Il Dottor Parnassus girovaga con un carrozzone-baraccone che si trasforma in pochi attimi in un teatrino. Con l’aiuto della figlia sedicenne, di un giovane ragazzo e di un nano, il dottore offre uno spettacolino che culmina con la possibilità, per qualcuno del pubblico, di guardare dall'altra parte dello specchio e saltare in un mondo creato dall'immaginazione.
Ultimamente lo spettacolo non attira molti astanti ma Mr. Nick, amico-nemico di lunga data di Parnassus, interviene per smuovere la situazione con una scommessa dalla posta in gioco molto “cara”.
Terry Gilliam sfodera la sua visionarietà e ne fa un baluardo minacciato da un mondo imborghesito. Se il sottotesto dell’immaginazione perduta e dell’importanza, e del rischio, di raccontare “storie” è sempre bello e affascinante, la trama risulta invece raffazzonata. Deludenti anche le creazioni grafiche dei mondi fantastici, certo ora siamo abituati troppo bene con ricostruzioni digitali stupefacenti, purtroppo quelle che si vedono qui sono approssimative e grossolane, mancano di “profondità”; suonano come una richiesta di maggiore disponibilità finanziarie per la produzione.
Nota d’obbligo per Heath Ledger, l’attore è mancato durante la lavorazione dal film ed è stato sostituito con uno stratagemma narrativo facendo interpretare il suo personaggio agli amici Johnny Deep, Jude Law e Colin Farrell. La trovata, pur essendo resa plausibile, sembra condizionare negativamente la parte finale del film.
Da citare anche la strana bellezza di Lily Cole: un misto fra una modella, un'aliena e una bambola.
In questo lavoro Gilliam ci ricorda che dietro alle “storie” c’è qualcuno che le racconta è questa condizione ne trasforma la bontà a secondo delle intenzioni del narratore. Oltre a questo lato passivo per lo spettatore, bisogna considerate anche il ruolo attivo compiuto nel valutare poi l’apparenza delle storie raccontate, dietro alle quali può nascondersi magia o inganno. Questo compito dimostra la nostra responsabilità nell'effetto della "storia".
Nonostante questo interessante discorso che trasporta un concetto molto sociologico in una sfera artistica, mi ricordo di un Terry Gilliam che mi portava dentro la sua visione facendomi "palpare" il film, mentre questa volta non è riuscito a catturarmi completamente.
Ultimamente lo spettacolo non attira molti astanti ma Mr. Nick, amico-nemico di lunga data di Parnassus, interviene per smuovere la situazione con una scommessa dalla posta in gioco molto “cara”.
Terry Gilliam sfodera la sua visionarietà e ne fa un baluardo minacciato da un mondo imborghesito. Se il sottotesto dell’immaginazione perduta e dell’importanza, e del rischio, di raccontare “storie” è sempre bello e affascinante, la trama risulta invece raffazzonata. Deludenti anche le creazioni grafiche dei mondi fantastici, certo ora siamo abituati troppo bene con ricostruzioni digitali stupefacenti, purtroppo quelle che si vedono qui sono approssimative e grossolane, mancano di “profondità”; suonano come una richiesta di maggiore disponibilità finanziarie per la produzione.
Nota d’obbligo per Heath Ledger, l’attore è mancato durante la lavorazione dal film ed è stato sostituito con uno stratagemma narrativo facendo interpretare il suo personaggio agli amici Johnny Deep, Jude Law e Colin Farrell. La trovata, pur essendo resa plausibile, sembra condizionare negativamente la parte finale del film.
Da citare anche la strana bellezza di Lily Cole: un misto fra una modella, un'aliena e una bambola.
In questo lavoro Gilliam ci ricorda che dietro alle “storie” c’è qualcuno che le racconta è questa condizione ne trasforma la bontà a secondo delle intenzioni del narratore. Oltre a questo lato passivo per lo spettatore, bisogna considerate anche il ruolo attivo compiuto nel valutare poi l’apparenza delle storie raccontate, dietro alle quali può nascondersi magia o inganno. Questo compito dimostra la nostra responsabilità nell'effetto della "storia".
Nonostante questo interessante discorso che trasporta un concetto molto sociologico in una sfera artistica, mi ricordo di un Terry Gilliam che mi portava dentro la sua visione facendomi "palpare" il film, mentre questa volta non è riuscito a catturarmi completamente.
Gradito
| Reg: 6 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 6 |
| Reg: 6 | Rec: 7 | Fot: 7 | Sce: 6 | Son: 6 |