista nostrano ha girato per tre anni sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano. Punto nevralgico della storia, vediamo quale sarà il punto di vista di Rosi.
- Nuevo orden di Michel Franco, regista anche questo a me sconosciuto, propone una visione distopica del Messico; a dire il vero io ho un'immagine del Messico come una distopia già realizzata dove governano i narcos, in ogni caso, finalmente un film su un futuro distopico.
- Non ci sarà mai la neve di M. Szumowska e M. Englert, pure questi registi sono a me sconosciuti, raccontano di un massaggiatore venuto dall'est per rilassare i ricchi; potrebbe rivelarsi una schifezza o dare qualche bella soddisfazione. 
Grazie a tutta la mia ignoranza, mi accorgo quindi che sono solo due i registi in concorso che conosco: Amos Gitai e Gianfranco Rosi. 
Passiamo dunque ai film fuori concorso. 
Non ho dato nemmeno la classica rapida occhiata ai film fuori concorso... Insomma per me sarà quasi una Mostra a sorpresa.

giovedì 16 luglio 2020

Ci sono due soldati, no un regista - 1917

Ho iniziato a vedere 1917 attendendomi di seguire la storia di due giovani soldati britannici inviati in una missione, in teoria impossibile, per avvisare e fermare i compagni schierati pronti per un attacco che si rivelerebbe una trappola e in una conseguente carneficina, ma dopo una decina di minuti stavo vedendo la storia di una macchina da presa (mdp) in territorio di guerra.
C'è un momento che fa da spartiacque (non solo metaforico) nel capovolgimento del soggetto protagonista, è quando i due soldati incontrano un laghetto, loro devono costeggiarlo, la mdp invece può andare via dritto, attraversarlo, "camminare sulle acque", per lei non ci sono limiti.
Da lì in poi per la storia raccontata l'interesse cala, anche se devono ancora avvenire gli eventi più significativi, quello che si vuole vedere è il percorso che seguirà quel lungo piano sequenza. Bisogna dire che l'effetto è notevole, però lo scemare del coinvolgimento per le sorti dei personaggi e invece il protagonismo della mdp è secondo me un problema. 
Se inizialmente, in trincea, sembra di essere lì per vivere da vicino gli eventi, dal laghetto in poi mi sembra di essere lì per vedere quanto è brava quella mdp ad attraversare senza vacillare uno scenario complicato come può essere quello movimentato di una zona di guerra.
Si arriva alla fine del film che l'eroicità della storia è schiacciata in secondo piano dalla mdp, anch'essa senza eroicità (incapace di prendere una qualche posizione), usata per mostrare abilità, ma senza dare un "punto di vista", senza fornire qualcosa al racconto, bensì mettendosi sotto il riflettore solo per la prodezza tecnica.
Il piano sequenza è una tecnica che mi piace molto, vari sono i registi che l'hanno adottata per una parte di film e qualcun altro, già prima di 1917, per tutta la durata del film, fra questi cito Victoria uno dei miei film preferiti 2015 là sì che acquisiva un senso e dava qualcosa in più alla storia.
In questo 1917 di Sam Mendes il celebre slogan "la potenza è nulla senza controllo" appare inadatto, qui ci sono entrambi, la potenza produttiva e il controllo della tecnica di regia, eppure manca lo stesso qualcosa. In questo caso bisognerebbe riformulare il motto in: potenza e controllo non bastano per fare un gran film se non li usi per un senso, un'emozione, una riflessione. Gradito