Il “ferro 3” è la mazza meno usata nel golf, eppure in questa storia ha un ruolo fondamentale: è l'oggetto utilizzato dal protagonista per momenti spensierati, ma si trasforma anche in terribile arma d'offesa volontaria o del tutto inaspettata.
Lui è Tae-Suk, un giovane che lascia foglietti pubblicitari attaccati alle porte delle case e dopo qualche giorno ripassa per controllare l'eventuale presenza del foglietto che evidenzia l'assenza dei proprietari. Se il foglietto è ancora lì, ne approfitta per intrufolarsi, non ruba niente, gode delle comodità della casa, ma fa anche le pulizie e aggiusta le cose che trova rotte. Poi, prima del rientro dei proprietari, se ne va'.
In una delle sue abituali intrusioni viene sorpreso da una donna e scatta il colpo di fulmine.
Kim Ki-Duk con simbolismi e metafore conquista i cinefili più intellettuali e attraverso un'estetica delle immagini, forse fin troppo rigorosa, cattura lo sguardo dello spettatore e sospende la storia in uno spazio che dal reale devia verso il surreale.
Le situazioni del film portano spesso a passare velocemente dalla risata alla tristezza, facendoci sentire un gusto amaro per aver sorriso troppo presto, per esserci dimostrati avventati.
Tae-Suk sarà costretto dagli eventi a calarsi nei panni di un invisibile giustiziere che prima punisce chi lo ha diviso dalla sua amata e poi, annullando la sua presenza agli occhi degli altri, riuscirà finalmente a raggiungerla.
Il solitario Tae-Suk senza dire una parola strappa la bella dalla sua casa-gabbia di materialismo e sudditanza per portarla, a cavallo della sua moto, alla ricerca di altre case vuote dove l'unica certezza è che adesso potranno riempirle con la sincerità del loro amore. Chissà se è sogno o realtà.
Lui è Tae-Suk, un giovane che lascia foglietti pubblicitari attaccati alle porte delle case e dopo qualche giorno ripassa per controllare l'eventuale presenza del foglietto che evidenzia l'assenza dei proprietari. Se il foglietto è ancora lì, ne approfitta per intrufolarsi, non ruba niente, gode delle comodità della casa, ma fa anche le pulizie e aggiusta le cose che trova rotte. Poi, prima del rientro dei proprietari, se ne va'.
In una delle sue abituali intrusioni viene sorpreso da una donna e scatta il colpo di fulmine.
Kim Ki-Duk con simbolismi e metafore conquista i cinefili più intellettuali e attraverso un'estetica delle immagini, forse fin troppo rigorosa, cattura lo sguardo dello spettatore e sospende la storia in uno spazio che dal reale devia verso il surreale.
Le situazioni del film portano spesso a passare velocemente dalla risata alla tristezza, facendoci sentire un gusto amaro per aver sorriso troppo presto, per esserci dimostrati avventati.
Tae-Suk sarà costretto dagli eventi a calarsi nei panni di un invisibile giustiziere che prima punisce chi lo ha diviso dalla sua amata e poi, annullando la sua presenza agli occhi degli altri, riuscirà finalmente a raggiungerla.
Il solitario Tae-Suk senza dire una parola strappa la bella dalla sua casa-gabbia di materialismo e sudditanza per portarla, a cavallo della sua moto, alla ricerca di altre case vuote dove l'unica certezza è che adesso potranno riempirle con la sincerità del loro amore. Chissà se è sogno o realtà.
Deliziato
| reVisione dal passato |
| reVisione dal passato |