Una speciale divisione governativa sta proseguendo, sulla falsariga degli esperimenti eugenetici nazisti, la ricerca per creare dei superuomini. Sono riusciti a trovare un siero che potenzia le doti speciali di alcuni individui e, finalmente, anche qualcuno in grado di reagire al composto senza morire ma, ovviamente, riesce subito a scappare.
Nick è un telecinetico, non molto abile, che si nasconde nei sobborghi di Hong Kong tentando di sfuggire al ricordo della morte del padre. Viene a cercarlo Cassie, una tredicenne chiaroveggente, che gli chiede aiuto per trovare una valigia dal prezioso contenuto.
Le due fazioni si scontreranno, ma in mezzo ci sono anche i cinesi.
Se conoscete il telefilm Heroes non sarete per niente stupiti nel vedere i superpoteri dei personaggi di Push e tutto quello che è stato aggiunto è svilimento nella sostanza ed estetica caotica nella forma.
Praticamente la trovata del film è prendere l'idea del telefilm e trasformala in materiale che potrebbe soddisfare qualche ragazzino in grado di apprezzare la raffica di inquadrature della durata media di tre secondi con una sceneggiatura rattoppata che non porta da nessuna parte (la faccenda del futuro determinabile, ma sempre sovvertibile, non è granché).
Non c'è niente di sostanzioso in questo film, i personaggi hanno caratteri tracciati a grandi linee con un protagonista che da mezzo incapace si trasforma in “geniale” eroe (ma bastano quattro bigliettini per essere geniali?). L'evolversi della storia è sul patetico-noioso, con personaggi calati improvvisamente, e luoghi che diventano assurdi per la loro forzatura: penso alla scena del mercato pieno di acquari da far spaccare ai cinesi urlanti o a quella finale dove, nel palazzo in costruzione, le impalcature sono fatte completamente in bambù, ottimo per una sequenza di combattimento. Non si può non citare i disegni della ragazzina veggente, schizzati in fretta camminando, che però quando sono inquadrati sono tutti belli colorati.
Da un film del genere ci si aspetterebbe almeno un po' di intrattenimento, ma la visione ha l'effetto di un lungo slideshow e lo stesso ritmo.
Si potrebbe pensare che non mi è piaciuto niente del film, invece ho trovato la ragazzina Dakota Fenning carina nella sua parte di adolescente spocchiosa, intraprendente e un po' ribelle: una classica tredicenne dei nostri giorni.
Nick è un telecinetico, non molto abile, che si nasconde nei sobborghi di Hong Kong tentando di sfuggire al ricordo della morte del padre. Viene a cercarlo Cassie, una tredicenne chiaroveggente, che gli chiede aiuto per trovare una valigia dal prezioso contenuto.
Le due fazioni si scontreranno, ma in mezzo ci sono anche i cinesi.
Se conoscete il telefilm Heroes non sarete per niente stupiti nel vedere i superpoteri dei personaggi di Push e tutto quello che è stato aggiunto è svilimento nella sostanza ed estetica caotica nella forma.
Praticamente la trovata del film è prendere l'idea del telefilm e trasformala in materiale che potrebbe soddisfare qualche ragazzino in grado di apprezzare la raffica di inquadrature della durata media di tre secondi con una sceneggiatura rattoppata che non porta da nessuna parte (la faccenda del futuro determinabile, ma sempre sovvertibile, non è granché).
Non c'è niente di sostanzioso in questo film, i personaggi hanno caratteri tracciati a grandi linee con un protagonista che da mezzo incapace si trasforma in “geniale” eroe (ma bastano quattro bigliettini per essere geniali?). L'evolversi della storia è sul patetico-noioso, con personaggi calati improvvisamente, e luoghi che diventano assurdi per la loro forzatura: penso alla scena del mercato pieno di acquari da far spaccare ai cinesi urlanti o a quella finale dove, nel palazzo in costruzione, le impalcature sono fatte completamente in bambù, ottimo per una sequenza di combattimento. Non si può non citare i disegni della ragazzina veggente, schizzati in fretta camminando, che però quando sono inquadrati sono tutti belli colorati.
Da un film del genere ci si aspetterebbe almeno un po' di intrattenimento, ma la visione ha l'effetto di un lungo slideshow e lo stesso ritmo.
Si potrebbe pensare che non mi è piaciuto niente del film, invece ho trovato la ragazzina Dakota Fenning carina nella sua parte di adolescente spocchiosa, intraprendente e un po' ribelle: una classica tredicenne dei nostri giorni.
Nauseato
| Reg: 6 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 4 | Son: 6 |
| Reg: 6 | Rec: 6 | Fot: 7 | Sce: 4 | Son: 6 |