Nel 2054 il 98% della popolazione mondiale rimane per la maggior parte del tempo stesa a letto e tramite un casco comanda il proprio replicante facendogli svolgere le mansioni quotidiane.
Dopo 14 anni dall'avvento dei surrogati si può considerare attuata una vera è propria evoluzione. I vantaggi che ne sono derivati sono molteplici, in primis ci si può presentare fisicamente proprio come si desidera e poi si surrogano anche eventuali incidenti al proprio alter ego robotico che basterà riparare o rimpiazzare.
Da non trascurare le implicazioni sociali e sull'ordine pubblico: non ci sono più stati omicidi e i reati sono ridotti al minimo. Almeno fino ad oggi, quando l'uccisione di un replicante si è trasferita al suo proprietario liquefacendogli il cervello.
Un poliziotto indaga sull'inaspettato evento e complice la sua situazione familiare inizia a dubitare che il mondo patinato e plasticoso dei surrogati sia la manna dell'umanità. I fatti lo guideranno all'evidenza del rischio che comporta affidare la vita ai surrogati, e quindi ai loro produttori.
Il mondo dei replicanti, o dei surrogati, com'era nel titolo originale che rende meglio l'idea di come siano da intendere questi androidi dalle sembianze umane, potrebbe sembrare un racconto di Philip K. Dick, scrittore di fantascienza che ha offerto ottimi spunti soventemente sprecati dal cinema. Invece questo film è tratto da una graphic novel scritta da Robert Venditti e disegnata da Brett Wendele, ma anche in questo caso la realizzazione non è stata degna ed ha lasciato in secondo piano, svilendolo, il sotto-testo morale e sociologico.
Tanti sono i possibili spunti di riflessione e sviluppo che la trama offrirebbe e a dire il vero vengono toccati anche nel film, ma per schiacciarli o ridurli a sterili ridondanze. Occasione sprecata.
Dopo 14 anni dall'avvento dei surrogati si può considerare attuata una vera è propria evoluzione. I vantaggi che ne sono derivati sono molteplici, in primis ci si può presentare fisicamente proprio come si desidera e poi si surrogano anche eventuali incidenti al proprio alter ego robotico che basterà riparare o rimpiazzare.
Da non trascurare le implicazioni sociali e sull'ordine pubblico: non ci sono più stati omicidi e i reati sono ridotti al minimo. Almeno fino ad oggi, quando l'uccisione di un replicante si è trasferita al suo proprietario liquefacendogli il cervello.
Un poliziotto indaga sull'inaspettato evento e complice la sua situazione familiare inizia a dubitare che il mondo patinato e plasticoso dei surrogati sia la manna dell'umanità. I fatti lo guideranno all'evidenza del rischio che comporta affidare la vita ai surrogati, e quindi ai loro produttori.
Il mondo dei replicanti, o dei surrogati, com'era nel titolo originale che rende meglio l'idea di come siano da intendere questi androidi dalle sembianze umane, potrebbe sembrare un racconto di Philip K. Dick, scrittore di fantascienza che ha offerto ottimi spunti soventemente sprecati dal cinema. Invece questo film è tratto da una graphic novel scritta da Robert Venditti e disegnata da Brett Wendele, ma anche in questo caso la realizzazione non è stata degna ed ha lasciato in secondo piano, svilendolo, il sotto-testo morale e sociologico.
Tanti sono i possibili spunti di riflessione e sviluppo che la trama offrirebbe e a dire il vero vengono toccati anche nel film, ma per schiacciarli o ridurli a sterili ridondanze. Occasione sprecata.
Sgradito
| Reg: 5 | Rec: 6 | Fot: 5 | Sce:4 | Son: 6 |
| Reg: 5 | Rec: 6 | Fot: 5 | Sce:4 | Son: 6 |