Cinque città per cinque viaggi in taxi con personaggi diversi all'insegna di storie ironiche e apparentemente futili, ma che in conclusione hanno un filo di “morale”.
Si parte da Los Angeles con una appena maggiorenne Winona Ryder alla guida del suo taxi. È un maschiaccio che sogna di diventare meccanico, l'agente cinematografica che trasporta le farà una proposta “indecente”. Ma non tutti sono in vendita.
Per il secondo giro ci troviamo a New York, un ex-clown di Dresda è al suo primo giorno di lavoro però non sa guidare molto bene e il passeggero, un giovane esuberante e spiritoso, si offre di prendere il posto al volante per accelerare le manovre. La città è grande, ci sono luci che la rendono favolosa e altre, intermittenti, che illuminano il marcio delle “zone d'ombra” metropolitane.
A Parigi una ragazza cieca un po' burbera dà una lezioncina ad un impacciato taxista della costa d'avorio. Il gioco dei pregiudizi porta a malintesi, gaffe e ad incidenti di percorso.
Arriviamo senza il mal di macchina dalle nostre parti, a Roma un toscanaccio logorroico sfreccia nelle stradine sali&scendi in barba alle regole stradali, alla faccia della polizia e approfittando di un prete per fare le sue confessioni sessuali. Ecco l'italia.
Terminiamo nella fredda Helsinki, tre ubriachi hanno alzato il gomito per dimenticare la tremenda giornata di uno di loro. Ma c'è sempre qualcuno che sta peggio, e un altro motivo per cui piangere.
Idea simpatica, Jarmusch ricama un po' sul tratto di confidenza temporanea che si instaura fra conducente e passeggero connotando i racconti con qualcosa di rappresentativo della città toccata, ma non ha molto spazio per muoversi. Non sempre il ritmo risulta avvincente, una sforbiciata qua e là avrebbe giovato.
Gradito
| Reg: 5 | Rec: 5 | Fot: 6 | Sce: 6 | Son: 5 |