Francis Whitman dopo un grave incidente, di cui porta ancora i segni in un ampio bendaggio alla testa, riunisce gli altri due fratelli, che non vede da un anno, per cercare di riallacciare i rapporti e ricostruire una nuova intesa spirituale.
Il luogo prescelto è un treno speciale che attraversa l'india: il Darjeeling Limited.
Francis, Peter e Jack sono tre fratelli che si conoscono in quanto tali, ma fra di loro manca un vero sentimento. Il viaggio non è altro che un rito di passaggio necessario per superare la loro “distanza”, riavvicinarsi, ma soprattutto “ritrovarsi” dopo un traumatico evento: la morte del padre.
L'elaborazione del lutto segue un triplice via e la strada da seguire difficilmente riuscirà a stare sui binari calcolati di Francis (anche un treno può perdersi!) perché la vita è fatta di imprevisti; bisogna quindi costruire una nuova relazione tra fratelli, ritrovare la madre che è scappata senza presentarsi al funerale e finire con relegare al passato il triste evento (lasciandosi alle spalle il set di valige con le cose di papà).
Il programma di rigenerazione spirituale lascia all'India solo il compito di paesaggio e di materialistico effetto souvenir, il percorso interiore è rivolto non ad un'entità ultraterrena ma ad una riscoperta dell'altro, in particolare del suo stato sentimentale.
I Whitman sono giovani uomini confusi, senza genitori a fare da guida, alla ricerca di una propria strada nella vita.
Anderson è un vero regista, uno di quelli con un proprio stile, i suoi eccentrici personaggi solcano una realtà ovattata portando con sé i loro vizi e le loro insicurezze. L'atmosfera è ancora una volta una miscela di malinconia e comicità intramezzata dalle musiche anni settanta che rendono le sue vicende un misto fra surreale e favola. Le riprese costruiscono un susseguirsi di immagini geometricamente bilanciate e la presenza della “mano” del regista è sempre evidente, forse troppo. La seconda parte del film non mi ha appassionato come quella sul treno, ma spiega meglio "la situazione" dei personaggi diventando una specie di post-prologo.
Il luogo prescelto è un treno speciale che attraversa l'india: il Darjeeling Limited.
Francis, Peter e Jack sono tre fratelli che si conoscono in quanto tali, ma fra di loro manca un vero sentimento. Il viaggio non è altro che un rito di passaggio necessario per superare la loro “distanza”, riavvicinarsi, ma soprattutto “ritrovarsi” dopo un traumatico evento: la morte del padre.
L'elaborazione del lutto segue un triplice via e la strada da seguire difficilmente riuscirà a stare sui binari calcolati di Francis (anche un treno può perdersi!) perché la vita è fatta di imprevisti; bisogna quindi costruire una nuova relazione tra fratelli, ritrovare la madre che è scappata senza presentarsi al funerale e finire con relegare al passato il triste evento (lasciandosi alle spalle il set di valige con le cose di papà).
Il programma di rigenerazione spirituale lascia all'India solo il compito di paesaggio e di materialistico effetto souvenir, il percorso interiore è rivolto non ad un'entità ultraterrena ma ad una riscoperta dell'altro, in particolare del suo stato sentimentale.
I Whitman sono giovani uomini confusi, senza genitori a fare da guida, alla ricerca di una propria strada nella vita.
Anderson è un vero regista, uno di quelli con un proprio stile, i suoi eccentrici personaggi solcano una realtà ovattata portando con sé i loro vizi e le loro insicurezze. L'atmosfera è ancora una volta una miscela di malinconia e comicità intramezzata dalle musiche anni settanta che rendono le sue vicende un misto fra surreale e favola. Le riprese costruiscono un susseguirsi di immagini geometricamente bilanciate e la presenza della “mano” del regista è sempre evidente, forse troppo. La seconda parte del film non mi ha appassionato come quella sul treno, ma spiega meglio "la situazione" dei personaggi diventando una specie di post-prologo.
Deliziato
| Reg: 8 | Rec: 7 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |
| Reg: 8 | Rec: 7 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |