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sabato 7 agosto 2021

Libri e compiti per le vacanze (per secchioni) - Allucinazioni americane

allucinazioni-americane-calasso-copertina

Avevo già abbozzato questo post quando mi mancavano poche pagine per finire il libro, l'ho ripreso perché esattamente il giorno dopo che avevo letto l'ultima pagina è morto il suo autore, ossia Roberto Calasso.
Per me era il suo primo libro, fino ad allora lo conoscevo come una delle menti dietro alla Adelphi. La collana "Piccola Biblioteca" è una delle mie preferite, sia per la selezione dei titoli e nondimeno per il suo comodo formato e per il tipo di carta che ben si adatta alla grafite delle mie care matite permettendo sottolineature evidenti; tutte cose che mi fanno apprezzare l'oggetto in sé.
Dopo la notizia ho ripreso la scrittura del post e mi sono domandato se oltre all'aggiunta sulla triste coincidenza dovevo anche cambiare il tono che volevo dare, mi son risposto: certo che no.

«Cinema significa innanzitutto compresenza di allucinazione e iperrealtà, intesa come fisicità eccessiva».

Direttamente nelle prime pagine, di questa nuova proposta per le vacanze cinefile, viene consigliato di leggere Allucinazioni americane tutto in una volta. È un libricino di 133 pagine ed effettivamente si potrebbe anche concedere lo "one-shot". Io non ce l'ho fatta perché ho trovato abbastanza pesante la prima parte che è quella più cinefila.

«Il feticcio non è che il nome psicoanalitico del figmentum».

In realtà, per la lettura di questo libro, trovo che sia molto più adatto consigliare di guardare prima i due film di Alfred Hitchcock che vengono "analizzati": La finestra sul cortile e Vertigo (La donna che visse due volte) e quindi, il giorno dopo, leggere tutto d'un fiato... Ma non basterebbe, perché nella seconda parte del libro i riferimenti sono a Franz Kafka, altra passione dell'autore, allora sarebbe meglio aver almeno letto anche: America (o Il disperso).

«Scottie non ha nulla da spartire con il magus che si dedica tenacemente alla compositio imaginum».

Lo sfoggio di conoscenze è prorompente però non l'ho trovato fruttuoso e nemmeno tanto convincente in alcune affermazioni, per esempio: arrivare a vedere nei pop-corn al cinema l'elemento che serve a ricordarci della nostra natura corporea, mi è parso eccessivo.
Finita la lettura mi sono domandato: 
- Mi ha arricchito?
- Mi ha aiutato a comprendere meglio i film?
- Erudizione comporta sempre migliore comprensione o può diventare via per sterile sfoggio e/o visioni condizionate dal proprio campo di specializzazione perdendo contatto con il soggetto in analisi?
Ai secchioni in vacanza il compito di guardare i due film di Hitchcock, leggere il libro di Kafka, leggere finalmente le allucinazioni di Calasso e quindi sviluppare il tema a partire dalle questioni poste (io, in modo lapidario, dico: poco, no, non sempre/forse).

P.S.   Forse... Sono solo troppo ignorante io. Mi mancano i fosfeni.

Qualcosa in comune con: