[+] Ho un’idea fumosa di questa serie, parlo del The Prisoner moderno, quello del 2009, in sole 6 puntate da 45 minuti l’una. L'avevo recuperata perché il The Prisoner originale, del 1967, viene spesso citato in altre serie pop.
Non credo d'avere mai visto una puntata della serie originale eppure è come se ne avessi un ricordo. È difficile da spiegare senza sembrare mezzo pazzo, ma nella mia testa e nei miei ricordi è presente una situazione e le relative emozioni che reputo strettamente collegate alla serie, come se fosse un sogno rimasto impresso nella mia mente, una visione ipnagogica.
Non credo d'avere mai visto una puntata della serie originale eppure è come se ne avessi un ricordo. È difficile da spiegare senza sembrare mezzo pazzo, ma nella mia testa e nei miei ricordi è presente una situazione e le relative emozioni che reputo strettamente collegate alla serie, come se fosse un sogno rimasto impresso nella mia mente, una visione ipnagogica.
Mi sento stordito e in bocca un forte sapore di tè verde coi fiori di gelsomino, guardo una terrazza che confina, rasoterra, con sterminati prati di erba rasa a cui io do le spalle. Di fronte a me ci sono delle raffinare signore inglesi imbellettate con leggeri e larghi cappelli che bevono composte dalle loro tazze posate su tavolini bianchi di metallo.
Improvvisamente mi volto e scatto a correre a più non posso sul prato verso un nulla all’orizzonte. Quando sono ormai senza fiato una bolla gigante mi urta facendomi perdere l’equilibrio, sbatto per terra.
La bolla fluttua a pochi metri da me, con voce maschile mi dice d'essere il numero 2 e mi domanda chi sono io. Non so rispondere, non me lo ricordo, la bolla mi ingloba. Faccio un piccolo tentativo per liberarmi spingendo contro le pareti, sembrano di spessa plastica trasparente, si deformano ma non si spezzano, mi manca l’aria. Soffoco.
La bolla fluttua a pochi metri da me, con voce maschile mi dice d'essere il numero 2 e mi domanda chi sono io. Non so rispondere, non me lo ricordo, la bolla mi ingloba. Faccio un piccolo tentativo per liberarmi spingendo contro le pareti, sembrano di spessa plastica trasparente, si deformano ma non si spezzano, mi manca l’aria. Soffoco.
Il Prigioniero (2009) inizia con un uomo disteso a terra in una zona desertica e rocciosa, si risveglia stordito con alcuni confusi ricordi di un'altra vita a New York, e vede un vecchio ferito che sta scappando da qualcuno, si sente solo un rabbioso abbaiare.
L'uomo soccorre l'anziano, ma questo si riprende solo per chiedergli di dire a tutti che lui è riuscito a fuggire ed esalare l'ultimo respiro. Al tipo non rimane che seppellirlo e iniziare a scarpinare nel deserto, fino a giungere al Villaggio dove scoprirà di essere il numero Sei...
L'uomo soccorre l'anziano, ma questo si riprende solo per chiedergli di dire a tutti che lui è riuscito a fuggire ed esalare l'ultimo respiro. Al tipo non rimane che seppellirlo e iniziare a scarpinare nel deserto, fino a giungere al Villaggio dove scoprirà di essere il numero Sei...
L'atmosfera della serie è lisergica, ci si muove nei territori distorti della mente, mentre il nostro protagonista cerca di capire chi è (chi Sei?) in una micro-società ordinata e controllata, dove le case sono uguali e ogni persona ridotta a un numero da incasellare in un ingranaggio funzionale al mantenimento della città.
La serie è ben girata e bravi gli attori, da citare "Gandalf" Ian McKellen nella parte di numero Due, appaga i palati degli amanti di registi come David Lynch e Terry Gilliam e più in generale tutti coloro che apprezzano le narrazioni complesse e frammentate, dove gli accadimenti non sono pienamente comprensibili e si è disposti a scendere nei meandri ossessivi della mente umana tanto da seguire anche le strade che portano ad amare conclusioni.