Il cadavere di una bella ragazza viene ritrovata sulle rive di un lago friuliano, il commissario Sanzio (Toni Servillo) è l'incaricato a risolvere il caso.
L'indagine che seguirà è solo il pretesto per scandire il ritmo di un'analisi socio-esistenziale della famiglia del nostro Nordest. Quello che viene fatto non è tanto scoprire il nome dell'assassino, bensì scoperchiare la “provincia” e sezionare l'insieme di segreti, traumi e sofferenze che sono compressi dentro case e cuori. Quello che si cerca di capire non è solo un movente, ma quali sono le ragioni di quel poco che ogni tanto emerge tragicamente e ha in realtà profonde radici.
Dentro questo “malessere” ci sono padri e figli che faticano a parlare e capirsi: i giovani presenti ma sempre in secondo piano, accusati a priori per colpe che non hanno, e gli adulti incapaci d'essere punti guida si ritrovano soli dentro le belle stanze costruite dal “benessere”.
Buona l'atmosfera creata da paesaggio, fotografia e musica, qualche pecca nella sceneggiatura. C'è una mancanza che appare poco verosimile considerato lo scenario del delitto: una bella ragazza, un paesello e un laghetto avrebbero attirato immediatamente la televisione e, poco dopo, i plastici di Vespa. Invece tutto rimane rinchiuso come in una cupola, mediaticamente distante, forse una scelta e non una mancanza.
L'indagine che seguirà è solo il pretesto per scandire il ritmo di un'analisi socio-esistenziale della famiglia del nostro Nordest. Quello che viene fatto non è tanto scoprire il nome dell'assassino, bensì scoperchiare la “provincia” e sezionare l'insieme di segreti, traumi e sofferenze che sono compressi dentro case e cuori. Quello che si cerca di capire non è solo un movente, ma quali sono le ragioni di quel poco che ogni tanto emerge tragicamente e ha in realtà profonde radici.
Dentro questo “malessere” ci sono padri e figli che faticano a parlare e capirsi: i giovani presenti ma sempre in secondo piano, accusati a priori per colpe che non hanno, e gli adulti incapaci d'essere punti guida si ritrovano soli dentro le belle stanze costruite dal “benessere”.
Buona l'atmosfera creata da paesaggio, fotografia e musica, qualche pecca nella sceneggiatura. C'è una mancanza che appare poco verosimile considerato lo scenario del delitto: una bella ragazza, un paesello e un laghetto avrebbero attirato immediatamente la televisione e, poco dopo, i plastici di Vespa. Invece tutto rimane rinchiuso come in una cupola, mediaticamente distante, forse una scelta e non una mancanza.
Deliziato
| Reg: 7 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 7 |
| Reg: 7 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 7 |