In altre occasioni ho rimarcato come il mio interesse per il cinema sia soprattutto indirizzato al mezzo come forma di espressione del pensiero: quindi un fare filosofia con i film.
Il libro dopo l'introduzione è strutturato in due parti. Nell'introduzione si mettono in evidenza quattro metodi filosofici per leggere i film e sono collegati, a mio parere secondo un'esigenza più sensazionalistica che formale, ad altrettanti sensi. Abbiamo così:
- Vista - Filosofia dell'immagine: guardare il film per ciò che dice della realtà.
- Tatto - Filosofia filmica: guardare alle ragioni che sostengono l'immagine come se il film fosse un testo argomentativo.
- Udito - Filosofia con il cinema: dal linguaggio verbale del film a qualcosa che va oltre.
- Gusto - Storia e critica nei film: usare un metodo storico-filosofico per analizzare l'espressione di una storia con uno sguardo teorico ed ermeneutico.
Lo scopo sarebbe quello di "sentire" i film con questi quattro sensi e quindi con il pensiero, per avere un'esperienza più consapevole e approfondita di quello che cinema può offrire.
Nella prima parte vengono forniti gli strumenti di indirizzo per compiere un'analisi riferita al rispettivo senso/metodo. Mentre nella seconda parte si passa alla pratica e questi strumenti interpretativi sono utilizzati per riflettere seguendo i quattro metodi su altrettanti film, che sono:
- 8 e ½ di F. Fellini
- Adaptation di C. Kaufman
- Il settimo sigillo di I. Bergman
- The Hateful Eight di Q. Tarantino
A me il libro è piaciuto molto nella prima parte, con qualche alto e basso nella seconda, ma nel complesso vorrei pure rileggerlo. È a cura di Roberto Mordacci, ma i diversi capitoli sono scritti anche da altri autori: Andrea Tagliapietra, Claudia Bianchi, Luca Pes, Maria Russo, Raffaele Ariano, Francesco Valagussa e Antonio Moretti.