Lo scenario è una grandissima metropoli del futuro che, ovviamente, ricorda visivamente la Metropolis di Lang. La città è in mano al ricco duca Red che, assetato di potere, progetta di sfruttare l'energia del cosmo per dominare l'intero mondo. In realtà il vero futuro imperatore dovrà essere un androide bambina dotata di speciali poteri. A guastare i piani ci sono un detective e il suo nipotino Kenichi.
Diciamo pure che il film non spicca per originalità, si attingono idee non solo dalla vecchia pellicola del regista austriaco: c'è un'atmosfera da Blade runner, una bambina simil-David del AI di Spielberg e citazioni della biblica Torre di babele. Anche i temi sono i classici del genere come lo scontro uomo-robot, il totalitarismo, la ribellione. La storia risulta pure un po' confusa e soffocata dalla grafica. Il ritmo è lento e scandito da musica jazz che dona un'aria sempre rilassata, ma un po' straniante.
In questa miscela del “già visto” il film si muove fra la questione indentitaria dell'uomo-robot e quella sul perché gli uomini continuino a farsi la guerra. Se la prima domanda rimane in sospeso per la seconda c'è una risposta: la colpa è delle emozioni, senza affermarle gli uomini non riuscirebbero a vivere. La conclusione ricorda che comunque sono, e saranno, proprio le emozioni, quelle nobili, il mezzo di sopravvivenza alla distruzione.
Diciamo pure che il film non spicca per originalità, si attingono idee non solo dalla vecchia pellicola del regista austriaco: c'è un'atmosfera da Blade runner, una bambina simil-David del AI di Spielberg e citazioni della biblica Torre di babele. Anche i temi sono i classici del genere come lo scontro uomo-robot, il totalitarismo, la ribellione. La storia risulta pure un po' confusa e soffocata dalla grafica. Il ritmo è lento e scandito da musica jazz che dona un'aria sempre rilassata, ma un po' straniante.
In questa miscela del “già visto” il film si muove fra la questione indentitaria dell'uomo-robot e quella sul perché gli uomini continuino a farsi la guerra. Se la prima domanda rimane in sospeso per la seconda c'è una risposta: la colpa è delle emozioni, senza affermarle gli uomini non riuscirebbero a vivere. La conclusione ricorda che comunque sono, e saranno, proprio le emozioni, quelle nobili, il mezzo di sopravvivenza alla distruzione.
Gradito
| Reg: 7 | Ani: 7 | Fot: 7 | Sce: 5 | Son: 5 |
| Reg: 7 | Ani: 7 | Fot: 7 | Sce: 5 | Son: 5 |