L’avvocato Wilfrid Robarts è appena tornato nel suo ufficio dopo un periodo di degenza in clinica a causa di un attacco di cuore. Ad assisterlo c’è la petulante infermiera Miss Plimsoll che vorrebbe imporgli un regime salutista e riposo assoluto, ma la causa penale di Leonard Vole, accusato di aver ucciso Emily French per intascarne l’eredità, desta l’attenzione dell’avvocato che vuole prendere in mano la difesa, e anche sigari e brandy.
Il giallo secondo il genio della commedia raffinata Billy Wilder: suspance e divertissement si uniranno. Infatti il regista-sceneggiatore confeziona, da un testo teatrale della regina incontrastata del genere, Agatha Christie, un legal thriller arguto e comico.
La nostra attenzione viene catturata da Wilfrid “la volpe” che sforna battute pungenti e intelligenti. Sono in particolare i battibecchi e gli stratagemmi contro la disciplina di Miss Plimsoll a risultare esilaranti. Il fatto che i rispettivi attori fossero sposati nella vita reale aggiunge un retrogusto metafilmico ai diverbi.
Segue poi il processo, fatto di dialoghi serrati ed avvincenti dove centrale diventa la figura di Christine, la moglie di Leonard, il “testimone d’accusa” del titolo. Sarà lei il nodo cardine del processo. A interpretarla è un’ammaliante Merlene Dietrich, la donna fredda fuori e calda dentro. Leonard conta molto sulla sua testimonianza, ma Wilfrid dice che ci conta come un uomo che affoga e si aggrappa alla lama di un rasoio.
In un gioco di furbizie ed equivoci si arriva al colpo di scena finale, la logica legale dell’avvocato si era dovuta fermare un attimo prima, riusciva a sentire che qualcosa non tornava e può solo assistere inerme nel constatare come il cuore, o meglio il desiderio, e la maschera, o meglio l’inganno, si fanno beffe della legge.
Il giallo secondo il genio della commedia raffinata Billy Wilder: suspance e divertissement si uniranno. Infatti il regista-sceneggiatore confeziona, da un testo teatrale della regina incontrastata del genere, Agatha Christie, un legal thriller arguto e comico.
La nostra attenzione viene catturata da Wilfrid “la volpe” che sforna battute pungenti e intelligenti. Sono in particolare i battibecchi e gli stratagemmi contro la disciplina di Miss Plimsoll a risultare esilaranti. Il fatto che i rispettivi attori fossero sposati nella vita reale aggiunge un retrogusto metafilmico ai diverbi.
Segue poi il processo, fatto di dialoghi serrati ed avvincenti dove centrale diventa la figura di Christine, la moglie di Leonard, il “testimone d’accusa” del titolo. Sarà lei il nodo cardine del processo. A interpretarla è un’ammaliante Merlene Dietrich, la donna fredda fuori e calda dentro. Leonard conta molto sulla sua testimonianza, ma Wilfrid dice che ci conta come un uomo che affoga e si aggrappa alla lama di un rasoio.
In un gioco di furbizie ed equivoci si arriva al colpo di scena finale, la logica legale dell’avvocato si era dovuta fermare un attimo prima, riusciva a sentire che qualcosa non tornava e può solo assistere inerme nel constatare come il cuore, o meglio il desiderio, e la maschera, o meglio l’inganno, si fanno beffe della legge.
Deliziato
| Reg: 8 | Rec: 8 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |
| Reg: 8 | Rec: 8 | Fot: 8 | Sce: 8 | Son: 8 |