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lunedì 19 maggio 2008

Syriana

SyrianaQuattro carriere lavorative e scelte di vita personali che influiscono sui destini economici ed etici globali. In particolare si tratta di rapporti fra Medio Oriente e Stati Uniti per lo sfruttamento dei pozzi petroliferi.
Per una strana coincidenza ho visto questo film e avevo appena scritto una relazione sul processo di internazionalizzazione dei diritti umani, argomento qui toccato direttamente.
La storia è complessa e un po' confusa, con uno stile da reportage giornalistico con virate verso l'action-thriller politico. Si vuole mostrare il torbido dei piani alti della piramide del potere con gli interessi governativi americani che colludono con quelli delle compagnie petrolifere avide dei giacimenti del Medio Oriente. Per riuscire negli intenti si corrompono gli emiri che, beati nel lusso, diventano complici dell'arretratezza della loro terra e delle difficoltà del loro popolo.
L'emiro di turno è vecchio e malato, deve quindi essere indicato il successore fra i suoi due figli. Il principe Nasir ha idee riformatrici e vorrebbe vendere il petrolio ai cinesi, che offrono di più, per poter avviare con gli introiti un processo di democratizzazione del paese, modernizzandolo e riconoscendo diritti alle donne. Ovviamente la “cupola” non vuole assolutamente perdere i suoi affari e quindi il nuovo emiro dovrà per forza essere l'altro figlio, ignorante e manipolabile.
Sullo sfondo, lontano da queste “decisioni”, ma direttamente coinvolto, un giovane pakistano perde improvvisamente il lavoro dopo un cambio di gestione nella compagnia petrolifera. Senza possibilità e senza speranze trova nelle decise parole, e nelle persuasive promesse, di un integralista musulmano una strada d'uscita: fare kamikaze contro la nave della compagnia per cui lavorava.
Gli Stati Uniti si comportano nell'esatto contrario di quello che alcuni studiosi di relazioni internazionali propongo per avere un mondo migliore: anteporre i diritti umani al diritto d'impresa e abbandonare l'idea di un guadagno fatto con ogni mezzo a disposizione. Milton Friedman permettendo.
Consiglio vivamente questo film per la visione geopolitica che presenta, anche se la realizzazione meritava qualcosa in più, specie in chiarezza (penso che un Michael Mann avrebbe potuto farne un ottimo film).
Deliziato
| Reg: 6 | Rec: 6 | Fot: 6 | Sce: 7 | Son: 6 |

Qualcosa in comune con: