Chris è un istruttore di tennis, nella sua vita ha fatto al meglio quello di cui era capace, giocando anche da professionista, ma senza arrivare ai massimi livelli: c'era un qualcosa che gli mancava.
Va a Londra per insegnare in un prestigioso club dove fa amicizia con un membro della ricca famiglia Hewitt che lo accoglie e gli spiana la strada per una veloce scalata sociale.
Quando Chris si innamora di Nola, un'aspirante attrice mezza alcolizzata, tutto quello che ha conquistato viene messo a repentaglio.
Woody Allen abbandonata la Dreamworks, si sposta dall'America all'Inghilterra, e gli effetti si sentono: quasi elimina i toni comici a lui classici e vira verso il dramma, in un pessimismo che non lascia troppe speranze.
Al centro di questo film c'è la fortuna, la casualità degli eventi e il peso che hanno nella vita.
Chris osserva come tutto sembri in balia della sorte e prova a stare alle regole del gioco, sperando di essere smentito. Lui stesso invoca una giustizia (divina) che dia un senso alle azioni, che castighi.
Invece tutto è una conferma: fai quello che vuoi, ma poi... tra caso e destino... si deciderà il risultato finale e l'andamento della vita.
Nel film si esprime una condizione dominante, un relativismo egoistico, in cui tutti i personaggi agiscono per soddisfare i loro impulsi, usando la “volontà di potenza”, e sono pronti ad usare gli altri per raggiungere il loro obiettivo.
In questo scenario la fortuna diventa legittimante, eppure “pochi hanno il coraggio di ammettere l’importanza della fortuna nelle vicende umane, proprio per la sua intrinseca caratteristica d’imprevedibilità che impedisce di controllarla” e per il suo implicito espropriare parte del merito al suo destinatario. La diretta conseguenza è che sagge furono le parole di chi disse “preferisco avere fortuna che talento" perché aveva capito l’essenza della vita.
Gli aforismi che Allen ci propone sono purtroppo taglienti evidenze della nostra società e se si ragiona all'interno di essa non si può che giustificarle. Chissà se Chris, quando guarda da quella finestra, prova dolore per quel che ha fatto o solo sconforto per quello che si è dimostrata la vita?
In principio c'era il “delitto e castigo”, ora c'è solo il primo.
Va a Londra per insegnare in un prestigioso club dove fa amicizia con un membro della ricca famiglia Hewitt che lo accoglie e gli spiana la strada per una veloce scalata sociale.
Quando Chris si innamora di Nola, un'aspirante attrice mezza alcolizzata, tutto quello che ha conquistato viene messo a repentaglio.
Woody Allen abbandonata la Dreamworks, si sposta dall'America all'Inghilterra, e gli effetti si sentono: quasi elimina i toni comici a lui classici e vira verso il dramma, in un pessimismo che non lascia troppe speranze.
Al centro di questo film c'è la fortuna, la casualità degli eventi e il peso che hanno nella vita.
Chris osserva come tutto sembri in balia della sorte e prova a stare alle regole del gioco, sperando di essere smentito. Lui stesso invoca una giustizia (divina) che dia un senso alle azioni, che castighi.
Invece tutto è una conferma: fai quello che vuoi, ma poi... tra caso e destino... si deciderà il risultato finale e l'andamento della vita.
Nel film si esprime una condizione dominante, un relativismo egoistico, in cui tutti i personaggi agiscono per soddisfare i loro impulsi, usando la “volontà di potenza”, e sono pronti ad usare gli altri per raggiungere il loro obiettivo.
In questo scenario la fortuna diventa legittimante, eppure “pochi hanno il coraggio di ammettere l’importanza della fortuna nelle vicende umane, proprio per la sua intrinseca caratteristica d’imprevedibilità che impedisce di controllarla” e per il suo implicito espropriare parte del merito al suo destinatario. La diretta conseguenza è che sagge furono le parole di chi disse “preferisco avere fortuna che talento" perché aveva capito l’essenza della vita.
Gli aforismi che Allen ci propone sono purtroppo taglienti evidenze della nostra società e se si ragiona all'interno di essa non si può che giustificarle. Chissà se Chris, quando guarda da quella finestra, prova dolore per quel che ha fatto o solo sconforto per quello che si è dimostrata la vita?
In principio c'era il “delitto e castigo”, ora c'è solo il primo.
Deliziato
| reVisione dal passato |
| reVisione dal passato |