Sin City cos'è?
Un contenitore di vite: per scoprirne il contenuto bisogna fare un viaggio, posarsi sopra alle piccole storie dannate, violente e peccaminose e “sfogliare” la pellicola.
Tre sono le narrazioni principali, che condividono personaggi, ma che appartengono a momenti temporali diversi.
John Hartigan è un poliziotto ad un giorno dal pensionamento ma vuole finire la carriera senza lasciar nulla in sospeso; Marv è un energumeno simil-frankenstein che non avrà pace fino a quando non avrà vendicato l'assassinio dell'unica donna che ha amato; Dwight aiuta il clan delle prostitute a mantenere il controllo della zona vecchia della città, visto che l'accordo con la polizia cade a causa di un inconveniente.
Tre racconti con atmosfera ed elementi comuni: pioggia battente, potere, sangue, prostituzione e polizia, in una frenesia di violenza e di corpi che resistono oltre la morte. Pochi elementi descrittivi schizzati, che lasciano spazio alle atmosfere più intime dei sentimenti, o meglio, alle repulsioni dei personaggi.
La trasposizione cinematografica del fumetto di Miller è riuscita, consacrandola a cult, una pellicola piegata alla striscia, un pezzo di cinema che si aggiunge. Lo stile bianco e nero, con l'eccezione di elementi evidenziati da colori accesi come il rosso (sangue, auto, labbra) il verde (occhi) e il giallo (sangue e pelle) è fantastico. L'unica caduta negativa è la storia di Dwight, a mio parere brutta, dall'effetto troppo parentesi pulp-comica che stona nel complesso.
Potrei concludere qui, ma dimenticherei una quarta storia che apre e chiude il film, senza un proprio sviluppo, e presenta un personaggio con un avvertimento: da quello che sembra il nascere di un nuovo amore può scaturire la nostra "Fine".
Deliziato
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