La parte migliore di Feast è la presentazione dei personaggi, ossia i primi dieci minuti durante i quali si passano in rassegna gestori e avventori di uno di quei “baracci” lungo una freeway texana. La particolarità è che nella scheda di ognuno è compresa una nota: l'aspettativa di vita.
Il tono è abbastanza farsesco, la macchina che parcheggia davanti al locale a fianco della targa ne ha un'altra che riporta: “my other toy has tits”.
Gli assortiti e stereotipati personaggi vengono assediati da una famigliola di mostri umanoidi (ricordano un po' Alien) molto affamati e arrabbiati. Per gli sfortunati non rimane che barricarsi e provare a sopravvivere.
Fin da subito è chiaro il tono del film che stiamo per vedere, è un horror-splatter auto-ironico, a produrre il tutto c'è il noto Wes Craven, ma anche due insospettabili, per il genere, come Ben Affleck e Matt Demon.
Io ho un debole per i film che si sviluppano in un'unica location, sia essa un vecchio castello, una villa nella brughiera o, come in questo caso, un anonimo locale nel bel mezzo dell'arido Texas. Colpetti di scena ce ne sono, però bisogna accontentarsi considerato che anche l'interessante caratterizzazione dei personaggi iniziale si perde lungo la strada.
Ci sarebbero pure Feast II e Feast III, quasi sicuramente inferiori, ma se apprezzate questa versione un po' derisoria che non rinuncia alla tensione, potreste considerare il trittico come alternativa a tema per una calda notte d'estate, con una botte di birra gelata a stimolare i momenti "comici" e a rabbrividirvi negli altri.
Gradito
| Reg: 6 | Rec: 5 | Fot: 5 | Sce: 4 | Son: 5 |