I morti viventi sono dappertutto, gli umani sopravvissuti si sono rintanati a Manhattan in una porzione di città militarizzata dove in un grande palazzo vivono i ricchi e per le strade le altre persone. Un gruppo di mercenari esce a turno dall'insediamento per andare a recuperare viveri nelle località vicine. La situazione sembra essere sotto controllo, ma i non-morti stanno cambiando, l'impressione è che manifestino qualche segno di intelligenza.
Quarto capitolo per gli zombie di Romero, che sono morti e fingono di essere vivi, come noi. Niente di entusiasmante, anzi l'ho trovato scialbo nel ritmo e con dialoghi quasi sempre penosi, ma c'è una geniale novità: gli zombie non sono più allegoria della massa inebetita frutto del sistema consumistico, bensì sono la contro-massa che prende coscienza di sé e mira alla ribellione al potere capitalistico.
I contenuti socio-politici sono una costante nella tetralogia di Romero e la sfaccettatura di questi nuovi zombie li fa apparire più lungimiranti di quegli umani che vivono in povertà per le strade della città privati dei lussi dei ricchi e non si rivoltano contro “il palazzo”. Certo i non-morti sono pronti a giocarsi la vita...
L'affamata classe lavoratrice ha un leader nero, ex benzinaio o ex operaio, forse costruttore proprio di quel palazzo dove risiede il potente, che imbraccia il fucile e guida la ribellione. Nonostante si finisca per parteggiare per il capo zombie, il nostro protagonista è un individuo idealista e responsabile che fa parte dei mercenari e cerca il meglio per i suoi simili. Senza sfuggire alle responsabilità, seguirà i comandi del "padrone" anche se dentro di lui c'è un forte desiderio di fuga dalla città, perché funziona tutto così (male) dove c'è gente, e l'unica possibilità è andare verso nord. Cosa c'è a nord? Niente; quindi neanche l'ingiustizia né soprusi, insomma, c'è un po' di pace.
Quarto capitolo per gli zombie di Romero, che sono morti e fingono di essere vivi, come noi. Niente di entusiasmante, anzi l'ho trovato scialbo nel ritmo e con dialoghi quasi sempre penosi, ma c'è una geniale novità: gli zombie non sono più allegoria della massa inebetita frutto del sistema consumistico, bensì sono la contro-massa che prende coscienza di sé e mira alla ribellione al potere capitalistico.
I contenuti socio-politici sono una costante nella tetralogia di Romero e la sfaccettatura di questi nuovi zombie li fa apparire più lungimiranti di quegli umani che vivono in povertà per le strade della città privati dei lussi dei ricchi e non si rivoltano contro “il palazzo”. Certo i non-morti sono pronti a giocarsi la vita...
L'affamata classe lavoratrice ha un leader nero, ex benzinaio o ex operaio, forse costruttore proprio di quel palazzo dove risiede il potente, che imbraccia il fucile e guida la ribellione. Nonostante si finisca per parteggiare per il capo zombie, il nostro protagonista è un individuo idealista e responsabile che fa parte dei mercenari e cerca il meglio per i suoi simili. Senza sfuggire alle responsabilità, seguirà i comandi del "padrone" anche se dentro di lui c'è un forte desiderio di fuga dalla città, perché funziona tutto così (male) dove c'è gente, e l'unica possibilità è andare verso nord. Cosa c'è a nord? Niente; quindi neanche l'ingiustizia né soprusi, insomma, c'è un po' di pace.
Sgradito
| Reg: 6 | Rec: 4 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 6 |
| Reg: 6 | Rec: 4 | Fot: 6 | Sce: 5 | Son: 6 |